Il tutto è più della somma delle parti

Non più prodotti definiti in ogni dettaglio, ma soluzioni liberamente interpretabili a seconda degli usi e dei gusti personali. Questo l’innovativo approccio di Sedus che, con le nuove sedute se:kit e se:air, risponde all’esigenza di un workplace fortemente identitario e attento alle esigenze della persona

Il motto ‘design your chair’ ha introdotto l’annuale Dealer Meeting organizzato da Sedus Stoll Italia nell’iconica cornice del’ADI Design Museum. Un’occasione per fare il punto sui risultati raggiunti nell’ultimo anno e raccontare le nuove strategie del gruppo tedesco.

“Sedus, conosciuta per la qualità intrinseca dei propri prodotti e per l’attenzione dedicata ai temi dell’ergonomia e del benessere della persona, si è mossa negli ultimi anni per sviluppare prodotti, non solo ergonomici, solidi, ingegnerizzati… ma anche belli da vedere, grazie anche al coinvolgimento di designer esterni all’azienda – ha esordito Lorenzo Maresca, managing director Sedus Stoll –. I risultati raggiunti confermano la giusta direzione degli sforzi fatti nell’ultimo anno, che ha registrato una crescita intorno al 21% a livello Gruppo. Trend confermato anche dall’Italia grazie all’ampliamento del portafoglio clienti e al coinvolgimento in importanti progetti, sicuramente sfidanti ma che ci hanno dato grandi soddisfazioni.

Ed è proprio tenere il passo con i ritmi di sviluppo prospettati per i prossimi anni che sono stati investiti 30 milioni di euro per la costruzione di un secondo stabilimento di produzione, che ci permetterà di crescere ulteriormente e di incrementare il lancio di nuovi prodotti, che avverrà con cadenza semestrale, in primavera e in autunno”.

I temi che orientano il mercato sono la sostenibilità, i nuovi modi di lavorare e la digitalizzazione. Tre fronti verso i quali Sedus ha da sempre dimostrato un impegno concreto, con arredi e soluzioni di gestione degli spazi che interpretano il cambiamento e un approccio olistico alla sostenibilità.

“La politica aziendale del Gruppo non si limita a un attento controllo dell’impatto ambientale di tutte le fasi di vita del prodotto, ma guarda anche a una sostenibilità sociale ed economica del proprio operato – ha sottolineato Maresca –. In tal senso agiscono le due fondazioni senza scopo di lucro, proprietarie di maggioranza della multinazionale tedesca, che sostengono progetti di pubblica utilità in Germania e all’estero. Inoltre per una maggiore chiarezza nella comunicazione dei plus ambientali, tutti i prodotti Sedus hanno una scheda ecologica che ne identifica le caratteristiche green. Ci siamo inoltre dati l’ambizioso obiettivo di diventare un’azienda carbon free entro il 2025. Ci fa dunque piacere sapere dell’impegno mosso in Europa e America verso la definizione di una procedura di certificazione della sostenibilità basata su criteri di valutazione misurabili”.

Ulteriore tassello della crescita di Sedus sul mercato italiano, la nomina a nuovo direttore commerciale di Roberto De Vittori, che porterà a bordo dell’azienda il bagaglio di esperienze maturato in più di trent’anni di attività presso realtà, nazionali e multinazionali, del settore dell’ufficio.
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Sedute se:kit, tavolo se:lab meet desk, divani se:lab sofa

Nuovi prodotti per nuovi modi di lavorare

Dopo la pandemia il mondo del lavoro è profondamente cambiato, le persone attribuiscono alla propria attività nuovi significati e sono meno disposte a scendere a compromessi. Per le aziende diventa dunque prioritario capire come stanno le persone, quanto sono coinvolte e quanto si sentono valorizzate.

“Da un’indagine Doxa emerge e che il 91% dei lavoratori sta male, fisicamente o psicologicamente, nel luogo di lavoro perché non trovano significato in quello che stanno facendo – ha raccontato Maresca –. Questa la causa del fenomeno di great resignation, che ha colpito prima l’America e si sta diffondendo anche in Italia, dove il 44% delle persone ha manifestato l’intenzione di lasciare la propria azienda. Parallelamente, un altro fenomeno sta caratterizzando il mondo del lavoro: il quiet quitting, ovvero il licenziamento silenzioso, che porta le persone svolgere solo lo stretto indispensabile compatibilmente con le ore definite da contratto, rifiutando di fare straordinari, aderire a progetti extra e assumersi responsabilità al di fuori dell’attività ordinaria. Tali fenomeni hanno portato a una maggiore consapevolezza sul ruolo giocato dall’ambiente ufficio come luogo che contribuisce a far identificare le persone con l’azienda. Stiamo infatti rilevando una crescente sensibilità in tal senso e maggiori investimenti per la realizzazione di spazi identitari, progettati per favorire senso di comunità. Perché quando ci si sente parte di una comunità cresce il legame con l’azienda e la volontà di dare il meglio”.

Vanno in questa direzione le nuove proposte di sedute operative se:kit e se:air che esprimono da un lato la volontà di una seduta declinabile in molteplici versioni, per diversi utilizzi e ambientazioni, mantenendo un’unica linea estetica e, dall’altro, la nuova sensibilità dell’azienda verso i temi del design e della leggerezza.

Con se:kit, Sedus interpreta la seduta in un modo nuovo. Non più una soluzione univocamente definita, ma un sistema modulare che offre più opzioni di configurazione. L’obiettivo è rispondere all’esigenza di diversità e inclusione negli ambienti lavorativi con un prodotto in grado di adattarsi alle preferenze personali e a diversi ambiti di utilizzo, preservando il comfort e l’ergonomia della seduta, da sempre punti di forza di Sedus. Da qui il claim ‘design your chair’. È l’utente a decidere come deve essere assemblata e con quali componenti, in totale libertà. se:kit è infatti fornita con un tool box che comprende: sei tipologie di schienale, cinque tipologie di braccioli, tre diverse meccaniche, tra le quali una autoregolante, due tipologie di sedile e tre diverse basi.
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Sedute se:air e se:mood tavolo se:lab meet desk libreria se:matrix

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Lo dice il nome stesso, se:air è una seduta leggera, ariosa, realizzata interamente con una membrana traspirante che supporta ogni movimento con diversi gradi di durezza. In questo modo si evita l’accumulo di calore nei punti di pressione e lo scivolamento sulla superficie del sedile. La pulizia delle linee è resa possibile dall’utilizzo del meccanismo brevettato Kinetic Swing che rileva automaticamente il peso senza necessità di regolazione da parte dell’utente. Solo l’altezza del sedile e dei braccioli multifunzione è manuale.

se:air si distingue anche per le caratteristiche di sostenibilità – fino al 50% del materiale del telaio è costituito da materiale riciclato – e per essere un prodotto ignifugo omologato in classe 1.

La scelta di farne un prodotto monocromatico con struttura, membrana, braccioli e rotelle disponibili in un unico colore (nero, bianco, rossa e verde) la rende un prodotto di forte appeal anche per l’home office.
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Seduta se:air, scrivania se:desk home, libreria se:matrix

Il valore del servizio

Per rispondere puntualmente alle richieste dei propri clienti Sedus ha investito in un sistema di produzione 4.0 che consente di controllare e automatizzare tutte le fasi dall’ordine alla produzione, sino alla consegna del prodotto.

“Sono stati fatti importanti investimenti a monte per fare in modo che tutta la supply chain, dall’offerta al delivery, sia organizzata nel minimo dettaglio – specifica Maresca –. Dunque, una volta configurato il prodotto sulla base delle proprie esigenze, l’ordine arriva direttamente alla fabbrica, alla logistica e poi al cliente. Questo significa, per esempio, che quando dobbiamo fare la fornitura di arredi per una porzione di piano di un grande building, riusciamo a produrre esattamente quello che serve, consegnando e montando gli arredi nel rispetto del cronoprogramma. Tutto il sistema è infatti informatizzato con gateway che consentono il tracciamento del percorso delle merci e track and trace del carico fino alla destinazione. Il vantaggio di questo servizio per il cliente è sapere che avrà sempre i prodotti giusti nel momento giusto, senza perdita di tempo. Tenuto conto che i cantieri sono sempre più complessi e faticosi, per il cliente finale o per il nostro partner, avere questa garanzia è fondamentale”.

L’attenzione al cliente prosegue nel post vendita con un servizio di rigenerazione delle sedute facilitato da concept dei prodotti, assemblati senza colle e montati senza l’uso di attrezzi, anche questa è sostenibilità.

Fatica Digitale

È il tema trattato nel prossimo numero di Sedus Insights, trend monitor Sedus sulle tendenze nel mondo del lavoro, in uscita a maggio, e realizzato in collaborazione con Pierandrei Associati e Paco Design Collaborative

Il lavoro ibrido è un modello che sta diventando sempre più popolare. Il motivo risiede nella possibilità di ottenere il meglio da due mondi: la flessibilità del lavoro da casa con la struttura e il supporto di un ufficio. Tuttavia, l’uso intensivo della tecnologia digitale che questo modello comporta, mostra ogni giorno di più alcune implicazioni negative.
Il ruolo del digitale nella nostra vita è cambiato molto negli ultimi due anni, in cui sono state introdotte e adottate nuove abitudini personali e professionali. Molte aziende hanno sperimentato forzatamente il lavoro a distanza, e poi, non appena è stato possibile, sono tornate al lavoro in presenza, optando infine per varie formule di lavoro ibride. La trasformazione degli uffici in “luoghi di lavoro digitali” non ha comportato solo la gestione di un insieme di tecnologie in continua evoluzione, ma anche la ricomposizione di quegli elementi fisici, culturali e digitali che danno forma alle interazioni degli esseri umani con altri esseri umani o macchine – e delle macchine con le macchine. Pertanto, richiede un cambiamento nella natura delle pratiche di lavoro.
Per quanto dipendenti e aziende siano sempre più in grado di gestire questi aspetti, alcuni fattori minacciano un’esperienza lavorativa coinvolgente e sana. Il primo di questi fattori è il fatto che si siano moltiplicati a dismisura gli strumenti, le app e le piattaforme da coordinare. Più ci si affida a questi strumenti, più si diventa consapevoli di quanto la moltiplicazione di applicazioni e dispositivi possa distrarre ed influire sul benessere, non solo al lavoro.
Molti scienziati concordano sul fatto che l’accesso continuo a strumenti digitali favorisca il fenomeno della “monkey mind”, concetto derivato dal buddismo che definisce la condizione in cui l’attenzione cosciente non riesce a rimanere fissa su un singolo argomento e si sposta freneticamente dall’uno all’altro. Un deficit di attenzione che l’uso dei telefoni cellulari – spesso più per curiosità che per necessità – ha amplificato.

Un secondo fattore critico è rappresentato dal tempo che trascorriamo davanti agli schermi:
la maggior parte delle attività che svolgiamo oggi, siano esse di lavoro di svago o di intrattenimento, si svolgono attraverso uno schermo.
Sul lavoro, l’uso di riunioni online, chat, e-mail e tutte le forme di comunicazione digitale è accresciuto negli ultimi due anni, aumentando l’orario lavorativo, e comportando una serie di sintomi fisici, cognitivi e comportamentali.
I primi includono spesso mal di testa, dolore al collo, affaticamento degli occhi, secchezza oculare e bassi livelli di energia. Tra quelli cognitivi ci sono invece quelli legati alla difficoltà di relazionarsi con gli altri attraverso uno schermo.
Questo perché quando si interagisce con altre persone, il cervello umano è programmato per cercare spunti non verbali, come il linguaggio del corpo, le espressioni facciali e così via. Il formato digitale riduce o elimina queste informazioni, rendendo la comunicazione più faticosa e meno efficace. Spesso inoltre crea una pressione eccessiva ad “esibirsi” davanti alla telecamera, preoccupandosi di apparire presentabili e partecipativi agli occhi dei colleghi.
Per contro un eccesso di riunioni online può creare un senso di isolamento e stress dovuto alla riduzione dei momenti di pausa e di dialogo normalmente presenti nelle attività in presenza con i colleghi.
Tutti questi sono sintomi della “fatica digitale”, una condizione in cui le persone si sentono sopraffatte ed esaurite da troppi stimoli digitali.
È un fenomeno che contribuisce a creare uno scarso livello di benessere sul posto di lavoro, in ufficio e a casa, generando frustrazione e disimpegno e peggiorando l’esperienza lavorativa.
Saper prevenire la fatica digitale o le forme più gravi di stress digitale non è solo una necessità per assicurare una maggiore efficienza sul lavoro e una minore distrazione, è un modo per garantire il benessere fisico e psicologico dei lavoratori e creare le condizioni affinché l’ufficio, come spazio fisico, continui a essere il punto di riferimento per ogni dipendente, l’ufficio deve offrire un approccio equilibrato al lavoro e diventare il luogo dove le persone scelgono di andare non solo perché lavorano bene, ma soprattutto perché si sentono bene lavorando. Le ricerche dimostrano infatti, che le persone che si trovano in spazi che supportano il benessere e dove sono ispirate dalla qualità del luogo e dalle esperienze, riescono a fare un uso più consapevole e selettivo degli strumenti digitali, utilizzandoli in modo funzionale e limitandone i possibili effetti negativi che portano distrazione e stress.

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A cura della redazione

Officelayout è la rivista di Soiel International, in versione cartacea e on-line, dedicata ai temi della progettazione, allestimento e gestione degli spazi ufficio e degli edifici del terziario

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