Arredi per ufficio: andamento e prospettiva
Le prospettive del settore ufficio sul 2023 delineano un quadro difficile, tuttavia i livelli di occupazione degli uffici sono tornati a salire negli ultimi mesi, con tassi di rientro più elevati in Europa rispetto al Nord America
Il settore del mobile per ufficio è entrato nuovamente in una fase di rallentamento. Secondo i dati preliminari del report CSIL “The world office furniture industry”, la produzione Europea a valori correnti è rimasta sostanzialmente piatta nel 2022. Dopo una buona performance registrata nella prima parte dell’anno, la domanda di arredi è tornata a raffreddarsi in settembre condizionata dall’evoluzione preoccupante del quadro economico internazionale.
Oltretutto, bisogna sottolineare come in termini di volumi, il risultato dell’anno risulti di fatto negativo, dato che il trend del fatturato è pesantemente condizionato dalla dinamica dell’inflazione. L’andamento del costo delle materie prime ha finito inevitabilmente per riflettersi sui prezzi di vendita visto che i produttori di arredi per ufficio sono stati costretti ad apportare due o tre ritocchi dei propri listini nel corso del 2022 con variazioni complessive che hanno superato l’11% in media (oltre il 14% in alcuni paesi). Inoltre, l’esplosione del costo dell’energia (oggi di 180 punti più alto rispetto al gennaio 2021) rappresenta la maggior preoccupazione per le aziende del settore che dichiarano di aver già programmato un ulteriore ritocco dei listini per il primo semestre del 2023.
.
.
I dati Eurostat relativi al commercio internazionale confermano come l’import abbia progressivamente rallentato mentre l’export continui a mostrare una dinamica abbastanza sostenuta, complice anche la domanda del mercato nord americano. Confrontando i dati mensili gennaio-agosto 2022 con il medesimo periodo dell’anno precedente emerge una crescita del 12% per le esportazioni e una riduzione del -4% per le importazioni.
.
.
Le prospettive sul 2023 delineano un quadro difficile visto che gli investimenti negli immobili commerciali hanno già iniziato a rallentare in maniera significativa. I dati diffusi da CBRE segnalano una caduta a doppia cifra nel già nel terzo trimestre del 2022, principalmente dovuta all’aumento dei tassi di interesse, all’incertezza economica e al rafforzamento del dollaro. Tuttavia, c’è un dato interessante che vale la pena di sottolineare. I livelli di occupazione degli uffici sono tornati a salire progressivamente negli ultimi mesi e l’Europa mostra dei tassi di rientro del personale più elevati rispetto al Nord America e ai paesi Asiatici. Inoltre, il lavoro in modalità “ibrida” si consolida sempre di più e incide positivamente sulla qualità degli uffici con una preferenza degli investitori verso gli spazi di livello più elevato e inseriti in contesti urbani che facilitino il più possibile la fruibilità dei servizi (fitness, retail, mobilità, food) da parte dei dipendenti.