Asia-Pacifico: consumi ufficio in ripresa
Europa e Italia principali fornitori oltreoceano
Il mercato del mobile per ufficio in Asia-Pacifico ha totalizzato un valore di circa 18.5 miliardi di dollari nel 2020. Dopo anni di crescita continua il mercato aveva visto un rallentamento già nel 2019 per poi ridursi, sotto il peso della pandemia, di circa il 9% a prezzi correnti nell’anno successivo.
Secondo i dati pubblicati da CSIL nel report “The office furniture sector in Asia-Pacific and China”, la regione rappresenta circa il 40% della domanda mondiale di arredi ufficio, dove Cina, Giappone, India, Australia e Corea del Sud costituiscono i principali consumatori. In generale, nel corso dell’ultimo decennio, i mercati asiatici hanno registrato una progressiva apertura all’interscambio internazionale soprattutto dal lato delle esportazioni che sono arrivate a rappresentare il 28% della produzione nel 2020. Dall’altro lato, il peso dell’import ha seguito anch’esso un trend di crescita, ma su valori molto più contenuti visto che costituisce il 7% della domanda interna.
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Ma chi sono i principali fornitori della regione? Bisogna sottolineare che ben l’85% delle importazioni provengono dall’area asiatica stessa, in particolare dalla Cina. L’Europa, prima fra tutti l’Italia, è il maggiore partner oltreoceano con una quota dell’11% dell’import asiatico complessivo.
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Come in altre parti del mondo, nel corso del 2021 i consumi di arredi si sono mostrati in crescita anche se l’andamento della pandemia continua a rendere incerte le prospettive di medio periodo. I principali osservatori del mercato immobiliare sottolineano una generale riduzione delle superfici e la maggior parte dei nuovi progetti si mostra orientata verso una maggiore flessibilità proprio contemplando le nuove forme di lavoro ibrido. Tuttavia, va considerato che il livello di rientro presso gli uffici risulta decisamente difforme a seconda dei paesi che hanno adottato atteggiamenti diversi verso il cosiddetto lavoro da remoto. In Cina, ad esempio, dove le regole di confinamento sono state decisamente severe, non sembrano esserci state politiche per incentivare il lavoro da casa, anzi le imprese hanno spinto per un rientro rapido negli uffici una volta passata la fase critica. Al contrario in Giappone il livello di occupazione degli spazi risulta ancora piuttosto basso e molte imprese hanno annunciato che percentuali significative dei propri dipendenti saranno interessate da forme stabili di lavoro da remoto. In questo contesto, CSIL stima per il 2021 una crescita dei consumi reali di arredi ufficio inclusa fra il 4% e il 5% per l’intera regione asiatica.