La luce e tutte le variabili del colore
L’utilizzo della luce colorata negli ambienti di lavoro offre la possibilità di immergersi in uno spazio individuale in cui il benessere della persona è il focus del progetto di illuminazione
La natura è in continua evoluzione ed è facilmente percepibile se si osservano i cambiamenti della luce: a volte repentini, a volte lenti, con contrasti importanti o con lievi sfumature. Intesa nella sua essenza primaria quale fonte luminosa, di giorno con il sole e di notte con la luna e le stelle, la luce, attraverso le sue infinite variabili di intensità e di colorazioni crea le atmosfere che accompagnano la nostra vita offrendoci mutazioni frequenti.
La staticità che offre nella maggior parte delle situazioni l’illuminazione artificiale, invece, non appartiene alla nostra natura di essere umani, e se non dosata correttamente può persino compromettere il benessere della persona.
Durante l’arco della giornata la colorazione della luce naturale può variare notevolmente, assumendo sfumature che ricordano i colori dell’arcobaleno: dall’arancio, al rosa, all’azzurro e fino al viola. Passando da una forte intensità dei raggi solari che colpiscono gli oggetti presenti nel paesaggio, ad una una luce soffusa, filtrata dalle nuvole, che avvolge in maniera molto delicata gli ambienti, la percezione che si ha del continuo mutare dell’atmosfera luminosa è un concetto parte del nostro vivere quotidiano e, per questo motivo, spesso ignorato e sottovalutato.
Noi non viviamo sotto una perenne luce fissa ma in un continuo evolversi delle scenografie luminose: la luce cambia in continuazione durante l’arco della giornata, fino ad arrivare all’assenza di luce durante la notte.
Così come in natura possiamo riscontrare una luce dinamica, anche quando si progetta un sistema di illuminazione artificiale è necessario tenere in considerazione questo importante aspetto legato alla variabilità della luce, non soltanto intesa come intensità ma anche come colorazione.
Questo particolare modo di progettare si basa su studi che mettono al centro il benessere dell’uomo: la human centric light. Abbiamo affrontato questa tematica coinvolgendo alcuni professionisti del settore e ponendo l’attenzione su alcuni esempi progettuali.
.
Come la luce e il colore si rapportano all’evoluzione culturale
.Se si osserva l’evoluzione umana è possibile rendersi conto che gli uomini sono animali principalmente diurni, con bioritmi che consentono di spendere molte energie durante le ore luminose e di recuperarle, con il riposo, durante la notte. Ma con l’evoluzione culturale e sociale sono cambiati i modelli esistenziali e si è iniziato a prevedere un utilizzo del tempo completamente diverso.
Si è aggiunto un nuovo orologio tecnologico e culturale a quello biologico e naturale, e questo nuovo orologio funge come strumento disciplinare del tempo.
La vita notturna ha assunto molta importanza, oggi la notte diventa il momento in cui l’uomo può dedicarsi ad eventi più disparati: visitare un museo, fare una passeggiata, divertirsi, ma può anche lavorare. Gli ambienti di lavoro diventano spazi in cui si estende il tipico concetto di giornata lavorativa: dalle classiche otto ore, si passa ad una gestione autonoma del lavoro. Non ci sono più regole ben definite e non vi è più una visione unica, ma ci troviamo di fronte a un nuovo modo di vivere gli uffici.
In questa nuova concezione del giorno e della notte è possibile ricreare delle atmosfere emozionanti, vere e proprie scenografie luminose che, grazie all’alternanza di luce e penombra, luce calda e luce fredda e all’inserimento di luce colorata, trasformano gli ambienti di lavoro, come gli uffici, in luoghi in cui l’utilizzatore riesce a svolgere il proprio ruolo lavorativo in serenità e benessere.
Questo nuovo modo di pensare al progetto, ponendo al centro della ricerca il benessere e la salute delle persone, lo si riscontra in particolare nei luoghi di lavoro, dove gli architetti e gli interior designer, non soltanto analizzano gli spazi da un punto di vista ergonomico e funzionale, ma grazie all’inserimento del colore, offrono delle percezioni visive completamente nuove.
Come sottolinea lo scrittore e psicologo tedesco Rudolf Arnheim, il colore assume la sua reale apparenza e compiutezza, solo quando occupa un posto e una funzione entro una struttura, una costruzione progettuale, considerata nel suo insieme. Ovvero vanno affrontate le interazioni del colore e le relazioni che esso stabilisce con gli altri elementi del mondo visivo: forma, posizione, quantità, qualità della luce. Quest’ultimo aspetto della qualità della luce in relazione al colore ha un ruolo fondamentale nella progettazione degli uffici in quanto strettamente correlato al benessere delle persone.
L’illuminazione negli uffici deve essere in grado di garantire il benessere fisiologico e mentale degli utilizzatori e in questo senso l’inserimento del colore inteso sia come materia, sia come luce colorata permette di ottenere un valore aggiunto al progetto.
L’uso di questi due elementi ha però anche un rapporto diretto con l’espressività, con il messaggio che il progettista intende trasmettere tramite la sua opera. In questo caso il colore assume una funzione culturale, di rappresentanza della contemporaneità e l’architettura, dovendosi adeguare alle nuove sfide imposte da una cultura multimediale e altamente tecnologica, ha iniziato ad utilizzare il tema del colore come una vera e propria interfaccia tra pensiero progettuale e comunità.
.
In che modo i colori degli oggetti e della luce influenzano le emozioni, le prestazioni e la salute
La necessità di un approccio olistico per progettare il colore negli ambienti interni viene affrontata in una recente ricerca dalla professoressa Laura Bellia del Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Napoli Federico II assieme ai professori Giuseppe Barbato del Dipartimento di Psicologia, Università della Campania Luigi Vanvitelli e Alfonso Morone del Dipartimento di Architettura, Università di Napoli Federico II: “La scelta dei colori degli oggetti e della luce negli ambienti interni ha influenza non solo sulla percezione visiva, ma anche sull’umore e sulle prestazioni degli individui. La conferma di ciò è data dalla molteplicità di ricerche e studi finalizzati alla valutazione degli effetti emozionali indotti dai colori, con particolare riferimento a specifici ambiti di applicazione, quali ad esempio gli ospedali, gli uffici, gli ambienti scolastici, i luoghi di vendita, ecc. Nonostante diverse metodologie e protocolli, i risultati ottenuti dalle sperimentazioni sono in accordo a dimostrare che i colori freddi utilizzati per le superfici e gli arredi inducono sensazioni di calma e tranquillità, mentre i colori caldi sono più attivanti, stimolando l’attenzione e talvolta inducendo addirittura un senso di ansia o pericolo, come ad esempio il rosso. È altresì consolidato che i colori neutri hanno un minore impatto sulle emozioni. D’altra parte, nella valutazione degli effetti non-visivi della luce, con particolare riferimento all’impatto sui ritmi circadiani e sull’attenzione e stato di veglia, è stato dimostrato che le sorgenti ricche di radiazioni di piccola lunghezza d’onda (luci fredde) sono attivanti ed in grado di sopprimere maggiormente la melatonina (l’ormone del sonno) di quanto non facciano le sorgenti più ricche di radiazioni di elevata lunghezza d’onda (luci calde), a parità di illuminamento misurato all’occhio. È stato inoltre confermato che la luce arricchita di radiazioni “blu”, con temperatura di colore di circa 10000 K, ha un significativo impatto positivo sia su soggetti affetti da disturbo affettivo stagionale (SAD), che sulle prestazioni cognitive in ambienti scolastici e di lavoro, stimolando l’attenzione e incrementando lo stato di veglia. Si riscontra quindi un effetto contrastante tra gli effetti psicologici indotti dai colori e quelli fisiologici indotti dalla composizione spettrale delle radiazioni, e quindi sempre da aspetti cromatici. A questo scenario, già notevolmente complesso, si aggiunge la circostanza che i colori degli oggetti, con particolare riferimento alla produzione nel campo dell’industrial design, sono preferiti o utilizzati perseguendo logiche legate ad aspetti culturali e sociali o ancora legati ad esigenze di moda o mercato. Con questa chiave di lettura, ad alcuni particolari colori sono associabili specifici significati (si pensi ad esempio al “rosso Ferrari”, che evoca la potenza e la velocità…), spesso differenti per diverse culture. Come è possibile armonizzare e comprendere questi complessi fenomeni, spesso contrastanti? Solo con un approccio olistico ed interdisciplinare che prevede la stretta cooperazione tra diversi specialisti: lighting designer, industrial designer, medici, psicologi, architetti, partendo innanzitutto da una nomenclatura comune e lavorando in sinergia, con l’obiettivo di proporre metodologie per un design squisitamente rivolto alla qualità degli ambienti e al benessere dell’uomo”.
.
Qualità e temperatura di colore della luce e benessere percepiti negli uffici
Alla base di un buon progetto di illuminazione vi è sempre il corretto bilanciamento tra luce naturale e luce artificiale come sottolineato dal dottor Dario Bettiol, head of marketing di Acdc, Thorn, Zumtobel: “Partendo dalla considerazione che la luce solare rimane di fatto la sorgente di luce migliore per garantire equilibrio e benessere psicofisico dell’individuo, il primo passo per progettare correttamente la luce dell’ambiente è il corretto orientamento dell’edificio e una disposizione logica e sufficiente delle aperture. Premesso questo, bisogna capire quali sono i punti fondamentali dell’illuminazione artificiale degli uffici.
Il tema della luce dinamica è stato analizzato negli ultimi anni passando attraverso la misurazione di performance visiva, acuità visiva, comfort visivo e vitalità (fattore ELI, ergonomic lighting indicator) fino ad arrivare ad una ricerca del benessere del fruitore dello spazio.
E se la temperatura di colore intermedia inizialmente rappresentava il giusto compromesso alle esigenze progettuali, con il tempo ci si è resi conto quanto invece le nuove soluzioni di sistemi tunable white fossero in realtà la risposta più adeguata alle continue richieste di una progettazione volta alla human centric lighting”.
Ma il concetto di illuminazione dinamica ha subito notevoli mutamenti nell’arco degli ultimi anni, continua Dario Bettiol: “Ricerche approfondite mostravano come i lavoratori preferissero livelli di illuminamento superiori a quelli minimi normati (800 lux medi anziché 500) e come la possibilità di personalizzare la luce alla sensibilità diversa del singolo fosse considerata un plus. Ricerca peraltro confermata da una indagine simile, ma che vedeva applicate le tecniche proprie delle neuroscienze. Lo sviluppo tecnologico, una crescente richiesta di certificazioni e l’assegnazione del premio Nobel alla medicina nel 2017 per la scoperta dei meccanismi che regolano i ritmi circadiani nell’individuo, hanno dato una spinta notevole ad una maggiore consapevolezza dell’importanza della luce e del suo progetto. Numerose indagini, tra le quali quelle svolte dalla professoressa Bellia, hanno rivelato che la luce dinamica e la ricostruzione dei ritmi circadiani, di fatto apporta notevoli benefici ed è tra gli elementi a consentire un migliore benessere psicofisico dell’individuo. Nello specifico possiamo elencare a titolo esemplificativo: una riduzione dei disturbi del sonno, una riduzione delle cause d’ansia, una maggiore efficienza produttiva, una migliore resistenza allo stress, un aumento delle difese immunitarie, una riduzione della stanchezza psicofisica e allargandoci una riduzione dell’assenteismo per malattia e una diminuzione dell’incidenza di patologie anche più serie”.
Da queste continue ricerche i vari produttori di apparecchi di illuminazione hanno sviluppato una serie di prodotti altamente tecnologici che assicurano consistenza cromatica, efficienza, dimmerizzazione ed ovviamente una gestione della temperatura di colore.
“Uno degli ultimi obiettivi per la produzione di apparecchi per l’illuminazione dei luoghi di lavoro per il prossimo futuro – precisa Dario Bettiol – è lo studio di un aspetto che migliorerà ulteriormente le soluzioni a luce dinamica: la componente spettrale della sorgente relativamente alla curva di sensibilità melanopica. Si attendono su questo fronte forti miglioramenti in termini di comfort e prestazione visiva su aspetti fisiologici, visivi e biologici e quindi in totale rispondenza con quanto prevede la progettazione HCL”.
.
La ricerca della felicità sul posto di lavoro
Un esempio pratico delle teorie sulla human centric lighting è il progetto l’Orangerie che ospita la divisione Gas&Power di Edison realizzato dall’architetto Cristiana Cutrona di Revalue e dai lighting designer Serena Tellini e Francesco Iannone di Consuline.
In una video intervista i tre protagonisti del progetto ci raccontano come da necessità puramente tecniche e funzionali, richieste dal cliente, si è passati alla progettazione di un sistema molto complesso e articolato in grado di rispondere alle necessità principali e di garantire il benessere fisico e psicologico.
Ci racconta l’architetto Cutrona che il concept del progetto viene creato basandosi sull’idea dell’orangerie, ovvero dei giardini di inverno, per presentare una visione dell’ufficio del futuro dove il benessere fisico dell’uomo non si ottiene solamente garantendo il raggiungimento dei parametri per l’illuminazione degli uffici, ma ponendosi una domanda fondamentale: quali sono le condizioni di luce che fanno stare bene le persone?
Il presupposto è che noi in quanto essere umani, non siamo stati pensati per vivere in spazi chiusi dove l’illuminazione è fissa e costante, siamo abituati a vivere in ambienti esterni, naturali, in cui la luce è in continuo movimento, in cui sono presenti delle variabili percettive legate al cambiamento della luce naturale durante il giorno.
Ed è da questo concetto che nasce l’idea della luce sotto la pergola, ricreata in questi uffici attraverso un sistema altamente tecnologico (con un sistema Dali settato in maniera non tradizionale) che con l’alternanza di luci accese e spente, di intensità luminose differenti e di cambi di temperatura di colore (da 2700 a 6000 K) ricreano il mutare della luce e delle ombre portate sui tavoli.
Ci raccontano in maniera più approfondita la tematica della luce mutevole i lighting designer Tellini e Iannone:
“I concetti di illuminazione dinamica appaiono nella cultura della illuminazione alla metà degli Anni 80. Fin da allora nelle maggiori università europee si svolgono ricerche relative al miglioramento delle condizioni di lavoro negli uffici e in sintesi si auspicano luce naturale, illuminazioni a tubi fluorescenti trifosforo e sistema di controllo con reattori elettronici capaci di eliminare il flikering della banda delle lampade fluorescenti. Nascono i primi tentativi di dare alla luce una dinamicità attraverso l’uso di sistemi di controllo.
Da quegli anni il dibattito è cresciuto sino ad oggi ed è unanime la definizione che negli uffici la luce dinamica è indispensabile così come il controllo del livello di illuminamento che non può essere più costante.
.
.
Gli studi hanno identificato nella costanza del colore della luce e nella costanza del livello di illuminamento un fattore di sgradevolezza che nel 2014 viene definito come “fattore di pericolosità per la salute umana” (relazione ENEA). Dopo studi eseguiti in ambienti di lavoro privi di fonte di luce naturale si appura anche che la dinamicità della luce naturale entra in relazione con il “sistema circadiano umano” responsabile del circuito ormonale indispensabile alla vita. Molto più recenti studi internazionali hanno appurato che non è solo il divenire diverso di livelli di illuminamento e il colore della luce a rendere più facile lo stare per molte ore in un ambiente lavorativo chiuso, ma anche la possibilità che il sistema visivo umano sia molto più frequentemente chiamato in causa per aggiustare luminanze indirette e cambi di luminosità: oggi si diviene alla definizione che uno dei luoghi più rilassanti dove poter operare con attività cerebrale in azione tensiva è assimilabile a un bosco dove tra le frasche degli alberi la luce aggiusta le sue marginalità e dove per effetto dei fenomeni fisici la vista è continuamente sollecitata ad aggiustare la visione oculare: fortissime sono le ripercussioni sul cervello nel rilascio di cortisolo e dopamina, di serotonina e di melatonina.
Il progetto Edison Energia include nel concept principale una profonda interazione tra elementi di arredo e illuminazione e al di la della dinamicità della luce, che muta le sue condizioni spettrali al seguito della circolarità del ritmo circadiano, inteso come parametro assodato, qui il progetto prevede un dinamismo particolare delle sorgenti puntuali che vada ad interferire con le parti di arredo/acustica ricavandone ombre portate da diversi gradi di luminanza che possano produrre quella attività cerebrale fondante al rilassamento. Viene ricostruita l’attività della luce naturale in un bosco dove il sole passa tra il fogliame producendo ombra e continuo cambio di luminanza percepibile dal sistema cerebrale. Si presenta come uno dei primi esempi in Europa di questo genere che lavora sui dati scientifici recentemente rilasciati."
I tre protagonisti concludono la video intervista raccontando di un particolare momento di questo progetto, da loro denominato “il sospirone”. L’architettura preesistente, prima del loro intervento, era stressante, era un luogo in cui la gente doveva usare un tono di voce molto alta, in cui non solo la comunicazione verbale era difficile, ma anche il benessere fisico e psicologico era messo sotto pressione. Durante i primi sopralluoghi a lavoro ultimato, i tre progettisti iniziarono a notare che le persone in visita allo spazio sospiravano quando entravano, perché il benessere provocato dalla nuova atmosfera dava una mutazione del respiro ed una variazione della frequenza respiratoria. Lo spazio, con questo nuovo concept, cambiò notevolmente, tanto che le persone modificarono persino il loro modo di lavorare sussurrandosi le informazioni.
.
Illuminazione dinamica degli uffici del futuro: ricerca degli apparecchi di illuminazione a LED
Applicare le ricerche relative alla corretta illuminazione per gli ambienti di lavoro, che come abbiamo presentato, significa principalmente porre l’attenzione sul benessere delle persone, oggi significa mettere in campo tutta una serie di accorgimenti per lo sviluppo degli apparecchi di illuminazione, cosi come affronta la dottoressa Daria Casciani, Phd, assegnista di ricerca presso il Politecnico di Milano – Dipartimento di Design: “Gli apparecchi di illuminazione utilizzati in ambito ufficio offrono spesso limitate funzionalità di illuminazione; sono spesso sistemi di illuminazione scelti per l’efficienza energetica e per limitare l’abbagliamento, con temperatura di colore a 4000K e possibilità di modifica nulle. Altri apparecchi di illuminazione che includono effetti dinamici danno la possibilità di regolare il flusso da un valore massimo a un valore minimo. Un ulteriore piccola categoria permette la modificabilità della temperatura di colore da calda a fredda in una gamma limitata tra i 3000K e i 5000K, perché valori superiori non sono considerati confortevoli mentre valori inferiori non sono considerati consoni ad uno spazio ufficio (molto più in uno spazio domestico). Tali apparecchi di illuminazione funzionano spesso in base alla pianificazione giornaliera, seguendo degli schemi o delle ricette luminose che sincronizzino il sistema circadiano dell’individuo dando una luce più fredda quando c’è bisogno di energizzare l’individuo, mentre una luce più calda per rilassare sul finire della giornata. Si tratta dunque di sistemi preimpostati in base ad un timer interno che possono, eventualmente, essere modificati a livello personale in qualunque momento.
Tali sistemi di illuminazione dinamica erano dapprima supportati da tecnologie a scarica, quindi sorgenti di illuminazione fluorescenti con diverse temperature di colore e un’interfaccia Dali per la gestione e il controllo, sia della miscelazione e scelta della tonalità di bianco, sia del flusso, mediante telecomandi o sistemi di controllo su interfaccia software. Oggi esistono prodotti che, grazie alla tecnologia LED, rendono possibile le medesime funzioni alleggerendo la struttura e la forma dell’apparecchio.
Al contempo tale tecnologia di illuminazione, insieme a sistemi di controllo, potrebbe essere efficacemente utilizzata per la creazione di scenari luminosi dinamici molto più vari e complessi.
È necessario domandarsi a questo scopo cosa si intenda per illuminazione dinamica nel contesto ufficio.
Il nuovo tema di ricerca diventa, dunque, capire che tipo di luce oggi sia necessario progettare per la vita dell’uomo e quali tecnologie possano assolvere a questi nuovi compiti luminosi. La vera sfida progettuale è tesa ad ottenere un corretto bilanciamento tra sostenibilità, efficienza e comfort a fronte di una trasformazione epocale delle sorgenti di illuminazione e della tecnologia Led che sta lentamente ma incessantemente incontrando un largo interesse delle aziende, dei lighting designer, degli architetti. Alcuni studi sulle tendenze del mercato del "general lighting" prevedono una presenza massiccia dei Led negli apparecchi di illuminazione entro il 2020 (McKinsey & Company,2012): tale trend sarà determinato dalla diminuzione del costo delle sorgenti e dalla capacità delle maggiori aziende di introdurre a catalogo apparecchi LED. Questa epocale trasformazione tecnologica potrebbe significare un salto di qualità molto evidente nella progettazione di prodotti non meramente ispirati agli stereotipi classici, facendo retrofit delle sorgenti tradizionali con le sorgenti LED. Un approccio molto più interessante è infatti quello di creare degli apparecchi LED che prendano in considerazione le caratteristiche di questa tecnologia per una maggiore qualità della luce, il tutto in maniera complessivamente efficiente.
La finalità è investigare il modo in cui lo stimolo luminoso interferisca con lo spazio di vita e con gli individui per comprendere come, grazie alle nuove applicazioni tecnologiche, si possano progettare nuovi prodotti performanti che abbiano anche un impatto sul soggetto.
Le nuove applicazioni dell’illuminazione SSL (in termini di prodotto, integrazione tra prodotti e ambiente e applicazioni), sono volte al benessere e alla salute degli individui, sfruttando le nuove tecnologie dell’illuminazione disponibili, di cui si prevedono sviluppi rilevanti per l’applicazione nelle seguenti aree:
• utilizzo di sorgenti luminose a LED colorate e/o bianche a diversa temperatura correlata di colore, la cui distribuzione spettrale possa essere variata al fine di ottenere effetti benefici e stimolanti sull’individuo. Con le nuove tecnologie SSL, lo spettro delle sorgenti può diventare uno strumento di progetto per creare interessanti esperienze percettive;
• integrazione dei dispositivi luminosi con l’architettura e l’arredo, sia in contesti applicativi professionali, sia privati, in cui si ridefinisce completamente l’impianto di illuminazione classico (da AC a DC) che completa e si sovrappone all’architettura, a favore di una progettazione integrata mediante sistemi “plug and play” che riconoscano immediatamente il sistema di gestione e gli apparecchi di illuminazione;
• integrazione dei sistemi di illuminazione con sensori e controlli smart proponendo una realizzazione del concetto di “Internet of things”, in cui gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. Questa possibilità offre l’occasione di indagare e ripensare forme, funzioni delle interfacce con le quali fino ad oggi abbiamo controllato e regolato i nostri apparecchi di illuminazione nei diversi contesti applicativi (casa, uffici, luoghi pubblici, ecc)”.
.
.
Un esempio progettuale che affronta queste considerazioni relative alle ricerche sul benessere e sullo sviluppo di apparecchi a LED è il progetto per Vedanta Resources Limited come ci spiega Martina Alagna, lighting designer dello studio Nulty Lighting: “L'illuminazione centrata sull'uomo dovrebbe essere sempre al centro del design degli specialisti della luce. È importante capire che non si tratta solo di un’illuminazione a replica del ritmo circadiano. Infatti, l'uso di apparecchi di illuminazione a luce bianca dinamica non è di per sé sufficiente a costituire una strategia di design basata sull’uomo e le sue attività all’interno di un determinato spazio. Sebbene questa tecnologia possa essere uno strumento utile alla creazione di uno spazio più confortevole, non dimentichiamo che questi tipi di illuminazione dovrebbero essere utilizzati solo come parte integrata di una strategia più ampia di progettazione che tiene conto di tutte le esigenze degli utenti.
Ricordiamo infatti che il cosiddetto “Human Centric Lighting” (HCL) è spesso collegato solamente alla temperatura del colore della luce del giorno per massimizzare la nostra produttività e favorire i nostri schemi di sonno. Mentre indubbiamente ritroviamo vantaggi nel ricercare la risposta biologica dell’uomo alla luce artificiale, è importante ribadire che ancora oggi non ci sono elementi comprovati che garantiscono questa efficacia sull’uomo.
Tuttavia mi fa molto piacere che la scienza stia indagando sull’efficacia di questi tecnologie e seguo molto da vicino le varie pubblicazione scientifiche e dibattiti alle conferenze degli esperti del settore luci.
I vantaggi sui lavoratori che un'illuminazione centrata sull'uomo dovrebbe, innanzitutto, basarsi sulla progettazione di un luogo piacevole in cui trascorrere il nostro tempo, considerando che circa il 93% della nostra vita si svolge in ambienti interni. Nessuno vuole trascorrere 8 ore di lavoro in uno spazio freddo uniforme o malamente illuminato, quindi la luce può aiutare in questo caso a creare uno spazio unico per gli utenti che fruiscono dell’ambiente.
Quello che rende un luogo di lavoro più piacevole è l’affiancare ad un design creativo ben progettato, l’uso di sistemi di controllo all’avanguardia. Quello che crea un vero e proprio approccio "centrato sull'uomo" è avere la possibilità di modificare l'intensità, la qualità e la temperatura del colore della luce per lavorare al meglio secondo le esigenze collettive ed individuali.
Un luogo di lavoro centrato sull'uomo in termini di illuminazione implica la necessità di connettersi sul singolo individuo, la progettazione fin dall'inizio deve essere basata sulle esigenze e sui desideri di coloro che useranno lo spazio. Ciò comporterà inevitabilmente un certo livello di rischio, tuttavia il risultato finale è uno spazio più innovativo che funzionerà molto meglio per gli utenti. La controllabilità dunque, consente di rispondere alle esigenze in continua evoluzione dei luoghi di lavoro del futuro.
Inoltre l’uso del colore all’interno del luogo del lavoro in determinate zone adibite magari al rilassamento o ad altre particolari attività, da la possibilità di immergersi in un ambiente incentrato sulle esigenze individuali. Molti ricercatori indagano oggi sugli effetti della luce colorata sull’uomo ed è stato comprovato al laboratorio di luce dell’Università di Leeds che questa sia in grado di influire sulla frequenza cardiaca e sulla pressione sanguigna: la luce rossa, sembra aumentare la frequenza cardiaca, mentre la luce blu la abbassa. Il professor Stephen Westland inoltre sta indagando sugli effetti del colore sulla creatività, l'apprendimento e la qualità del sonno dando così un nuovo impulso alla ricerca che esplora il modo in cui rispondiamo, sia fisiologicamente che psicologicamente, al colore che ci circonda”.
.
La relazione tra sfumature di luce e contesto spaziale
Oggi occuparsi di illuminazione significa progettare gli ambienti luminosi ponendo l’attenzione sulla società e sulla cultura del luogo in cui questi spazi sono inseriti. Architetture dense, articolate, ricche di chiaro e scuri, ma anche di toni intermedi e di zone di penombra e buio.
Illuminare questi ambienti attraverso atmosfere emozionanti, dove si possono alternare luci con colori a volte acidi e pungenti, a volte delicati e pastello, significa pensare gli spazi ponendo l’attenzione non soltanto sul processo visivo ma anche sulle nostre conoscenze, sulla nostra cultura e sulla nostra esperienza.
Gli effetti di illuminazione sono influenzati dalla distribuzione della luce percepita nel contesto spaziale globale; la luce modifica l’ambiente in relazione alla sua provenienza e deve pertanto essere considerata come un vero e proprio materiale con cui progettare.
Negli ambienti interni i gradienti di chiarezza e quelli di grandezza producono un aumento o una riduzione della profondità, stabiliscono un orientamento dell’oggetto rispetto alla fonte di illuminazione e stabiliscono i rapporti reciproci evidenziati dalle ombre portate. Le scelte delle cromie, l’utilizzo di sfumature, di zona luminose che si alternano a zone di penombra modificano il significato dell’immagine, creando effetti drammatici, ironici, grotteschi, poetici.
La luce può cambiare anche drasticamente la percezione di uno spazio, semplicemente giocando con delle scenografie luminose: dall’ utilizzo di temperature di colore differenti, scelte sia in relazione ai materiali sia per distinguere le funzioni delle varie aree, alla combinazione di luce bianca e colorata per enfatizzare particolari zone dell’’ufficio o per evidenziare dettagli architettonici, alla gestione dell’intensità della luce attraverso nuove tecnologie personalizzabili semplicemente con il telefono, fino all’inserimento di oggetti luminosi che trasformano ambienti, a volte troppo asettici e minimali, in spazi di design contemporaneo.
Modificare l’atmosfera all’interno degli uffici si pone quindi come una vera e propria sfida anche per architetti e interior designer. L’ufficio non si pone più come lo spazio vuoto, senza personalità, bianco o nero, in cui prevale il solo punto di vista funzionale. Sempre più frequentemente per progettare questi ambienti viene incaricato un team di esperti: l’architetto, l’ingegnere, l’interior designer, il grafico, il lighting designer, e tutti collaborano fin dalle prime fasi iniziali di concept.
Le atmosfere luminose vengono quindi scelte fin dai primi passi del progetto, al fine di ottenere uno scenario di luce che non sia soltanto funzionale alla quantità di luce necessaria per svolgere il corretto compito visivo, ma che sia in grado anche di garantire il benessere delle persone.
Come ci racconta l’architetto Enrico Frigerio dello studio Frigerio Design Group presentandoci il progetto per gli uffici Green Life: “La luce nel progetto riveste un ruolo strategico non solo perché deve rispondere a regole di ergonomia e normativa, ma perché crea atmosfere e contribuisce alla definizione degli spazi.
Il progetto è stato sviluppato con l’obiettivo di massimizzare la resa della luce naturale e ottimizzare quella artificiale, in ottica di garantire un elevato contenimento energetico e il confort sensoriale degli utenti. La luce naturale illumina tutti gli ambienti e scandisce così la percezione del tempo di chi li abita, mentre la luce artificiale interviene per garantire il giusto livello di illuminazione."
Da un approccio volto all’aspetto “green”, al comfort visivo, e ad una visione moderna degli spazi di smartworking e smart living, ad un approccio molto più tradizionale, che mette in risalto l’architettura di un edificio storico trasformandolo in un particolare ufficio moderno. Sono solo alcuni dei contesti architettonici che si possono riscontrare durante la progettazione degli ambienti di lavoro, e le scelte di illuminazione, in termini soprattutto di temperatura di colore, variano profondamente a seconda del contesto in cui sono inserite.
Il progetto illuminotecnico deve creare un ambiente dinamico e accogliente, e deve relazionarsi con il contesto architettonico, con le finiture, i materiali, e la storia del luogo, utilizzando soluzioni personalizzate per ciascun ambiente, cosi come ci sottolineano gli architetti Park Associati e la lighting designer Silvia Perego di IN-VISIBLE lab parlandoci del progetto per gli uffici Allen & Overy: “ Il progetto illuminotecnico è stato sviluppato con corpi illuminanti con temperatura di colore 3000K, in totale dialogo con le scelte di interior sviluppate dagli architetti.
La scelta di utilizzare una temperatura di colore calda, si lega molto all’atmosfera delle sale, come la particolare biblioteca, ma anche alle finiture di legno caldo che avvolgono l’ambiente di un delicato bagliore in grado di far emergere un lato molto più conviviale degli ambienti. Qui la luce viene dosata in funzione delle particolari sfumature degli ambienti."
Il colore, come abbiamo già raccontato, può diventare un elemento espressivo anche attraverso l’utilizzo di particolari finiture per pareti, pavimenti, o per la scelta degli arredi. Come ci mostra la nuova sede di Progetto CMR, da poco inaugurata a Milano, concepita per essere la casa italiana dell’architettura. Da un punto di vista progettuale, il concept di illuminazione ci viene spiegato dagli architetti di Progetto CMR partendo da un aspetto molto importante: la scelta della temperatura di colore: “La scelta dei 3000K, uniformemente adottata in tutti gli spazi, è finalizzata alla creazione di un ambiente accogliente, morbido, attrattivo e funzionale a minimizzare l'affaticamento visivo.
Unita alla creazione di un confortevole compito luminoso, garantisce anche un perfetto bilanciamento con la luce solare e con la variegata gamma di colori, in massima parte dai toni freddi, scelta per gli arredi e gli artwork che caratterizzano i diversi spazi."
La tematica del colore assume qui una valenza anche di design del prodotto, la scelta delle finiture degli apparecchi è infatti strettamente correlata ai materiali e alle decorazioni presenti nelle varie zone.
.
Aspetto emotivo del progetto e valorizzazione del brand
Il lighting designer deve affrontare il progetto lavorando a stretto contatto con l’architetto o interior designer fin dalle prime idee di concept. La luce e le scelte di materiali, colori e finiture devono essere confrontate e studiate in maniera empirica, cercando di testare le varie proposte al fine di ottenere il risultato desiderato.
Le parole dell’architetto Michela Oliva ci aiutano a capire meglio questo particolare dualismo tra luce e colore:
“Il punto di partenza nello sviluppo di un concept per un marchio, sia esso per uno spazio commerciale o di ufficio, è l’analisi dei valori del brand da comunicare che costituiscono l’anima e il DNA dell’azienda unitamente ai bisogni e al posizionamento del marchio stesso.
Questi aspetti rappresentano il messaggio da interpretare e trasmettere attraverso la creazione di uno spazio sviluppato ad hoc, che diventi la «pelle del marchio» e la sua «customer/employee experience».
Commissionare un nuovo concept sottende la volontà del Brand di rinnovarsi e di cambiare aspetto pur restando fedele alla propria filosofia o all’evoluzione di essa. È una variazione del percepito agli occhi del pubblico. Una “muta”, un po’ come accade in natura, che deve avvenire periodicamente. Per stupire, evolvere il proprio aspetto, per attrarre e colpire chi osserva, catturandone l’attenzione e l’ammirazione. Il Brand comunica attraverso i suoi spazi (attraverso le sue atmosfere che sono fatte di colori, luci, materiali e talvolta profumi), che devono essere evocativi e in linea con il suo posizionamento. Per questo, l’approccio alla ricerca delle palette di colori e materiali che rispecchino l’anima del Brand richiede un esercizio di immedesimazione e rielaborazione importante.
Il trinomio colore – luce – materiale, in particolare, costituisce un aspetto fondamentale per il benessere psicofisico di chi vive lo spazio sia, quindi, per chi vi avrà permanenza continuativa (come chi ci lavora) sia per chi vi transita (come, ad esempio, i clienti).
Bisogna creare ambienti che ‘smuovano’ la parte emotiva degli utenti per far sì che lo spazio venga associato a un’esperienza sensoriale positiva, producendo il desiderio di volerla ripetere.
In questo scenario, i colori e i materiali devono evocare i main messagges del Brand concorrendo a richiamare la sua riconoscibilità e unicità pur potendo essere slegati dalle cromie del logotipo e dell’eventuale pittogramma del marchio.
Resta in ogni caso fondamentale trovare un equilibrio tra ambiente e prodotto/attività lavorativa per non adombrare questi ultimi, che devono rimanere indiscussi protagonisti.
A prescindere dall’utilizzo di colori particolari per le finiture, la luce all’interno di uno spazio enfatizza sempre la parte emozionale e può conferire, se ben dosata, una teatralità anche alle cose più semplici, accentuando l’aspetto emotivo del progetto. Va usata con cognizione di causa e in maniera sapiente per enfatizzare alcune parti e, magari, nasconderne altre, in modo da valorizzare colori e tonalità o oggetti. Sempre, naturalmente, in funzione dello specifico utilizzo dell’ambiente. Ritengo, inoltre, sia necessario poter regolare la luce all’interno di uno spazio nel corso della giornata per garantire l’atmosfera desiderata a seconda delle attività che si svolgono nei vari ambienti e, quando c’è, in base al continuo mutamento della luce naturale. Personalmente prediligo la luce bianca perché, se ben calibrata, consente di osservare i materiali nella loro reale cromia e nella loro essenza.
Considero la luce colorata più come un “gioco”, un effetto ludico che potrebbe essere sicuramente un elemento caratterizzante e di rottura o di valorizzazione emozionale di alcune parti del progetto."
Questo tema del valorizzare gli ambienti di lavoro in maniera emozionale lo si ritrova in alcuni esempi progettuali dove l’inserimento del colore è strettamente collegato alla brand identity, come nel progetto per gli uffici di Warp Studio realizzati dai designer giapponesi di I IN e dal lighting consultant Light Cube.
Il designer Yohei Terui ci racconta che l’idea di utilizzare la luce colorata nasce dalla volontà di collegarsi al marchio del cliente, il rosso ed il blu fanno infatti parte del logo di Warp studio.
Il concept nasce dal desiderio di utilizzare un grande schermo, posizionato nel centro della stanza, come un importante strumento per illuminare tutto l’ambiente. Fin dall’inizio avrebbero voluto confondere i confini tra la finzione e la realtà, con l’obiettivo di creare una modalità di espressione che simboleggiasse il vero futuro. Attraverso la ricostruzione della luce, della forma, dei materiali e del modo in cui le persone trascorrono il loro tempo a lavoro, l’intero ufficio è diventato uno spazio confortevole con una nuova visione del futuro.
L’idea iniziale proposta dai designer ai clienti è stata quella di creare un ufficio dove le persone possono essere rilassate e spendere il loro tempo in libertà, come se fossero nella loro abitazione privata. Questa particolare sensazione di intimità domestica è stata estesa a tutti gli spazi comuni attraverso l’utilizzo della tecnologia, così da creare un luogo in cui le persone possano realmente sentire il futuro e l’innovazione. Da un punto di vista tecnico la vera innovazione sta nel grande schermo ad alta risoluzione, con un alto output di immagini in continuo cambiamento. La luce emessa dallo schermo avvolge l’intero spazio e offre varie sensazioni luminose.
Anche nelle altre stanze come ad esempio nella sala riunioni, che è circondata da una parete curva intonacata con sfumature molto morbide, una leggera luce colorata fluisce attraverso il vetro creando delle gradazioni cromatiche.
L’utilizzo della luce colorata assume qui un ruolo fondamentale per rendere forte l’identità del brand, ha un notevole impatto visivo e si inserisce negli spazi trasformandoli.
Il colore può quindi diventare elemento predominante in un progetto, sia come materia prima che come luce colorata.
“Agli uomini il colore dona grande diletto” J.W. Goethe, “Colore è vita, perché un mondo senza colori sarebbe un mondo senza vita. La luce, il fenomeno primo dell’universo, ci rivela nei colori lo spirito e l’anima vitale del nostro mondo” –(J.Itten, Arte del colore, 1961). Utilizzando le parole di due grandi personaggi della nostra storia, possiamo concludere questa analisi della luce colorata offrendo una nuova visione del concetto di benessere delle persone. Oggi non è più solamente legato all’utilizzo della corretta quantità di luce, ma, e soprattutto, è strettamente correlato alla necessità di suscitare emozioni e creare scenografie luminose in continua mutazione, così come avviene in natura. Questo lo si può fare utilizzando il colore come finitura, decorazione, inserendo un oggetto di design, come una lampada decorativa che cambia colore, come infine utilizzando la luce colorata, o la luce dinamica e sfruttando le nuove tecnologie.