Il graphic design si fonde con l’architettura
La progettazione dell’edificio che accoglie i nuovi uffici Thonik, il collettivo di designer di casa ad Amsterdam, attraverso il graphic design dà un’interpretazione giocosa del patrimonio architettonico locale, sottolineando il ruolo sociale dell’architettura
“Cerchiamo di cambiare il mondo. Un progetto alla volta”. È con questa dichiarazione d’intenti che dal 1993 Thonik realizza progetti di graphic design con una cifra visiva sempre originale pur mantenendo le sue radici ben affondate nella società contemporanea. Tra le tante referenze, spiccano il Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, uno dei più antichi musei dei Paesi Bassi, la Centrale Elettrica d’Arte di Shanghai, ma anche la Biennale di Venezia, il Comune di Amsterdam e l’Holland Festival. Tutte realtà creative e artistiche che hanno spinto i due soci fondatori, Nikki Gonnissen e Thomas Widdershoven, a continuare a evolvere il loro stile e la loro progettualità. Ed è proprio in questa perpetua volontà di miglioramento e ricerca visiva che lo studio, a inizio estate, ha inaugurato la sua prima opera architettonica in una vera e propria incursione nel design tridimensionale: il progetto di un intero edificio che contiene i loro uffici, ma non solo. A firmarlo è Thomas Widdershoven in collaborazione con Arjan van Ruyven di MMX Architects. Come una sorta di manifesto spaziale della filosofia progettuale di Thonik, l’edificio è caratterizzato da impegno sociale oltre che da un’interpretazione giocosa del patrimonio architettonico locale. “Quando abbiamo trovato questo pezzo di terra in affitto sulla Wibautstraat di Amsterdam, abbiamo pensato subito che fosse il luogo giusto da trasformare in catalizzatore per creativi” racconta Widdershoven “Anche se all’inizio il Comitato delle Belle Arti era perplesso e in parte restio ad approvarlo, per fortuna ha cambiato idea. Credo comunque continui a considerarlo come qualcosa di bizzarro.” afferma accennando una risata.
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Un edificio fluido
La realizzazione del progetto è durata 12 anni, tra burocrazia, approvazione progettuale e inizio cantiere: “Nessuno voleva quel pezzo di terra perché, sebbene sia in un’ottima posizione, è su una strada che si ama o si odia. In più, il lotto era troppo piccolo per costruire.” continua Widdershoven. Il designer è partito da poche ma chiare convinzioni: uso di finestre pavimento-soffitto anche sugli angoli, realizzazione di una griglia visiva che alternasse il vetro alla struttura muraria in un susseguirsi di pieni e vuoti, e infine che, negli spazi interni e dunque nelle sue funzioni, la parola d’ordine fosse flessibilità.
“Normalmente vengono realizzati edifici adibiti esclusivamente al residenziale, oppure solo ad uffici o solo all’intrattenimento con ristoranti e via dicendo. Fin dall’inizio quello che volevamo era invece esattamente l’opposto, perché siamo convinti che gli spazi ibridi oggi siano fondamentali, in un’ottica anche, e soprattutto, di sostenibilità e possibile riuso in futuro.”
Analizzando l’edificio a partire dall’esterno, in una celebrazione delle radici grafiche di Thonik, le linee sulla facciata sono un chiaro riferimento a Mexcellent, un carattere progettato da Lance Wyman per i Giochi Olimpici del 1968 in Messico, qui applicate in combinazione di orizzontali, verticali e diagonali in una radicale semplicità. “Abbiamo tratto ispirazione dal nostro lavoro per il Museum Boijmans van Beuningen, per il quale abbiamo esteso il linguaggio visivo dei caratteri tipografici allo spazio fisico del museo realizzando un enorme pavimento-dipinto per il cortile. Le strisce bianche e nere usate lì ci hanno dato l’esperienza necessaria per decidere di progettare similmente le facciate del nuovo studio Thonik. La scelta architettonica si è orientata quasi da subito verso una scala antincendio esterna, dettaglio inusuale in Europa e soprattutto ad Amsterdam, ma agli occhi di Widdershoven un’ottima opportunità per muovere e caratterizzare la facciata principale rendendola ancora più 3D. “Le scale sarebbero state fuori misura rispetto alle fasce di pieno della parete esterna e volevamo un unico trattamento grafico: le righe hanno risolto creando un giusto bilanciamento”.
Il rivestimento grafico è costituito da pannelli dello spessore di 1 cm, montati direttamente sul materiale isolante. Ogni foglio è costituito da carta impregnata prodotta a Weert, nel sud-est dei Paesi Bassi, completamente riciclabile e supporto ideale per l’applicazione di una qualità grafica unica.
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Interni d’artista
Oltre all’effetto grafico delle linee, in facciata anche le grandi finestre fanno sì che l’edificio si distingua dall’intorno. Ma è il trattamento degli spazi interni che contribuisce a renderlo una meta speciale per la comunità creativa di Amsterdam. Lo sviluppo a uso misto dei piani include il nuovo studio Thonik, disposto sui due piani centrali, un sake bar al piano terra che dà accesso a un ristorante giapponese collocato al primo piano e infine uno spazio eventi all’ultimo piano con terrazza sul tetto, in alcune occasioni aperta anche al pubblico.
“Inizialmente avevamo pensato di collocare lo studio all’ultimo piano, per i soffitti più alti e per la terrazza con una vista straordinaria sulla città, ma poi abbiamo pensato che valesse la pena destinare quel piano a eventi e conferenze con un allestimento che include una sitting area e una cucina, che noi di Thonik usiamo spesso”.
I due piani di ufficio sono stati progettati e allestiti in un’ottica collaborativa: una grande e unica stanza ne occupa interamente uno dei due, mentre al piano inferiore si trova una piccola biblioteca, stanze per riunioni e uno spazio atelier. “Per noi è importante lavorare tutti insieme. Siamo in 15, ma ognuno di noi nell’arco della giornata può avere esigenze diverse, ed è per questo che abbiamo adattato il nostro secondo piano a spazi più raccolti perfetti per concentrarsi”.
L’intervento grafico non manca certo negli interni e raggiunge il suo apice sulle scale, realizzate da Envisions (Simone Post e Sanne Schuurman), dove le linee sono fresate in compensato laminato. Simone Post ha realizzato anche una parete acustica al piano superiore, realizzata con un tessuto di cotone stampato a cera che ha disegnato per Vlisco (antica azienda tessile olandese) nel 2018. In un’ottica di riuso, Thonik ha scelto di arredare i propri spazi con gli stessi tappeti di lana che aveva creato per una mostra al Museo d’Arte di Shanghai nel 2008.
L’occhio green non guarda solo al riuso di oggetti o materiali già utilizzati, ma ha anche portato lo studio Thonik a realizzare l’edificio insieme a MMX Architects interamente in ottica sostenibile a emissioni zero: le finestre a pavimento e a soffitto sono a triplo vetro e stratificate con uno speciale rivestimento UV, mentre la temperatura interna è regolata da una pompa di calore ad aria. Lo spazio è inoltre dotato di risorse di energia solare ed eolica supplementari. “Spero che questo progetto possa servire come spunto per altri futuri” conclude Widdershoven “nei quali le città saranno sempre più dominate dalla gente che le abita, non dall’economia e dagli affari. Mi piace pensare che sia una testimonianza in più della nostra convinzione che il design dovrebbe sempre contribuire a un mondo più bello e quindi migliore”. In 2D o in 3D non cambia.
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