Il futuro del lavoro: sicuro e connesso
L’internet delle cose come strumento per rendere i nuovi uffici sicuri ed efficienti. Questa la filosofia alla base della collaborazione tra IO.T Solutions, anima tecnologica di Tecno, e il partner Maticmind
Nell’ufficio post-pandemico sarà necessario rivedere il concetto di open space, ridisegnando i luoghi del lavoro per distanziare le persone senza dividerle, con la possibilità di riconfigurare i layout, rispondendo tempestivamente ai cambiamenti dettati dall’aggiornamento dei protocolli in termini di sicurezza o dell’emergere di nuove esigenze organizzative. In futuro gli spazi dovranno dunque essere suddivisi e connessi, gli ambienti costantemente monitorati, le postazioni e gli arredi velocemente riconfigurati. IO.T Solutions, anima tecnologica di Tecno, affronta questa evoluzione grazie al know-how maturato dalla nascita nel 2017 come spin-off avente il compito di introdurre l’internet delle cose negli uffici come strumento strategico per rendere i nuovi spazi sicuri e dare risposte concrete al bisogno di collaborare in maniera sempre più efficace, semplice e sicura, un’esigenza che l’emergenza sanitaria del 2020 ha reso ancora più evidente.
“La peculiarità di IO.T Solutions è la capacità di fare sistema, costruendo solide partnership con realtà complementari al fine di portare sul mercato competenze consulenziali e operative eterogenee che in questa realtà trovano il punto di incontro ideale”, esordisce Eros Ghezzi, business development manager di IO.T Solutions. “La collaborazione che ci lega a Maticmind, una delle prime aziende che ha creduto nel nostro progetto, ne è una valida testimonianza”.
“Maticmind è da sempre attenta al tema della Collaboration”, afferma a sua volta Paolo Prevedini, direttore marketing e business development di Maticmind. “Oggi è possibile condividere idee, documenti e informazioni da ogni luogo e con qualsiasi dispositivo, con la possibilità di effettuare conferenze voci e video in tempo reale. La nuova sfida, però, è legata agli spazi di lavoro, che devono evolvere a loro volta per diventare sempre più smart ma al tempo stesso accoglienti, sicuri e conformi alle policy organizzative adottate da ciascuna azienda. Condividiamo appieno l’approccio e la filosofia di IO.T Solutions, e per questo abbiamo messo a fattor comune la nostra esperienza e le nostre competenze, coinvolgendo anche alcuni vendor di primo piano con cui vantiamo rapporti di collaborazione di lunga data, a cominciare da Cisco”.
La piattaforma Dina amplia le proprie funzioni
Fulcro dell’offerta di IO.T Solutions la piattaforma Dina Connecting Spaces che permette di monitorare gli accessi e i movimenti del personale, consente l’occupazione controllata delle postazioni in funzione dell’employee rotation, garantendo la gestione degli spazi in un’ottica di condivisione delle risorse e di salvaguardia del benessere complessivo per chi lavora.
“Dina”, racconta Ghezzi, “è una piattaforma di prenotazione e un sistema personalizzato di profilazione che trasforma l’utente in persona riconosciuta. Gli utenti profilati e dotati di dispositivi NFC o Bluetooth (Dina è presente sugli store iOS e Android) vengono identificati dal software che ne riconosce la tipologia, le credenziali d’accesso e le preferenze. Il sistema abbina la persona e le sue esigenze all’area e alla postazione a cui accede, attivando i servizi integrati negli arredi intelligenti, regolando temperatura, luci, altezza del piano di lavoro e molto altro”.
La piattaforma aperta integra oltre 50 protocolli che la rendono interoperabile con i più diffusi sistemi di building automation, dal controllo accesso ai sistemi BMS (Building Management System), dai sistemi di gestione dell’energia a quelli di illuminazione e condizionamento, e molto altro.
“Continuiamo a investire per arricchire la piattaforma di nuove funzionalità, anche in base agli input che arrivano dal mercato”, aggiunge Ghezzi. “In questi mesi in cui la pandemia ha trasformato lo smart working da scelta opzionale a modello organizzativo fondamentale per garantire la continuità operativa di qualunque organizzazione sia privata che pubblica abbiamo sviluppato nuovi tool in tempi molto rapidi, grazie all’architettura modulare che caratterizza la piattaforma”.
La soluzione di “Pre-booking” di DINA Connecting Spaces permette di gestire l’assegnamento di risorse condivise all’interno di un building. L’esigenza è quella di organizzare il lavoro agile di una società demandando a un sistema software l’assegnamento di postazioni di lavoro e di quanto necessario per lo svolgimento dell’attività in sede o da remoto.
Anche le sale riunioni possono essere prenotate, da remoto attraverso il “Room Booking Smart” o direttamente in sede, per evitare la sovrapposizione di gruppi di lavoro. Con la funzione “Smart safety spaces” il sistema è inoltre in grado di evitare la formazione di code fisiche nelle zone collettive monitorando costantemente i flussi e segnalando ai presenti la praticabilità e i tempi di accesso a spazi come la mensa o le aree caffè.
Dalla teoria alla pratica
Il modo migliore per illustrare le infinte potenzialità di un nuovo modo di concepire la collaborazione tra spazi fisici e virtuali è quello di farle toccare con mano, per cui IO.T Solutions ha deciso di trasferirle all’interno di alcune prestigiose location, mettendole a disposizione di chiunque abbia la necessità e la volontà di approfondire un tema ampio e complesso come quello della collaborazione.
La prima realizzazione è stata il Solution Center Maticmind di Modena, un centro di eccellenza di circa 400 mq dove sono presenti le tecnologie che stanno guidando l’evoluzione del mercato ICT. “All’interno di questa struttura”, sottolinea Prevedini, “ospitiamo tecnologie e architettura d’avanguardia che i clienti possono testare attraverso incontri one-to-one e/o presentazioni e workshop personalizzati, valutandone ‘dal vivo’ i benefici che possono apportare alla loro organizzazione in termini di incremento dell’efficienza, semplicità di utilizzo e ottimizzazione delle risorse. Grazie alle soluzioni di IO.T Solutions oggi riusciamo a far capire come sia possibile integrare le soluzioni audio-video e i più avanzati sistemi di Unified Communication (dal VoIP ai sistemi di chiamata e instant messaging ecc.) in qualunque ambiente garantendo la piena interoperabilità con gli altri sistemi presenti in azienda, in totale sicurezza”.
Un altro ambizioso progetto che ha dato concretezza alle potenzialità della Piattaforma Dina è lo spazio TClub, scaturito dalla riconversione degli show room Tecno ai Caselli di Porta Garibaldi.
“Da qualche mese gli spazi Tecno ai Caselli di Porta Garibaldi, una delle aree più dinamiche nel centro di Milano, sono diventati TClub”, spiega Ghezzi. “Abbiamo voluto realizzare un hub operativo per raccontare come evolve il mondo del lavoro, pensato per accogliere persone nomadi, prevedendo un’alternanza di collaborazioni in remoto e nuovi momenti di partecipazione collettiva. Un allestimento elegante e funzionale che illustra il futuro che ci aspetta, dove analogico e digitale si fondono grazie alle soluzioni che abbiamo sviluppato e su cui continuiamo a investire”.
A rendere questo scenario realmente funzionante la collaborazione di Tecno insieme a IO.T Solutions e ai diversi partner tra i quali Maticmind, Lutron, Philips, insieme a Meroni Technology. TClub è quindi un progetto collettivo e condiviso, che offre un modo nuovo di comunicare il know how aziendale e di presentare l’offerta, ma anche, e soprattutto, un luogo di relazioni e un’occasione di scambio per fare community.
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Un mercato in forte crescita
Se l’emergenza sanitaria da un lato ha inevitabilmente ritardato la realizzazione di molti progetti, dall’altro ha fatto capire che è possibile restare operativi sempre e dovunque, a patto di attrezzarsi adeguatamente. Sia che la possibilità di tornare in ufficio sia tra due, tre o sei mesi, le organizzazioni pubbliche e private si stanno interrogando su come poter rendere permanente il modello di lavoro agile sperimentato in questi mesi. Il futuro del lavoro probabilmente sarà ibrido: le persone torneranno a lavorare in ufficio ma continueranno anche a lavorare da remoto in misura diversa, in base ai task loro assegnati.
“Il nostro compito”, ribadiscono Ghezzi e Prevedini, “è quello di aiutare le organizzazioni a fare evolvere i propri processi in questa direzione, coinvolgendo non solo chi ha la responsabilità di scegliere le tecnologie abilitanti più idonee ma anche le altre funzioni aziendali, a cominciare dai responsabili delle risorse umane, chiamati a gestire una transizione complessa che ha implicazioni culturali non meno che operative”. Non a caso gli incontri che si svolgono presso il Solution Center Maticmind di Modena e il TClub di Milano vedono coinvolti team interdisciplinari dove allo stesso tavolo siedono responsabili IT, HR, ma anche marketing e vendite, senza dimenticare il top management, a ulteriore dimostrazione che per approcciare in modo nuovo il tema della Collaboration è necessario l’impegno di tutti.
“Anche durante il lockdown abbiamo organizzato diversi incontri che hanno coinvolto organizzazioni attive in tutti i mercati verticali, perché la Collaboration è un team trasversale: dalla pubblica amministrazione al mondo Finance, dal mondo manufacturing a quello Hospitality, dove molti hotel ipotizzano di convertire le grande sale meeting in spazi di co-working, dai grandi provider di spazi co-working, anch’essi interessati a rendere più agile la propria proposizione, al mondo educational, e l’elenco potrebbe continuare. Siamo convinti che la situazione eccezionale che si è venuta a creare nel 2020 possa trasformarsi in una opportunità per il futuro, con un cambiamento culturale profondo. Con le giuste competenze, le soluzioni più avanzate e una ritrovata fiducia si potrà adattare qualsiasi spazio ai nuovi stili di vita e di lavoro che si stanno affermando”.