Arredo senza barriere
La norma UNI 11675 definisce requisiti e raccomandazioni per la progettazione degli arredi e per soddisfare le esigenze di tutte le persone, comprese quelle con disabilità
Se ci fermiamo a osservare il mondo in cui viviamo, notiamo quanto sono evidenti e frequenti le situazioni in cui le abilità fisiche delle persone hanno una limitazione dovuta a situazioni puntuali quali ad esempio patologie di varia natura o infortuni. L’età inoltre porta con sé inevitabilmente a una diminuzione della forza muscolare, della mobilità delle articolazioni e a una visione ridotta.
L’interazione e l’integrazione con l’ambiente circostante ne risente in modo pesante limitando l’accessibilità a varie attività e servizi che discriminano in modo non più accettabile né sostenibile per una società civile e avanzata.
Altra evidenza importante la possiamo trovare nei dati numerici che riguardano la popolazione europea:
• 50 milioni persone in Europa (all’incirca una persona su sei) di età compresa tra i 16 e i 64 anni sono affette da un problema di salute permanente o da una disabilità;
• questo dato rappresenta Il 16% della popolazione complessiva dell’UE in età lavorativa;
• il 63% delle persone con disabilità ha più di 45 anni;
• quasi il 30% della popolazione nella classe d’età compresa tra 55-64 anni è affetto da una disabilità;
• il 50% delle persone disabili è impiegato rispetto al 68% del non disabili.
A questo scenario dobbiamo aggiungere il fatto che l’incidenza della disabilità aumenterà in quanto la popolazione europea sta diventando sempre più vecchia.
Va poi rilevato che la letteratura scientifica e tecnica sull’argomento dell’accessibilità per tutti è molto grande, ma l’attenzione maggiore posta da questi studi riguarda gli edifici, la loro accessibilità dall’esterno e alle varie e numerose aree interne. L’argomento arredo e la sua disposizione è stato invece trattato in misura molto minore, e gli studi che portano a dati progettuali utili sono pochissimi e rari.
UNI 11675:2017 Mobili – Progettazione di arredi e i loro approcci per soddisfare le esigenze di tutte le persone – Requisiti
Dato lo scenario descritto, la Commissione Mobili dell’UNI un paio d’anni fa ha messo allo studio un progetto di norma che affrontasse l’argomento dell’arredo, funzionalità, progettazione e sua disposizione negli ambienti di vita adattabile, utile e facilmente raggiungibile per tutte le persone adulte, indipendentemente dalle loro abilità fisiche.
La norma fornisce requisiti e raccomandazioni per tale progettazione e spiega l’approccio e la prospettiva utilizzati.
La norma contiene cinque appendici informative:
A – Spazi per passaggi sulle vie d’accesso;
B – Intervalli delle dimensioni di raggiungibilità da parte delle persone;
C – Utilizzo del valore di riflessione della luce (Y) per valutare contrasto visivo;
D – Requisiti di resistenza e durabilità;
E – Raccomandazioni per la progettazione e disposizione degli arredi per tutti.
Vanno sottolineati due aspetti fondamentali che sono stati i punti di riferimento su cui i lavori si sono incentrati e focalizzati. Il primo consiste nel fatto che quanto riportato nella norma, in termini di requisiti, dimensioni e raccomandazioni, risulta adatto, fruibile e utilissimo anche per persone che non presentano evidenti disabilità. Il secondo aspetto è che si è cercato di considerare le principali disabilità fisiche quali quelle delle persone su sedie a rotelle, quelle con difficoltà di deambulazioni (stampelle, bastoni etc.) e gli ipovedenti. Per fare questo si è attinto dalle indicazioni riportate nel documento citato nella bibliografia della norma.
Interessante e indispensabile per la definizione delle dimensioni riportate nel corpo della norma è l’Appendice B, nella quale vengono riportate innanzitutto le dimensioni fondamentali relative agli utenti su sedia a rotelle quali ad esempio l’altezza braccioli, altezza ginocchio e profondità appoggiapiedi in funzione della percentuale (80, 90, e 95%) degli utenti accomodati da tali valori. Dimensioni queste che definiscono poi lo spazio sotto il piano di scrivanie, banconi tavoli e cucina.
Si passa poi alla definizione degli intervalli di raggiungibilità da parte delle persone sia nella posizione seduta (e.g. utenti su sedia a rotelle) sia in piedi. Le ricerche su questi parametri hanno ottenuto come risultato la definizione dei seguenti insiemi di intervalli che, in termini di precisione dell’azione o di frequenza d’uso, sono:
a) Intervalli di raggiungibilità confortevoli. Questo intervallo è determinato dalla capacità di una persona a raggiungere durante l’estensione e/o tramite il piegare il corpo ed è appropriato per un’attività che richiede precisione ed è eseguita con frequenza.
b) Intervalli di raggiungibilità estesi. Questo intervallo è determinato dalla capacità di una persona a raggiungere durante l’estensione e/o tramite il piegare il corpo ed è appropriato per un’attività che non richiede precisione e non è eseguita con frequenza.
Gli ambiti, le destinazioni d’uso e le tipologie di arredo
La norma considera le seguenti destinazioni d’uso per cui è applicabile per arredi posti in:
• uffici pubblici e privati
• collettività (e.g. negozi, ospedali bar, villaggi turistici, etc.);
• scuole (e.g. università, musei, biblioteche);
• ambito domestico.
Nei vari edifici di cui sopra e troviamo le tipologie di ambienti afferenti a:
• Posti di lavoro in ufficio e per utenti
• Posti di lavoro in ambito collettività e arredi per residenti
• Cucina, soggiorno e/o sala da pranzo, bagno e camere da letto
Quanto alle tipologie di arredi considerati sono:
• Mobili contenitori e ripiani
• Banconi e banconi accettazione
• Spazi di lavoro e superfici di lavoro
• Tavoli, maniglioni, appendiabiti
• Fasciatoi, letti
È esperienza comune che i mobili contenitori, incluse mensole e ripiani, siano tra i componenti d’arredo più critici per quanto concerne la facilità di raggiungere e operare in modo agevole, accedere, riporre e prelevare i loro contenuti. La norma pone la dovuta enfasi a questi aspetti distinguendo tra scenari di interazioni diversi ma ampiamente conosciuti, quali l’uso frequente e non frequente.
Rimandando i molti particolari e numeri a una lettura della norma, riporto a titolo di esempio le altezze relative di ripiani per persone che possono stare in piedi ma con mobilità ridotta:
intervallo di raggiungibilità dal lato per una persona in piedi con difficoltà a raggiungerli e a piegarsi – da 750 mm a 1500 mm per uso frequente e da 700 mm a 1625 mm per uso non frequente.
Analogo discorso e stesso approccio anche per i mobili contenitori e loro componenti (e.g. cassetti) per gli utenti su sedie a rotelle. In questo caso c’è un ulteriore fattore che è l’ingombro spaziale delle gambe e dei braccioli della sedia. Sia i casi della presenza di spazio per le gambe che l’assenza sono stati presi in considerazione nella definizione dei requisiti.
Altra caratteristica considerata è la visibilità dei mobili contenitori definendo sia requisiti di gloss, sia di contrasto di colore con le altre superfici. Importante poi l’allineamento con i requisiti sicurezza e il richiamo con la norma Europea UNI EN 16121.
Analogamente la norma affronta gli altri ambiti lavorativi quali banconi accettazione sia in ambito ufficio che collettività. Le dimensioni riportate colmano una mancanza lamentata più volte dagli operatori.
Attenzione viene data anche all’ambito domestico (applicabile anche a strutture collettive) quali il bagno, la cucina, soggiorno e camere da letto. Lungi da porre vincoli di progettazione a tali ambienti e prodotti, la norma si limita a fornire dimensioni di riferimento per garantire la raggiungibilità da parte di tutte le persone indipendentemente dalle loro abilità fisiche.
Forte in ogni caso il rimando alle norme europee o nazionali che definiscono i requisiti di sicurezza, resistenza e durata
Catas Brianza, al servizio di un grande territorio
Nel cuore della Brianza batte ancora forte il mobile, un tessuto economico che ha bisogno di affinare le proprie armi per poter competere in un mercato sempre più complesso, dove le normative, la garanzia della sicurezza o di specifiche prestazioni sono un valore assoluto.
Se ne è parlato nella conferenza stampa tenutasi a Lissone presso la sede di Catas Brianza: a fare gli onori di casa il direttore dell’istituto, Andrea Giavon, che ha delineato la storia di Catas e la sua missione, ovvero essere al servizio di una industria del legno e del mobile sempre più moderna e innovativa, che si confronta con norme e regolamenti che stabiliscono concetti preziosi per il consumatore, quali sicurezza o qualità.
“Il mobile e tutto ciò che rientra nella definizione di ‘arredo’ non fa eccezione ed è indispensabile che le aziende conoscano quali sono i loro doveri o, meglio, a quali test e prove debbano sottoporre i prodotti per ottenere le certificazioni indispensabili per poterli commercializzare nei diversi Paesi” ha esordito Giavon. Una attività sempre più complessa che Catas – il più importante laboratorio in Europa per le prove, la certificazione e le ricerca per il settore del mobile e dell’arredo – porta avanti dalla sua fondazione, nel 1969, a San Giovanni al Natisone, in provincia di Udine. Una storia e una competenza al servizio anche della Brianza, dove nel 1994 è stata aperta una sede per offrire alle imprese di questo distretto gli strumenti per esportare in tutto il mondo nel rispetto di requisiti e normative internazionali. Catas è un centro di competenza a livello internazionale, con un fatturato che supera i 6 milioni di euro, 10.000 metri quadrati di laboratori, 50 tecnici specializzati, un ricchissimo catalogo di test, oltre 44.000 prove effettuate ogni anno per duemila clienti in tutto il mondo, di cui ben il 40% stranieri, dalla Cina agli Stati Uniti.