Le fiere di primavera, dal milanese Salone del Mobile al parigino Workspace Expo, delineano il nuovo look dell’ufficio contemporaneo che privilegia la praticità senza rinunciare all’eleganza, sceglie il colore ma con discrezione e ricorre all’estro per incontrare i gusti delle nuove generazioni
Le nuove collezioni rafforzano l’impegno per la trasversalità d’uso, le possibilità di personalizzazione e la totale adattabilità ad ambienti diversi e mutevoli senza rinunciare all’eleganza senza tempo ed essenziale. Il ruolo di protagonista è affidato alle librerie con struttura metallica, concepite come microarchitetture che si sviluppano linearmente e in altezza contribuendo a definire l’organizzazione degli open space. Rappresentano infatti la spina dorsale del layout, affiancando la funzione di contenimento, con quella di supporto per postazioni di lavoro e lavagne mobili che possono agganciarsi ad esse e traslare; non solo le librerie permettono di ricavare angoli di lavoro informali con sedute ottenute ponendo dei cuscini sui moduli più bassi. Dunque una molteplicità di funzioni legate allo spazio che attribuisce a questa tipologia di arredo longevità funzionale ed efficienza economica. L’accresciuta mobilità fa sì che la scrivania non sia più il luogo privilegiato del lavoro, di conseguenza l’arredo operativo si fa sempre più discreto e minimale, sebbene le nuove collezioni siano ampiamente personalizzabili per lasciare al progettista la possibilità di interpretare diversi contesti dalle aree operative alle direzionali. A connotarne l’estetica in molti casi è la gamba a cavalletto che, realizzata in metallo o con finitura lignea, dà maggiore personalità all’arredo e dialoga con il linguaggio progettuale che definisce i nuovi spazi del lavoro liquido, in primis i coworking. La sperimentazione si è concentrata sulle postazioni touch down che riflettono la natura transitoria del lavoro offrendo un punto d’appoggio a collaboratori esterni, ospiti o lavoratori di passaggio. I risultati sono spesso in antitesi: si va infatti dalle soluzioni che puntano all’essenziale con piani di lavoro ridotti e sedute simili a panche a soluzioni più articolate che fanno dell’ergonomia il focus progettuale puntando a rendere l’ufficio inclusivo anche per consulenti aziendali e freelance.
Casual chic, versatilità ed eleganza
Se è pur vero che la tecnologia rende il lavoro più agile e smart, è anche vero che l’essere raggiungibili ovunque e bersagliati da una mole impressionante di informazioni rende l’attività lavorativa sempre più stressante e frenetica. Nasce così l’esigenza di ‘slow work’, di rallentare il ritmo, di trovare momenti di relax per raccogliere le idee e capire in quale direzione andare. Interpretano questo bisogno i soft seating che da qualche anno arricchiscono l’offerta delle aziende fornendo una risposta alla domanda di arredi trasversali e ibridi che trovano impiego nell’office come nel contract e negli ambienti domestici. Proposti in differenti forme e colori e arricchite da tavolini, schienali alti e paretine, i divanetti modulari arredano uffici e luoghi sociali trasformando lo spazio aperto in un luogo riservato che offre isole di conversazione. L’acustica continua a rappresentare un bene prezioso come testimonia l’offerta di pannelli fonoassorbenti, costantemente alimentata da nuove soluzioni nelle quali la ricerca estetica è essa stessa un mezzo per elevare le prestazioni del prodotto.
Haute couture, lo stile conquista la scena
Sebbene l’appiattimento delle gerarchie abbia fatto presagire lafine dell’arredo direzionale, la realtà dei fatti racconta tutta un’altra storia. Diverse infatti le proposte di arredi di alta gamma che esprimono la capacità artigianale delle aziende. Negli esempi più arditi la forma trascende la funzione, trasformando la scrivania direzionale in una vera e propria scultura che catalizza su di sé tutta l’attenzione. Le finiture sono parte stessa del linguaggio espressivo e stilistico di questa tipologia d’arredo che punta tutto sull’unicità della propria immagine.
Paola Cecco
Laureata in architettura presso il Politecnico di Milano, ha svolto attività progettuale presso studi professionali dove ha affrontato la progettazione di edifici residenziali e del terziario. Nel 2001 entra a far parte della redazione di Officelayout, la rivista per progettare, arredare e gestire lo spazio ufficio. Ambito nel quale si occupa delle tematiche relative all’illuminazione, alle nuove tecnologie e all'allestimento degli spazi di lavoro con focus sulla sostenibilità dei luoghi e sul benessere delle persone in azienda. Dal 2014 coordina le attività editoriali e i convegni sviluppati e promossi dalla testata Officelayout.