Il comfort acustico, fra cultura di progetto e innovazione
Il crescente ruolo del comfort acustico nella progettazione degli spazi di lavoro rappresenta la spinta che ha portato aziende produttrici a una continua ricerca di soluzioni innovative, spaziando fra materiali di nuova generazione e un approccio multifunzionale che abbina fonoassorbenza e illuminazione
La progettazione acustica nell’ambiente di lavoro deve assolvere a due compiti fondamentali: favorire la concentrazione durante lo svolgimento del lavoro individuale e facilitare l’intellegibilità delle comunicazioni verbali tra colleghi e con interlocutori al telefono. È dunque necessario intervenire riducendo la rumorosità degli ambienti, con una corretta gestione del riverbero, e garantendo un’adeguata privacy alla postazione di lavoro, due cardini progettuali alla base del comfort acustico.
“Il comfort acustico rappresenta uno degli argomenti più dibattuti tra i progettisti e i designer, con un crescente interesse anche tra i produttori di materiali legati al mondo dell’architettura e dell’arredamento – spiega l’architetto Silvano Spandre, titolare di Acustico –. Tra gli spazi architettonici maggiormente coinvolti in questa ‘rivoluzione acustica’ bisogna certamente annoverare gli ambienti destinati alle attività lavorative, dove un basso livello di rumorosità risulta essere una condizione essenziale per lo svolgimento della propria attività, ma prima ancora un’esigenza irrinunciabile di carattere psico-fisico. Ciò è ampiamente comprensibile se si considera la quantità di ore che ciascuno di noi trascorre in ufficio e a quanto sia fondamentale potersi ricavare una propria ‘cellula’ lavorativa, in grado di garantire un sufficiente livello di privacy e di assenza di disturbo. Fattori che assumono maggiore rilevanza nelle aree di lavoro con caratteristiche open space, oggi sempre più ricorrenti in conseguenza della mutata gestione dei criteri organizzativi e in relazione alla diffusione dei coworking”.
Ed è proprio la crescente consapevolezza del ruolo giocato dal comfort acustico nel migliorare la qualità della vita all’interno degli ambienti di lavoro, a rappresentare la spinta che ha portato aziende attive nel settore a una continua ricerca di soluzioni innovative, spaziando fra materiali di nuova generazione e un approccio multifunzionale che abbina fonoassorbenza e illuminazione.
E se, come risulta dall’analisi “Produttività: come l’acustica influisce sulle prestazioni dei lavoratori in open space” sviluppata dal ricercatore David M. Sykes , il 70% dei dipendenti afferma che la produttività aumenterebbe se l’ufficio fosse meno rumoroso, il calibro della materia è subito chiara.
Dai materiali nuove performance
Tessuti tecnici, schiume, pannelli in legno o in metallo forato: definire lo scenario dei materiali usati per comporre soluzioni acustiche è complesso, sia per la varietà degli elementi, sia per il percorso in continua evoluzione che li contraddistingue. Va considerata anche la combinazione fra di essi, perché è anche del design e dal tipo di assemblaggio che dipende l’efficacia del sistema acustico. Diversi gli approcci delle aziende che fanno innovazione puntando su elevate prestazioni, estetica e versatilità di impiego.
“Fonology si propone al mercato offrendo soluzioni fonoassorbenti multimateriche – afferma Roberto Valentini, acoustic production manager di Fonology, brand di Ares Line –. Quindi, nel momento in cui decidiamo di progettare un nuovo sistema, la scelta dei materiali da impiegare è il nostro primo pensiero. La ricerca effettuata dall’azienda è stata dettata dalla volontà di offrire qualcosa di unico, tenendo sempre presente il rispetto delle performance unito al design del prodotto. Nascono così i pannelli in lamiera, in cemento/calce, in vetro e acciaio, in ‘verde verticale’… Le caratteristiche di ogni proposta dipendono dal tipo di installazione e dal risultato che si vuole ottenere. In un ambiente destinato alla collettività (teatri, auditorium, etc.) l’impianto ‘fisso’ è quasi sempre la scelta più opportuna, mentre negli spazi ufficio deve essere analizzata, volta per volta, la tipologia di sistema da adottare. Ad esempio un pannello in tessuto freestanding offre maggiori opportunità di rimodulazione degli spazi ed è di più semplice manutenzione. Infine gli aspetti legati al rispetto dell’ambiente, nella scelta dei materiali e durante le fasi produttive, è al primo posto e diventa un valore aggiunto per le forniture alla Pubblica Amministrazione come nelle forniture alle aziende private e, sebbene non sia sempre facile trovare il giusto connubio tra prestazioni ed ecosostenibilità dei materiali, questa rimane per noi una missione imprescindibile”.
Focalizzato sui materiali anche Alessio De Luca, marketing and research & development consultant di Mascagni, che racconta: “Il nostro percorso è stato tracciato dalla ricerca di materiali esteticamente performanti da applicarsi a un supporto in poliestere, che resta il cuore del prodotto Sound. Le competenze di Mascagni nella lavorazione di legno e melaminico, ci hanno portato a focalizzarci su questi materiali, nuovi per questo tipo di applicazione, anche con l’obiettivo di diversificare l’offerta sul mercato, sino ad allora focalizzata principalmente su prodotti che impiegano il tessuto per avvolgere il materassino che intrappola il suono. Lo sviluppo del prodotto ci ha portato così a creare uno strato superficiale malleabile e microforato, che permette al suono di attraversare la membrana e sfruttare la caratteristica fonoassorbenza del poliestere pressato a caldo. È stato un percorso lungo che è sfociato nello sviluppo della partizione divisoria autoportante Screen, concepita per arredare in maniera creativa e performante uno spazio di lavoro oggi sempre più caotico.
Concludendo: in un mondo dove la richiesta di pannellature fonoassorbenti si fa pressante, di pari passo deve crescere la conoscenza non solo dell’uso che se ne deve fare, ma anche delle caratteristiche specifiche che il prodotto fonoassorbente deve possedere per essere preso in considerazione. Spesso la questione costo diviene parametro importante, senza pensare che lavorare male a causa di riverberi e di un’acustica pessima è un costo ancora più grande per ogni datore di lavoro”.
In molti casi l’innovazione è frutto di una reinterpretazione di materiali conosciuti, come emerge dal racconto di Giorgio Caimi, responsabile dell’ufficio tecnico Caimi Brevetti: “la ricerca dei materiali e lo sviluppo delle nuove tecnologie è stata fatta integralmente all’interno dell’azienda prendendo come riferimento il poliestere, materiale affermato per le sue performance a livello acustico. Con Snowsound abbiamo aumentato queste performance grazie alla densità differenziata del pannello ottenuta con una particolare tecnica di produzione che ha permesso di raggiungere la giusta rigidità sui lati esterni, che costituiscono il guscio del pannello, e di ridurre progressivamente la densità dell’imbottitura sino a raggiungere la giusta morbidezza al centro del pannello. Dal punto di vista acustico questo significa un assorbimento selettivo alle diverse frequenze, non solo per ridurre rumore, ma anche per migliorare la qualità del suono. È infatti di fondamentale importanza non assorbire indiscriminatamente tutte le frequenze, ma assorbirle nel modo giusto.
Con Snowsound Fiber abbiamo fatto un ulteriore passo concentrandoci sulla realizzazione di tessuti tecnici basati su morbide fibre acustiche di poliestere intrinsecamente ignifughe e interconnesse tra loro. L’interazione tra le fibre e l’aria, permette di controllare il riverbero regolando con precisione la risposta acustica dell’ambiente in base alle modalità di posa, alla superficie di tessuto impiegata e alla distanza tra le fibre e la parete. La scelta tra le diverse tipologie di tessuto e la modalità di installazione, consentono di privilegiare l’assorbimento di specifiche frequenze (basse, medie o alte) o di assorbire diverse frequenze in modo uniforme”.
Spazio, quindi, a nuovi materiali e nuove declinazioni dello stesso concetto, come dimostrano le soluzioni proposte in queste pagine e che spaziano fra fibra di poliestere, laminato microforato, tessuti tecnici, pannelli metallici forati o fresati, fibra minerale e strutture free standing. Da aggiungere, poi, nel caso di soluzioni multifunzionali e che integrano fonti di illuminazione e tecnologie aggiuntive come sensori di movimento o impianti di diffusione sonora.
Il design, fra estetica e requisiti tecnici
La progettazione di elementi studiati per collaborare nel creare un’acustica confortevole negli spazi di lavoro segue due cardini fondamentali, uno legato alla resa estetica e uno alla funzionalità. Il percorso progettuale, dunque, rincorre la collaborazione fra questi due aspetti, la sinergia fra forma e funzione, per portare a soluzioni in grado di partecipare in modo efficace allo stile degli ambienti e, contemporaneamente contribuire al comfort acustico degli uffici. Ne dà conferma Jeanette Altherr, designer dello studio spagnolo Lievore Altherr, firma dei pannelli Parentesit di Arper, descrivendo il loro approccio progettuale: “mettiamo in pratica una prospettiva olistica, secondo la quale l’aspetto estetico è importante tanto quanto quello acustico. Il design favorisce l’integrazione dell’elemento acustico facendolo diventare parte organica dello spazio; un ulteriore miglioramento è dato dalle varie opzioni per personalizzare e modellare il pannello fonoassorbente secondo i propri gusti e le proprie necessità. Giudichiamo anche le performance da una prospettiva olistica, tutti i sensi sono coinvolti nel percepire l’atmosfera di una stanza che viene definita non solo da una giusta acustica, ma anche dall’armonia visiva e sensoriale. Infine, il guscio e l’interno dei pannelli – una custodia in plastica con una schiuma fonoassorbente – sono progettati per facilitare l’installazione e l’integrazione nell’interior design perché, a differenza di molti altri, possono essere co-progettati dall’interior designer”.
Affronta il tema del dialogo fra forma e funzione Carlotta de Bevilacqua, ceo di Artemide, azienda che ha sviluppato soluzioni che combinano acustica e illuminazione: “progettiamo elementi trasversali studiati per spazi di vita e di lavoro, pubblici e privati. Prodotti come Mappa Mundi – costituito da un’infrastruttura che combina prodotti già presenti nella collezioni dell’azienda sintetizzando controllo della luce, acustica, interazione e misura parametrica dell’ambiente – permettono di riscoprire e ridisegnare lo spazio attraverso la luce e la relazione prossemica, con isole di territorialità che creano luoghi di appartenenza, per portare nello spazio funzionalità e qualità ambientale. Nella relazione fra forma e funzione è innegabile che la forma influenzi in modo significativo le performance acustiche, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, di selezione delle frequenze assorbite e di interazione geometrica e materica con le altre superfici dello spazio. In Silent Fields, ad esempio, il pattern geometrico della superficie inferiore è dettato da ragioni acustiche; come un cratere lunare la superficie del prodotto è caratterizzata da numerosi ribassi circolari di tre dimensioni e profondità diverse che danno vita a un pattern grafico. La loro geometria e le loro diverse densità assicurano un assorbimento acustico ad ampio spettro del riverbero e delle frequenze che caratterizzano il parlato. Dove il materiale è più denso è meglio assorbita la gamma delle frequenze basse e viceversa. Inoltre la geometria non piana della superficie produce una spaccatura dell’onda: la forma rientrante a cratere intrappola il suono che continua a riprocessarsi massimizzando l’assorbimento”.
Il concetto di design, in questo ambito, si allarga ulteriormente, perché deve considerare non solo la progettazione degli elementi in sé, ma anche la relazione con l’ambiente in cui verranno inseriti, come racconta Giorgio Caimi: “il prodotto tecnico sviluppa complessità che vanno oltre le sue performance o la sua immagine per raggiungere un comfort ideale, considerando che l’ufficio non è un unico mondo, ma la somma di micro-mondi che devono essere risolti in modo puntuale. La sfida del futuro sarà far capire al grande pubblico che la migliore tecnologia e i migliori designer non bastano, da soli, a risolvere i problemi acustici di ogni ambiente. Ogni stanza deve essere progettata e trattata in modo specifico per raggiungere la soluzione acustica ottimale”. Si apre qui, quindi, un altro capitolo, trattato a seguire e legato all’integrazione dei prodotti acustici negli spazi in cui dovranno portare il loro contributo tecnico ed estetico.
Configurazione e l’installazione dei prodotti
Scelti i materiali, seguita una precisa filosofia estetica, arriva il turno di due altre fasi fondamentali: la configurazione degli elementi che compongono il sistema acustico e la loro installazione negli spazi di lavoro. Continua Giorgio Caimi: “le connessioni e i supporti, in generale, sono sempre progettati per essere semplici e veloci da montare e, una volta installati, devono essere sicuri ed efficienti. Su questo poniamo molta attenzione, come anche sulla standardizzazione di moduli di base, in modo da poter utilizzare lo stesso pannello in modi diversi semplicemente cambiando connessioni e attacchi. Questa caratteristica molto spesso aiuta nei grandi cantieri per far fronte a tutte quelle problematiche impreviste che vanno risolte in loco, consentendo per esempio di convertire senza problemi un pannello pensato per essere usato a soffitto in uno da installare a parete”.
La flessibilità, dunque, entra in gioco anche in questa categoria di prodotti, perché possano adattarsi all’ambiente esistente e di volta in volta seguirne i cambiamenti, senza obbligare il committente a stravolgere radicalmente il progetto né ad affrontare nuovi investimenti. Ne dà conferma anche Carlotta de Bevilacqua: “Mappa Mundi sintetizza controllo della luce, acustica, interazione e misura parametrica dell’ambiente e genera layer di performance calibrate secondo le necessità delle attività che si svolgono nello spazio. La sospensione acustica Silent Field si integra a Mappa Mundi per creare isole di controllo acustico e luminoso che possono essere dotate anche di motion sensor e modulo di controllo della qualità dell’aria. Il pannello fonoassorbente può essere fissato sia in orizzontale che in verticale diventando anche elemento di separazione degli spazi. In questo modo le superfici fonoassorbenti lavorano in modo differente nell’ambiente dal punto di vista del controllo del riverbero e permettono di delimitare porzioni di spazio attraverso la loro configurazione in un sistema sempre più integrato di costruzione della qualità ambientale”. La flessibilità deve però essere combinata a un altro concetto: la semplicità d’uso. Le soluzioni, infatti, se progettate per essere “user friendly”, vedranno concretizzarsi il concetto di flessibilità, che potrà quindi essere sfruttato e non solo essere raccontato sul libretto di istruzioni dei prodotti. È concorde Alessio De Luca che conferma: “la semplicità d’installazione è di vitale importanza affinché il prodotto possa essere gestito anche dal singolo. Le nostre sospensioni e i nostri pannelli a muro, si fissano in maniera semplice e intuitiva perché siamo convinti che il benessere, incluso quello acustico, deve essere alla portata di tutti”. Ultimo tassello, la manutenzione, fondamentale per mantenere inalterate le proprietà fisiche e tecniche delle soluzioni fonoassorbenti. Quando si tratta di rivestimenti tessili, ad esempio, che nel tempo raccolgono polvere e umidità e si sporcano, è bene dedicarsi alla loro cura lavandoli a intervalli regolari e controllandone lo stato con costanza.
Il percorso di innovazione
Ma in che direzione sta andando l’innovazione per questa tipologia di prodotti? Le testimonianze raccolte da Officelayout seguono due approcci diversi e complementari, il primo più concettuale e il secondo più concreto, legato a geometrie e materiali. Fa parte del primo approccio il pensiero espresso da Carlotta de Bevilacqua che interpreta il futuro concentrandosi nella cultura del progetto: “La collaborazione fra gli elementi, il loro rapporto con la luce e con lo spazio sono di primaria importanza in un’ottica futura. È soprattutto nel concept del progetto che sta la capacità di dare risposte innovative e flessibili che si integrino nello spazio per poter liberamente calibrare secondo le diverse necessità una combinazione di funzionalità acustiche, di luce, di servizi”.
Amplia la visione Jeannette Altherr “L’innovazione è un processo che prende in considerazione diversi aspetti dai materiali alle geometrie o sino alla collaborazione fra gli elementi che compongono il sistema. Da un lato, infatti, l’innovazione nei materiali e tessuti contribuisce ad aumentarne sempre più le performance tecniche (acustiche e non solo), dall’altro la sempre maggiore attenzione alla qualità estetica degli spazi, pone un forte accento sugli aspetti più armoniosi dei pannelli. Forme, geometrie, spessori e finiture fanno la differenza in una tipologia di prodotto così determinante nella creazione degli spazi di lavoro moderni. La modularità delle collezioni, infine, risulta determinante per potersi adattare a esigenze sempre più varie e in continuo mutamento”.
Approccio pratico per Alessio De Luca che alla domanda su quali aspetti si concentra l’innovazione, infatti, risponde così: “Direi materiali e processi. Il nostro pannello viene tagliato con l’aiuto di un laser e nella versione “custom” possiamo provvedere a ritagliare forme geometriche libere con una grande facilità seguendo le necessità del cliente. I materiali invece ci hanno permesso di brevettare il prodotto come innovazione tecnologica, usando processi noti per le varie fasi ma mai utilizzati contemporaneamente per creare un prodotto unico nel suo genere. Il differenziare il prodotto per materiale è la vera sfida che noi abbiamo voluto cogliere e sfruttare a nostro vantaggio”.
Materiali e flessibilità è la risposta di Roberto Valentini alla stessa domanda: “attualmente l’innovazione in questo settore, se parliamo di progetti importanti, riguarda soprattutto le geometrie delle pareti fonoassorbenti. Ultimamente stiamo lavorando su soluzioni 3D disegnate da architetti importanti perché si tende a dare agli ambienti un “movimento” estetico che abbia anche una funzione legata alla resa acustica. Negli ultimi due anni inoltre, soprattutto nell’arredo ufficio, l’attenzione si è spostata su elementi acustici integrati con altre funzioni: per esempio l’illuminazione. Abbiamo intrapreso già da tempo collaborazioni con aziende del settore illuminotecnico per lo studio di lampade, tecniche e/o estetiche, fonoassrobenti con grande successo. Per noi comunque l’innovazione è e sarà sempre legata alla selezione di nuovi materiali che combinati tra loro offrano le migliori prestazioni possibili”.