Quando Euroluce (non) c’è

Un viaggio tra innovazione e tradizione, nelle illuminazioni del Fuorisalone

Ogni anno, in occasione del Salone del Mobile, Milano si presta ad accogliere visitatori e addetti ai lavori, con la promessa di svelare trend, nuovi concept, innovazioni, anteprime nel campo del Design. Ogni due anni, la manifestazione si arricchisce di una riflessione sul tema specifico dell’illuminazione, grazie alla presenza di Euroluce.

Non era questo l’anno. Nel 2023, il Salone Internazionale dell’Illuminazione ha festeggiato la sua trentunesima edizione, dandoci appuntamento al 2025. Nessuno, dunque, ad Aprile, si aspettava una significativa presenza di brand del settore, racconti sull’evoluzione della luce, indicazioni sulle ricerche in corso, innovazioni o digressioni sulla cultura di progetto in questo particolare ambito del design. Siamo stati piacevolmente sorpresi.

Eventi e installazioni che hanno animato la città

L’edizione 2024 del Salone del Mobile ha trasformato la città meneghina in un vivace palcoscenico, sul quale la luce ha avuto un ruolo da protagonista indiscusso, tra innumerevoli eventi e installazioni che hanno catturato l’attenzione, affascinato e rivelato interessanti novità e tendenze emergenti

Fragile, realtà tra le più fervide del panorama italiano e internazionale del Novecento e del design storico, ha aperto le porte del suo nuovo spazio in via Simone D’Orsenigo 27 a Milano, presentando la mostra “Anni luce. Arredoluce. 100 lampade, a cura di Anty Pansera. L’esposizione, dedicata all’azienda di design di illuminazione Arredoluce, ha accolto un centinaio di lampade storiche del marchio monzese, sapientemente collezionate negli anni da Alessandro Padoan e Alessandro Palmaghini – alla guida di Fragile – che tutt’oggi ne certificano l’autenticità.

Fragile: lampade Arredoluce da tavolo mod.12919 “Cobra”, 1962. Design Angelo Lelii. Foto Nicola Galli


La stretta connessione tra passato-presente-futuro è stata consacrata da iGuzzini, nello spazio di Via Brera 5, con l’installazione site specific Light that moves time di Alfonso Femia/ AF*Design, che ha messo in scena un progetto in fieri, in cui la potente capacità narrativa della luce coordina e sovrappone temporalità diverse. Nella corte dell’edificio del Piermarini, dei primi dell’Ottocento, la geometria simbolica e ancestrale di ‘The Primitive Hut’ ha ospitato il proiettore Newfo, omaggio formale al primo proiettore architetturale di iGuzzini del 1977, e Filorail, il binario più sottile esistente al mondo, testimoniando l’universale convergenza tra passato e futuro. Nella hall dello showroom, ‘In between’, le nuove famiglie di corpi illuminanti iGuzzini sono state sospese a dischi specchianti, come rimando metaforico alla transizione inversa tra futuro e passato. Al piano interrato, la scenografia retro-futurista di ‘Time before time’ ha accolto i visitatori, in un ambiente rivestito da pareti specchianti, ripercorrendo la storia e l’evoluzione dell’azienda, in un contesto idealmente proiettato avanti nel tempo, con le riedizioni dell’archivio storico iGuzzini Echoes.

 iGuzzini, installazione Light That Moves Time _ ThePrimitiveHut


Dal passato hanno tratto ispirazione anche altre realtà, in alcuni casi sorprendendo gli spettatori con un cambio di registro, che ha spostato l’attenzione dal prodotto all’atmosfera da cui ha origine il processo creativo-progettuale.

Flos at Palazzo Visconti, una delle installazioni più suggestive del Fuorisalone ispirata a una foto del 1988 di Maria Mulas, ha offerto una riflessione sul valore delle affinità elettive nel progetto di design. I visitatori sono stati accolti, nella sala d’ingresso del piano nobile, con un cortometraggio, in cui, come un tempo, i cinque designer protagonisti delle lampade esposte, sono stati ripresi nel corso di una giornata passata insieme, chiacchierando, giocando, condividendo spazi ed esperienze. Quel dietro le quinte che è spesso precluso ai più, ma rappresenta un grande valore, in termini di scambio di idee e ispirazioni,  per chi progetta: la dimensione affettiva che ci si dimentica spesso di celebrare come fondativa di ogni gesto di design.

 Flos a Palazzo Visconti, 1988 © Maria Mulas
©Luca Caizzi


Frutto di questo rinnovato focus sui corto-circuiti creativi e sullo stretto legame che deve esistere tra azienda e progettisti per dare luce a oggetti innovativi e senza tempo, è SuperWire, la famiglia di lampade modulari progettata da Formafantasma per Flos, realizzata in vetro planare e alluminio brillantato, con una nuova fonte luminosa custom-made, sviluppata dal team R&D di Flos: una sottilissima striscia di LED, piatta, morbida, flessibile, in grado di misurare fino a un metro, che emette una luce calda e omogenea lungo tutta la sua lunghezza e che può essere facilmente sfilata per sostituzione e riparazione. Un unicum nel panorama delle lampade a LED.

Formafantasma per Flos, collezione SuperWire, @Robert Riege

La fiducia nelle contaminazioni, nella ricerca e nella sperimentazione, quale base per poter immaginare direzioni nuove, ha trovato la sua più alta espressione nel progetto Habitus, presentato da Foscarini, a Spazio Monforte. Un intervento sospeso nello spazio delle possibilità tra idea e prodotto, nato dalla collaborazione con il designer e artista Andrea Anastasio insieme ad Arun Jothi e Natalie Frost, creativi di Amal (realtà specializzata nell’alta sartoria e nei ricami fatti a mano per l’haute couture). Ancora una volta i visitatori hanno potuto non solo ammirare i pezzi esposti, ma anche, grazie a dei video, conoscere i passaggi progettuali e produttivi delle opere, immergendosi nell’atmosfera da cui il design ha origine. Gli oggetti luminosi in mostra hanno unito il know-how di un’azienda e il saper fare di un atelier, senza vincoli a una possibile applicazione industriale, con l’obiettivo di esplorare altri mondi, su cui riflettere in modo libero, per creare immaginari di luce nuovi.

Andrea Anastasio con Amal per Foscarini, progetto Habitus _ PET modellato a caldo e LED

La ricerca di soluzioni, capaci di garantire esperienze innovative nel quotidiano, attraverso un connubio sempre più stretto tra design e tecnologia, è stato un altro filo conduttore della MDW 2024. Le riflessioni sul rapporto tra luce, spazio e percezione, hanno condotto alla nascita di dispositivi in grado di trasformare gli ambienti in base alle esigenze dell’individuo, negli spazi di lavoro e abitativi.

Dalla collaborazione tra KKDC e la lighting designer Lisa Marchesi ha preso vita “Nekkida”, piantana multisensoriale, dalla forma semplice, lineare, quasi astratta. Più che una lampada, un raccoglitore di strumenti in grado di stimolare i nostri sensi. Emissioni di luce altamente personalizzabili, consentono di modificare la percezione dello spazio, grazie alla possibilità di gestire (con app CASAMBI e un pannello di controllo posto sull’elemento verticale del dispositivo per accensione e spegnimento) l’illuminazione indiretta diffusa (bianco dinamico da 1900K fino a 5000K e RGBW), diretta diffusa (bianco dinamico da 1900K fino a 5000K) e diretta d’accento (fino a due faretti con ottica media e temperatura di colore fissa, a scelta 2700K/3000K/3500K), creando diversi scenari luminosi in base alle proprie esigenze. Questa “lampada tutta per sé”, dalle diverse finiture che appagano il tatto, regala anche la possibilità di ascoltare musica, con sistemi in grado di gestire l’audio, convogliando il suono in una direzione particolare, e di stimolare il senso dell’olfatto grazie alla presenza di un diffusore di profumi.

KKDC, lampada da terra Nekkida, design Lisa Marchesi


Con un linguaggio formale decisamente più sfarzoso, ma la stessa meticolosità in termini di qualità della luce e “magia” delle funzioni di comando e controllo degli effetti luminosi, Occhio ha reinterpretato il concetto di chandelier, presentando Lunanova. Una lampada composta da sfere di vetro specchiate di varie dimensioni nella finitura dark chrome, disposte concentricamente attorno a un disco a specchio. Grazie alla tecnologia brevettata Occhio fireball, le sorgenti luminose fluttuano all’interno delle sfere, producendo una luce morbida ma diretta, potente ma non abbagliante. Il design classico si combina con la tecnologia innovativa dell’azienda, che consente di cambiare intensità e colore della luce, tramite la app Occhio air o il controller Occhio, personalizzando in modo semplice e intuitivo l’illuminazione e l’atmosfera dell’ambiente, con un lampadario che è quasi un’installazione di arte interattiva.

Occhio, chandelier Lunanova

In un mondo sempre più tecnologico e interconnesso, l’obiettivo di generare esperienze innovative ha portato a esplorare nuove frontiere di interazione tra luce e  AI.

A Superstudio, Habits Design, con Dialoghi Domestici Digitali, ha messo in scena un futuro prossimo in cui la tecnologia ha acquisito un’intelligenza emotiva e sensibile. Con la lampada Cosmo, sono stati ritracciati i confini delle proprietà normalmente attribuite agli apparecchi di illuminazione: questo dispositivo è in grado di apprendere le caratteristiche della sorgente luminosa che gli viene posta sotto, rilevandone l’intensità, il colore, il movimento, restituendo l’effetto all’ambiente e creando scenari di luce dinamica. L’accensione è tornata così a essere un momento emozionante, di stupore e meraviglia.

Habits, sospensione Cosmo, Progetto di Selma Antonellini

A Terrazza Martini, Artemide e il Design team di Microsoft Corporation hanno raccontato nuove possibili opportunità di interazione umana integrata all’AI, che combinano luce e tecnologia. Una ricerca congiunta, avviata per produrre esperienze all’avanguardia, a partire dal dialogo tra i dati e il mondo dell’illuminazione.

Artemide e il Design team di Microsoft Corporation

Gli stimoli creativi, emotivi e sensoriali, immancabili nella settimana del design, hanno trovato la loro massima estrinsecazione nelle mostre immersive, allestite in varie zone della città.

Milano, con i suoi importanti palazzi, storici e non, è stata la perfetta cornice per una serie di installazioni, che hanno regalato esperienze uniche e di grande impatto. 

A Palazzo Isimbardi, Lasvit ha affascinato il pubblico del Fuorisalone con la mostra “Re/Creation”, uno spazio in cui le menti sono state libere di vagare, ispirate dalla grazia fluida del vetro fuso. La monumentale opera, allestita nel cortile centrale, con l’obiettivo di ridefinire il rapporto tra vetro e architettura, e le nuove collezioni di lampade presentate in anteprima, all’interno delle sale, hanno dimostrato le abilità tecniche dell’azienda ceca e condotto i visitatori in una realtà quasi onirica, in perfetto equilibrio tra arte e design, tradizione e contemporaneità.

Lasvit, installazione Re_Creation

Dall’altra parte di Milano, in Zona Tortona, Preciosa Lighting ha unito, per la prima volta, la secolare tradizione boema della lavorazione del vetro al fascino della luce colorata, offrendo un emozionante momento di evasione dagli stimoli della città, con uno spettacolo ispirato agli ipnotici universi dei videogiochi del passato. Con l’installazione dinamica “Crystal Beat Vol. II.”, ha presentato il suo ultimo Signature Design Crystal Pixels. Un omaggio alla precisione e alla semplicità della prima arte digitale, che ha invitato gli spettatori a vivere il presente immergendosi in un viaggio a ritroso nel tempo. Nella totale oscurità, tra pareti nere, in un paesaggio sonoro ispirato alla musica degli Anni 80, con 400 componenti cubici triplex opalin pendenti, programmati per rispondere al ritmo della musica con vibranti tonalità luminose LED RGBW, il design dei Crystal Pixels ha espresso il fascino inconfondibile dell’estetica digitale ai suoi albori, in un perfetto connubio tra nostalgia e contemporaneità.

01.  Preciosa, installazione Crystal Beat Vol. II, Foto Jan Dolezal
Photo Jan Dolezal_
Photo Jan Dolezal_


Luce, colore e musica sono stati protagonisti anche dell’installazione multispazio Making Sense of Color, allestita da Google al Garage 21, con l’obiettivo di mostrare come, dall’etereo al materiale, il colore trasforma la nostra esperienza con il mondo che ci circonda. Il viaggio immersivo, co-creato da Ivy Ross, Vice Presidente Hardware Design di Google, e dal suo team di progettazione in collaborazione con il laboratorio artistico e di ricerca Chromasonic, ha accolto gli ospiti introducendoli nella vibrante installazione “Sensory Field”, composta da 21 stanze aperte, realizzate con moduli in tela traslucida, disposte secondo una griglia regolare e attraversabili liberamente mediante spazi interstiziali. Momento per momento, utilizzando il Chromasonic Refrequencing, che traduce le frequenze del suono in luce e le frequenze della luce in suono, la luce è stata resa udibile e il suono visibile. Questo fenomeno unico ha generato una profondità di immersione che ha reso ogni persona estremamente consapevole della connessione tra i movimenti sottili del proprio corpo e quelli delle altre persone all’interno dell’installazione. Un’armonizzazione della connessione tra mente e corpo attraverso la luce e il suono.

 Google, installazione Making Sense of Color, Courtesy of Chromasonic

Conclusione

La Milan Design Week 2024 ha dimostrato che la luce non può mancare in alcuna riflessione che abbia al centro l‘uomo e il suo benessere, poiché parte integrante del nostro vivere quotidiano, strumento di narrazione e innovazione, soggetto in grado di influenzare percezioni, prestazioni, comportamenti e persino l’umore. Il Fuorisalone, in un viaggio tra eventi e installazioni, tradizioni e nuove tecnologie, ha mostrato non solo il potenziale creativo dell’illuminazione, ma anche il suo ruolo centrale nel design contemporaneo, offrendo una panoramica affascinante di come la luce possa plasmare gli ambienti e le nostre esperienze

Non era l’anno di Euroluce, eppure il mondo dell’illuminazione ha offerto moltissimi spunti di riflessione. È stato un viaggio entusiasmante, anzi l’anteprima intrigante di ciò che ci riserverà il futuro. Non ci rimane che lasciarci ispirare dalle scintille di creatività che la settimana del design ci ha regalato, restando sintonizzati e connessi.

Alla prossima avventura luminosa!


Claudia Giacomobello

Dopo aver conseguito la Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Disegno Industriale al Politecnico di Milano, con doppia specializzazione in Lighting Design e Design & Management della Moda, e un Master post-laurea in Fashion Graphic Design presso la Camera Nazionale della Moda Italiana, lavora sia nel settore pubblico che privato, occupandosi di product & graphic design, progettazione di allestimenti, lighting design e didattica. Co-titolare e co-fondatrice dello studio di progettazione illuminotecnica Savetheclock di Milano, svolge l'attività di project management, valutazioni tecnico-economiche, gestione clienti e fornitori. Da sempre impegnata nella diffusione della cultura della luce, fonda, con altri colleghi, l'Italian Lighting Design Group, partecipa come relatore a conferenze di settore, scrive articoli su riviste specializzate, insegna Lighting presso le accademie di design ISAD e IDI di Milano, fa parte del progetto internazionale Women in Lighting.

Officelayout è la rivista di Soiel International, in versione cartacea e on-line, dedicata ai temi della progettazione, allestimento e gestione degli spazi ufficio e degli edifici del terziario

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