Trend e novità nel campo della luce
Green deal, digitalizzazione e light & design sono i filoni di ricerca che guidano gli sviluppi del settore dell’illuminazione
Il ritorno di un appuntamento chiave per il settore dell’illuminazione, come la fiera Light & Building di Francoforte, è stata l’occasione per intercettare i trend del settore e fare il punto sulle ultime novità. Coinvolgendo alcuni professionisti del lighting design, abbiamo preso in esame i principali temi che muovono il settore raggruppandoli in tre grandi famiglie: Green Deal e Sostenibilità, Elettrificazione e Digitalizzazione, Light & Design. La luce è al centro di un mondo connesso, la digitalizzazione e il pensiero olistico stanno cambiando il design degli apparecchi di illuminazione e lo influenzeranno fortemente in futuro. Tutto ciò senza dimenticare gli obiettivi di sostenibilità, che nel campo della luce sono strategici, e il design che interpreta l’evoluzione tecnologica e nuovi materiali attraverso nuovi concept illuminotecnici.
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Green Deal & Sustainability
Il primo filone si concentra sui sistemi che contribuiscono ad aumentare in modo sostenibile l’efficienza energetica di edifici e città. Sono molte le azioni intraprese a livello di produzione e della progettazione per far sì che si possa ridurre il consumo di energia elettrica nel campo dell’illuminazione, questo non solo nel rispetto dell’ambiente, ma anche in relazione alla congiuntura politica ed economica che ha portato a un incremento esponenziale del costo della fornitura elettrica.
Con il Patto Verde Europeo, Green Deal, la Commissione europea ha adottato una serie di proposte per trasformare le politiche dell’UE in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità, in modo da ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e raggiungere entro il 2050 la neutralità climatica.
Più del 75% delle emissioni di gas serra prodotte in Europa sono frutto della produzione e dell’utilizzo di energia; per questo motivo, il raggiungimento degli obiettivi climatici fissati dal Green Deal sono irrinunciabili. Diverse le misure previste come ad esempio il collegamento degli impianti per l’energia rinnovabile alla rete elettrica e l’aumento dell’efficienza energetica di prodotti e dispositivi elettrici.
Il ruolo dell’illuminazione è dunque strategico. Nel campo della produzione si assiste infatti, da parte dei costruttori, sia allo sviluppo di sorgenti LED con bassi consumi e alta efficienza, sia alla volontà di attuare l’economia circolare sulla produzione e distribuzione degli apparecchi di illuminazione.
Sul fronte della progettazione, invece, l’obiettivo principale è quello di conservare la qualità progettuale, riducendo per contro i consumi e promuovendo l’utilizzo delle nuove tecnologie sia in termini di prodotto, che di impianto. Sempre più spesso tra gli obiettivi del lighting designer, infatti, vi è l’ottenimento di una certificazione, come la LEED o la B Corporation, attraverso scelte che privilegiano forniture che possano in qualche modo rientrare nei parametri più significativi del risparmio energetico e della riciclabilità.
Porta la propria testimonianza su alcune delle strategie adottate dal mondo della produzione Gianluca Salciccia, direttore commerciale Linea Light Group: “Senza soffermarsi sugli ormai noti benefici del LED, va detto che le nuove soluzioni illuminotecniche sono più efficienti, meno dispendiose e, grazie ai sistemi di dimmerazione, sempre più smart e in grado di adattarsi alle abitudini del fruitore. In seconda battuta, produrre intelligentemente un apparecchio oggi significa renderlo adatto a un maggior numero di applicazioni, sfruttando ottiche intercambiabili, accessori e consentendo di gestire a piacimento temperatura colore o effetti cromatici. Così facendo si limitano gli stampi, le emissioni derivanti dai macchinari in uso, gli sprechi in generale e si ottimizzano i processi produttivi.
Non solo: parlando di risparmio energetico e sostenibilità, non possiamo non puntare l’attenzione sul rapporto luce naturale/luce artificiale per capire come le nuove tecnologie permettano di combinare illuminazione artificiale e luce solare in maniera innovativa e sostenibile. Obiettivo di tutti noi dovrebbe essere infatti quello di sfruttare al massimo le fonti rinnovabili, al fine di ridurre lo spreco e preservare l’energia e l’ambiente. Oggi l’architettura predilige ampie vetrate e soluzioni volte a sfruttare il più possibile la luce del sole. In determinati momenti della giornata o con il variare delle condizioni atmosferiche, tuttavia, quest’ultima può non bastare per le nostre attività quotidiane. Ecco perché la luce artificiale cerca di ricreare le normali condizioni di luce secondo il ritmo circadiano, con temperature colore diverse per le varie ore della giornata, proprio come la luce solare. Inoltre, la progettazione fa la differenza perché ogni location necessita della giusta luce: non tutte le stanze o gli ambienti di una stanza beneficiano della stessa quantità di luce solare. Per questo ci devono essere più punti luce e fonti luminose che si possono accendere e spegnere separatamente e che comunicano tra loro”.
Lo Smart Buildings è la base della Smart City, qui è dove si possono ottenere i migliori risultati in termini di efficientamento nel settore delle costruzioni. Ecco, dunque, che la Smart Lighting diventa un elemento fondamentale per il risparmio energetico, ma anche per il benessere delle persone e per un maggiore senso di sicurezza.
Ma come possiamo ottenere una illuminazione effettivamente smart, quali possono essere a livello di progetto gli accorgimenti per un maggiore risparmio energetico e per ridurre le emissioni di CO2? Lo chiarisce Silvia Perego, lighting designer di Invisiblelab: “Oggi la progettazione illuminotecnica integrata ai sistemi BMS è ‘condizio sine qua non’. Certamente l’impiego di sorgenti LED ha notevolmente ridotto i consumi rispetto al passato, a ciò si aggiungono le certificazioni LEED, WELL, BREAM che sempre più portano a progettare con crescente attenzione al risparmio energetico e a tutto ciò che questo comporta: sensoristica e corretta quantità di luce, collocata dove serve e nel pieno rispetto del comfort”.
Anche a livello di progetto la luce naturale risulta una fonte ricercata e presa in considerazione per l’illuminazione degli interni in modo nuovo, complice la diffusione di tecnologie oggi in grado di filtrarla, diffonderla, indirizzarla ecc.
Negli ambienti esterni invece il discorso cambia; l’attenzione si concentra su corpi illuminanti in grado di sfruttare l’energia solare per alimentarsi in modo autonomo. Va da sé che l’obiettivo di risparmio energetico e di sostenibilità è dato da progetti che utilizzano in modo corretto la luce artificiale, senza eccessi, ma solo dove serve.
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Electrification & Digitalisation
Questo tema si concentra sulla pianificazione efficiente dell’uso dell’energia e sui sistemi digitali che cambiano i paradigmi della progettazione e rendono l’edificio responsive e aderente alle esigenze degli individui. Se i sistemi sono accoppiati con l’intelligenza artificiale, il controllo del consumo di energia è possibile. Allo stesso tempo, la sicurezza degli edifici aumenta e la manutenzione predittiva migliora l’uso delle risorse. In questo particolare contesto prende sicuramente piede la metodologia BIM che permette di raccogliere tutti i dati rilevanti in una sola piattaforma, collegandoli tra loro e creando così un modello digitale. Nell’approccio tradizionale, i progetti sono aggiornati in diverse fasi, con il Building Information Modeling (BIM) questo approccio cambia totalmente ed il risultato che si ottiene è una immagine digitale di un edificio reale. Il procedimento BIM collega tutti gli interlocutori a un’unica piattaforma, permettendo così di risparmiare tempo nelle fasi di coordinamento e offrire uno scambio di differenti funzionalità, favorendo la continua interfaccia fra le fasi di progettazione, costruzione e di gestione dell’opera.
Può il BIM per la progettazione di edifici intelligenti essere un obiettivo futuro anche nel campo dell’illuminazione? Quali vantaggi può portare? Lo abbiamo chiesto a Silvia Perego, la quale ci chiarisce che “Può esserlo e dovrebbe esserlo. In parte lo è già. Ci auguriamo a brevissimo che gli strumenti di calcolo che ogni giorno utilizziamo possano tradursi rapidamente nell’universo BIM, con tutte però le funzioni attuali illuminotecniche, e non rinunciando a qualcosa. In termini di vantaggio, in primis assolutamente la progettazione integrata, la valutazione anticipata di criticità a volte non così facilmente percepibili con un processo tradizionale. Bisogna però parlare un linguaggio comune. Servirebbe un protocollo lighting BIM, affinché tutti gli strumenti parlino la stessa lingua, e non serva un traduttore o passaggi multipli”.
Della stessa opinione anche Gianluca Salciccia: “Indubbiamente semplifica di molto la progettazione e permette di non tralasciare nulla, con il vantaggio che il progettista sa esattamente che tipo di apparecchio illuminotecnico sta inserendo nel proprio progetto, che curva fotometrica possiede e che performance è in grado di garantire. Non ultimo, ha una visione chiara dell’estetica del prodotto e delle sue dimensioni”.
Considerando infatti che il progetto illuminotecnico è parte integrante nel processo di costruzione il BIM sta diventando sempre più importante. Il lighting designer, infatti, fin dalla definizione del concept di illuminazione ha necessità di conoscere la geometria dell’edificio, per poter proporre soluzioni innovative e fornire tutta la documentazione necessaria per le varie fasi di progettazione (preliminare, definitivo, esecutivo).
Nel processo BIM, il progetto illuminotecnico contiene le informazioni relative ai prodotti utilizzati e alle loro posizioni di installazione; questi dati vengono scambiati attraverso interfacce aperte, ovvero non appena i dati vengono memorizzati nel processo BIM, ogni professionista coinvolto può accedere alle informazioni degli apparecchi di illuminazione.
La metodologia BIM non solo aumenta l’efficienza in termini di progettazione, ma offre anche molti vantaggi nella successiva manutenzione di un edificio, in quanto le riparazioni e le integrazioni degli apparecchi possono essere eseguite più facilmente, perché si hanno semplicemente informazioni dettagliate sugli apparecchi installati.
Ad oggi la progettazione con BIM per il lighting designer è disponibile attraverso DIALux, il software di progettazione illuminotecnica che permette l’importazione di una interfaccia aperta IFC (Industry Foundation Classes) per BIM. In questo modo il progetto importato viene ultimato con le informazioni fotometriche e i dati reali dei prodotti presenti sul mercato (modello dell’apparecchio, fotometria, tipo di montaggio, peso e tutte le altre informazioni richieste nel processo BIM). Il software DIALux evo fornisce i dati normativi necessari e simula graficamente i risultati per le differenti soluzioni, come ad esempio il consumo energetico e gli scenari di illuminazione.
Grazie alle tecnologie di ultima generazione è possibile utilizzare l’intelligenza artificiale per la manutenzione degli edifici e sfruttare al massimo le fonti rinnovabili per garantire un miglior risparmio energetico ecc.
Per fare ciò, spiega Gianluca Salciccia: “Gli apparecchi devono poter comunicare con i sistemi di intelligenza artificiale e permettere al fruitore di gestire le fonti luminose a piacimento e in modo comodo ed efficiente. Per questo si va sempre più verso una luce connessa. Con queste nuove tecnologie è altresì possibile fare una manutenzione preventiva soprattutto nei grandi progetti e in campo industriale. Monitorare costantemente le performance del prodotto è fondamentale, così come impedire che la rottura di uno infici un’intera linea di apparecchi”.
Aggiunge Silvia Perego: “IOT, IOL, non sono semplici sigle. Il mercato si sta preparando fortemente in tal senso. Si sta cercando di costruire un sistema di architetture che parlino tra loro un linguaggio universale e che permettano davvero la creazione di edifici intelligenti ai fini energetici. Corpi illuminanti che non siano solo luce, ma diventino strumenti di segnale, che possano quindi anche essere altro, negli spazi di lavoro, nel retail, nel museale, ma ancor più nell’ospedaliero e nel sociale”.
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Light & Design
Il terzo tema si concentra sulle influenze che la ricerca dei materiali, l’evoluzione delle tecnologie e le trasformazioni della società in cui viviamo hanno sul design degli apparecchi di illuminazione.
Per fare qualche esempio. Il tema della sostenibilità guida la scelta di materiali a basso impatto, fa prediligere colori naturali e obbliga a dare risposte concrete in termini di riciclo delle risorse a fine vita del prodotto. Mentre le recenti vicende legate alla pandemia hanno attribuito nuove funzioni agli apparecchi per garantire la salubrità degli ambienti, sono infatti sempre più numerose le soluzioni che sfruttando l’azione germicida dei raggi ultravioletti, rappresentano efficaci sistemi di sanificazione degli ambienti.
Anche la digitalizzazione avanzata e il pensiero olistico stanno cambiando il design degli apparecchi di illuminazione e lo influenzeranno fortemente in futuro in nome di una maggiore dinamicità della luce pronta a reagire in relazione agli stimoli esterni rilevati, in termini di quantità, qualità e direzionamento del fascio luminoso.
Sulla ricerca di materiali naturali sul riciclo delle risorse, interviene Silvia Perego: “Quando progettiamo dobbiamo chiederci cosa stiamo generando non solo in termini di qualità estetica e tecnica, ma anche in termini di conseguenze future. Disassembling, smaltimento, CO2 emessa per produrre il prodotto, certificazioni dei corpi illuminanti e dei componenti sono i temi da includere nel concept. Difficile ma non impossibile. Lo dobbiamo fare per dare il nostro contributo per le generazioni future e quindi per il pianeta”.
Aggiunge Gianluca Salciccia: “Metalli come alluminio o acciaio per la creazione di corpi lampada altamente dissipanti resteranno imprescindibili. Alla sperimentazione non c’è limite, certo, ma nel concreto abbiamo visto la crisi che tutt’ora c’è con la penuria di queste materie prime. Di contro, però, è aumentata di molto l’attenzione al riciclo dei trucioli e degli scarti di produzione che, opportunamente rilavorati, possono essere reintrodotti nel ciclo di vita del prodotto. Linea Light Group ha da poco immesso sul mercato un nuovo prodotto, interamente realizzato partendo da trucioli di ottone. Stesso discorso si può estendere ai materiali comunemente utilizzati per i diffusori, come il vetro o le plastiche. Queste ultime sono tecnologicamente avanzate, riciclabili e i processi produttivi per la loro creazione sempre meno impattanti a livello di inquinamento, emissioni e successivo smaltimento.
Le nuove soluzioni luminose testimoniano inoltre una maggior sensibilità verso le architetture preesistenti consentendo di rispettare vincoli degli edifici storici, in un’ottica di recupero urbano e, di conseguenza, di rispetto dell’ambiente. Se parliamo di ciclo di vita del prodotto, dalla nascita allo smaltimento, si guarda il più possibile al riciclo delle componenti, al risparmio energetico e all’affidabilità, per limitare la manutenzione. Anche l’imballo va verso una sempre maggior ecosostenibilità, con la progressiva eliminazione di bollati e con l’utilizzo di cartoni riciclati”.
Oltre alle tematiche sulla sostenibilità, il design di prodotto è influenzato dalle scoperte scientifiche sugli effetti della luce sull’uomo. Così si va oltre la pura esigenza di illuminare gli ambienti per sondare le sensazioni che le scenografie luminose dinamiche sono in grado di suscitare. Focus del design dunque il benessere e le nuove abitudini delle persone.
“Il lockdown dovuto alla pandemia ha reso familiare a tutti il concetto di smart working – spiega Gianluca Salciccia –. Avere uno studio personale dove lavorare, ma anche studiare, seguire corsi di aggiornamento o dedicarsi ad attività ludiche ad alto coinvolgimento, come il gaming o il montaggio di clip social, è diventata una necessità sempre più comune. La luce, dunque, si evolve in questa direzione, con prodotti connessi pensati per garantire la massima libertà di gestione del fascio luminoso e delle sue caratteristiche. Non solo: nel creare prodotti all’avanguardia per l’abitare contemporaneo Linea Light Group si concentra su soluzioni antiglaring e sull’efficienza luminosa, con grande attenzione all’UGR, per il massimo comfort visivo”.
La luce rende le cose visibili, ma influenza la nostra sensazione di benessere e le prestazioni. L’approccio basato sullo “Human Centric Lighting” (HCL) ruota attorno all’impatto mirato e a lungo termine della luce sugli esseri umani. Oltre alla qualità visiva della luce, i moderni sistemi di illuminazione consentono di ottenere la luce ottimale per una varietà di situazioni, non importa se a casa o al lavoro, così come sottolinea Gianluca Salciccia: “La luce può aiutare a creare un ambiente sempre familiare e, al tempo stesso, performante per le nostre attività in smartworking. Rispettare il normale ciclo circadiano significa adattare la luce alle variazioni cicliche di temperatura colore tipiche della luce naturale, per garantire sempre, indipendentemente dalle attività svolte nello stesso ambiente, un elevato grado di benessere psicofisico”.
Ma quando invece si parla di ambienti lavorativi, quali sono gli obiettivi del design dei prodotti di illuminazione per garantire la salubrità e benessere?
“Lo stesso concetto legato all’HCL si applica negli uffici dove tra l’altro le soluzioni luminose si abbinano con sempre maggior frequenza a pannelli fonoassorbenti per la riduzione del riverbero sonoro – risponde Gianluca Salciccia –. Linea Light Group ha studiato un sistema modulare appositamente pensato per gli ambienti lavorativi di oggi, che combina gestione della luce e della temperatura colore, in linea con i dettami HCL, e tipologie di luce differenti (con emissione diffusa, asimmetrica, puntuale) perché anche all’interno di un unico ambiente lavorativo ci sono spesso e volentieri diverse esigenze illuminotecniche, specie con le nuove disposizioni sempre più improntate all’open space. Last but not least, controllo del glaring e dell’UGR sono altrettanto fondamentali. Ma non bisogna sottovalutare l’importanza di garantire la giusta quantità di luce anche negli ambienti industriali dove la dispersione solitamente è notevole, come i grandi capannoni. Passiamo una fetta importante delle nostre giornate e vite in generale in questi ambienti: semplicemente, se ci si sente bene e a proprio agio si lavora e si vive meglio”.
Abbiamo visto che le sfide del futuro, sia a livello di cambiamento climatico, che di benessere delle persone, devono essere risolte attraverso uno scambio intenso tra tutte le parti coinvolte, sia a livello nazionale che internazionale. Per questo motivo, al fine di realizzare progetti con soluzioni innovative ed efficienti volte alla realizzazione di città intelligenti, sarà sempre più necessario promuovere iniziative di scambio culturale, come quello che si propone durante il L+B, o come gli incontri organizzati a livello mondiale, tra lighting designer e produttori di apparecchi di illuminazione.
Sarà sempre più importante definire delle strategie da attuare nel prossimo futuro e convogliare tutte le idee in un unico grande obiettivo comune.