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L’evoluzione del lavoro in azienda

Viviamo in un mondo interconnesso in cui la ‘disruption’, intesa come fenomeno che genera rottura rispetto al passato, tocca tutte le aree della nostra vita

I trend che, direttamente o indirettamente contribuiranno, a definire la nuova dimensione del lavoro negli anni a venire, raccontati da Stefano Petti, partner di Asterys e co-founder di AEquacy
I segnali che abbiamo percepito da qualche tempo, e che si sono rafforzati negli ultimi anni, ci dicono che è iniziato un cambiamento epocale, che sta modificando e modificherà il modo in cui in azienda si lavora, si collabora, si gestiscono le persone ed il lavoro stesso. Il Professor Richard Foster della Yale University ha trovato che la vita media delle aziende della lista Fortune, cioè delle più importanti aziende del mondo, è diminuita da 90 a 18 anni. Ha predetto che se continua così, tra una decina di anni i tre quarti delle aziende nell’elenco di Fortune saranno aziende di cui finora non abbiamo mai sentito parlare. I dati ci mostrano che l’89% delle aziende importanti e innovatrici nel loro campo sono sparite negli ultimi 20 anni. Questo tasso di ricambio non è mai accaduto prima, ed è dovuto principalmente all’incapacità di guardare all’orizzonte ed evolvere alla stessa velocità dei cambiamenti nel proprio mercato di riferimento.
Le aziende di tutto il mondo sono quindi oggi sottoposte a una tremenda pressione. La trasformazione digitale, la crescita economica incerta, il rischio geopolitico, la spinta ad innovare, i passaggi generazionali. Questi e altri fattori stanno sconvolgendo il contesto di business e stanno cambiando per sempre il modo in cui le persone lavorano e il modo in cui viene concepito lo spazio in cui si lavora.
In questo contesto, guardare all’orizzonte per sopravvivere e avere successo significa evidentemente anche saper leggere e interpretare non solo i trend che impatteranno sul contesto di business, ma anche quelli che in modo più ampio potranno influenzare e mettere in discussione il concetto di azienda così come lo conosciamo oggi. Alcuni l’hanno fatto e stanno oggi guidando i loro mercati di riferimento, Uber con i taxi, Airbnb con gli hotel, Alibabà con la logistica e Facebook nei media. Guardando avanti forse i droni trasformeranno il modo in cui concepiamo la distribuzione. Ed è plausibile pensare che in futuro sempre più aziende creeranno strumenti proprietari in grado di rivoluzionare interi settori di business.
Chi oggi riesce a innovare ha la possibilità di generare rendimenti più elevati rispetto ai competitor e molti ritengono che la porta d’ingresso per innovare passi in primis dal riconcepire come le persone collaborano e dall’ambiente in cui lavorano. Lo spazio fisico può aiutare o ostacolare la comunicazione tra colleghi e nuovi modi di pensare e pertanto rappresenta, e rappresenterà, una fonte importante di vantaggio competitivo.
Quello dei trend è un mare molto vasto, l’intervento ne prende in considerazione alcuni raggruppandoli in quattro categorie coerenti con il tema dell’evento.
Le quattro categorie sono: le persone; le modalità di lavoro; le tecnologie e gli spazi di lavoro.

Le persone e le modalità di lavoro

Le aziende sono fatte di persone. Se le persone non sono messe in condizioni di essere efficaci, i risultati che si ottengono non potranno che essere subottimali. Sembrerà una cosa di buon senso ma se andiamo a vedere in azienda cosa succede ci rendiamo spesso conto che le condizioni in cui le persone si ritrovano a operare hanno molto poco a che vedere con il buon senso.
Un primo trend in questo ambito riguarda la crescente attenzione alle persone. Alcuni studi dell’Università di Oxford evidenziano di fatto che sebbene sempre più attività verranno automatizzate, le parti “essenzialmente umane” del lavoro diventeranno sempre più importanti.
Un secondo trend riguarda il fatto che già in molti paesi i millennial rappresentano ora la più grande generazione della forza lavoro, trend evidentemente in crescita nei prossimi anni. I millennial considerano il lavoro in modi nettamente diversi rispetto alle generazioni precedenti. Ciò che cercano nel lavoro è maggiore flessibilità, autonomia e possibilità di condurre una vita migliore.
Non sembra tuttavia che in generale le aziende abbiano messo bene a fuoco questi fattori e gli spazi in azienda oggi non sono mediamente pensati per poter dare una risposta efficace a queste esigenze. Solo il 13% dei dipendenti in tutto il mondo riferisce infatti di essere coinvolto ed emotivamente ingaggiato nel proprio lavoro (Forbes) e le ricerche portate avanti da Gallup negli ultimi anni evidenziano quanto questo fenomeno sia diffuso.
Un altro trend ha a che vedere con la crescente importanza della collaborazione e del teamwork. L’immagine che ci dà l’indagine Organization 3.0 – portata avanti da Asterys su 800 leader, manager, employee in US ed Europa – è che i dipendenti di tutti i livelli (ma più in particolare la generazione tra i 25 ei 34 anni, ovvero i millenial) stanno cominciando a richiedere un ambiente in cui la collaborazione sia diffusa, non solo all’interno dei team, ma tra team diversi nell’organizzazione. Molti vogliono vedere una azienda costituita da un network di team che collaborano (il 52% degli intervistati), con quasi un quarto di loro che desiderano “un network di team coordinati e auto-organizzati, che operano attraverso principi condivisi, in cui tutti i membri del gruppo sono responsabili verso l’intero team, senza supervisori o capi”.
Un ulteriore trend è quello relativo alla crescita costante di figure ‘indipendenti’. Secondo uno studio pubblicato su Forbes, entro il 2020 negli Stati Uniti il 40% della forza lavoro americana lavorerà come libero professionista o contraente indipendente. È presumibile che la percentuale non sarà molto diversa in Europa. Questa rivoluzione del mercato del lavoro sarà accompagnata da uno sviluppo di piattaforme di lavoro on-demand e soluzioni di gestione del lavoro online, ovvero sistemi aperti di accesso ai talenti di cui si ha bisogno. Si ritiene che questo rappresenterà la chiave per una più rapida innovazione e affinché le aziende possano trasformarsi in veri e propri business digitali. Anche questo evidentemente porterà a delle riflessioni ulteriori rispetto a come gli spazi di lavoro evolveranno e dovranno essere ripensati.

Le tecnologie

Mentre alcuni drammatizzano gli impatti negativi dell’intelligenza artificiale, dell’informatica cognitiva, della robotica, o di altri trend tecnologici, la realtà è che questi potenti strumenti potranno contribuire anche a creare nuovi posti di lavoro, aumentare la produttività e consentire alle persone di concentrarsi sugli aspetti più ‘umani’ del lavoro. Certo, per fare questo le aziende dovranno affrontare seriamente la questione di come poter ottenere il massimo valore attraverso l’automazione e l’innovazione tecnologica, bilanciando nel contempo le conseguenze a breve e lungo termine di tali decisioni per la loro organizzazione e per la forza lavoro.
In quest’ambito non si può menzionare il trend relativo all’Intelligenza Artificiale. La tecnologia e l’intelligenza artificiale (AI) stanno riscrivendo i flussi di lavoro. Oggi è possibile andare online e ricevere consigli da un terapista o supporto da un assistente al servizio clienti senza sapere che in realtà non si sta interagendo con un essere umano. I robo-advisor sono ora disponibili per gestire i risparmi delle persone e già fanno un lavoro migliore degli umani nella scelta del portafoglio di investimenti da selezionare. Tutto questo genera evidentemente timori, ma è fuori dubbio che quasi ogni nuovo dispositivo e servizio nei prossimi anni conterrà elementi di intelligenza artificiale. In azienda, innovazioni come l’intelligenza artificiale e l’analisi predittiva possono aiutare a mitigare i rischi, aumentare la produttività e generare enormi risparmi sui costi. Ad esempio, in Intel viene usato un assistente virtuale HR che risponde a domande su retribuzioni e benefici. Man mano che più dipendenti vedono i benefici dell’efficienza di AI, è verosimile pensare che tali tecnologie saranno adottate a un ritmo sempre più rapido.
Altro trend è quello della realtà mista, un tipo di immersione che unisce ed estende le funzionalità tecniche della realtà aumentata e della realtà virtuale. Questa tecnologia sta emergendo come un’esperienza immersiva di come le persone vedono e interagiscono con il loro mondo, e quindi con gli spazi che li circondano.
Altro trend di cui si parla molto è quello delle tecnologie legate alla Blockchain. Mentre la disruption portata dalla blockchain è più comunemente associata a settori come pagamenti e mercati dei capitali, i suoi effetti sulle risorse umane saranno profondi e pervasivi. Alcune applicazioni potrebbero ad esempio toccare la verifica e la valutazione delle capacità delle potenziali persone da assumere (applicando l’analisi ai dati, le aziende sarebbero in grado di abbinare le persone ai ruoli in modo molto più accurato ed efficace) o incrementare la produttività, ad esempio automatizzando e riducendo il carico di processi di routine. Per chi di non conoscesse il termine, in sintesi con blockchain ci si riferisce ad una nuova tecnologia che permette di registrare informazioni e transazioni tra due parti in modo sicuro. I campi di applicazione sembrano essere vastissimi.

Gli spazi di lavoro

Probabilmente siamo vicini alla fine dell’ufficio come lo conosciamo e il concetto di “architettura monouso” verrà presto superato definitivamente. Rispetto all’interpretazione di cosa questo significhi, abbiamo tuttavia dei trend diversi. Da un lato ci sono sempre più dati che dimostrano come lo smart-working sia in crescita, accompagnato ovviamente dalla possibilità del lavoro flessibile e di lavorare da spazi diversi dall’ufficio. Dall’altro abbiamo aziende che per scelta continueranno invece a promuovere i propri spazi di lavoro e a progettarli in modo diverso, cercando quindi di mantenere lo spazio ufficio come il luogo principale di lavoro.
Il bisogno di un ambiente di lavoro più flessibile emerge anche dall’indagine di Asterys, in base alla quale il 77% delle persone intervistate si immagina in futuro l’ufficio solo come uno dei possibili luoghi di lavoro (72% per l’Italia), con il 36% del totale che vede l’ufficio come un luogo di incontro per poche occasioni (33% per l’Italia), mentre in generale il lavoro verrà svolto dove e quando sarà funzionale allo svolgimento della propria attività sulla base delle esigenze individuali, dei colleghi e del business.
È interessante come d’altro canto, società come ad esempio IBM abbiano interrotto il proprio programma di lavoro a distanza, spingendo migliaia di dipendenti dai gruppi principali che supportano i loro marchi in ufficio. Diverse aziende come IBM hanno infatti scoperto che quando i dipendenti si incontrano di persona in ambienti fisici, questo stimola la creatività e la costruzione di relazioni che portano a risultati positivi. Diversi studi hanno infatti dimostrato che i momenti di conversazione tra colleghi aumentano le prestazioni e che i dipendenti con un relazioni di amicizia al lavoro sono più soddisfatti del proprio lavoro.
A prescindere che la scelta sia maggior flessibilità o una diversa configurazione degli spazi, in generale, il posto di lavoro è un ambiente che può coltivare un’esperienza positiva se fornisce un senso di coinvolgimento, empowerment e realizzazione. I dipendenti si aspettano che il posto di lavoro li faccia sentire a proprio agio, non diversamente da come si sentono al di fuori dell’ufficio. Vita e lavoro si fondono sempre di più, e un luogo di lavoro che valorizza l’esperienza umana attirerà più talento e li manterrà a bordo.
La qualità dell’aria, la luce naturale, il comfort termico, l’acustica e l’ergonomia hanno tutte la capacità di migliorare la produttività, aumentare la soddisfazione dei dipendenti e ridurre l’assenteismo. Poiché la cattiva gestione dell’ambiente di lavoro può portare a una variazione delle prestazioni dei dipendenti importante, la progettazione dei luoghi di lavoro non sarà più esclusivamente basata sulla pianificazione dello spazio e sulla selezione dei colori; i miglioramenti della scienza e della tecnologia offrono oggi strumenti che possono misurare direttamente l’impatto dell’ambiente di lavoro sulle prestazioni organizzative.
Altro trend importante in questo ambito è quello relativo agli spazi di co-working, fenomeno che sta spopolando in tutto il mondo. Utilizzati in gran parte da imprenditori, start-up e liberi professionisti, le loro caratteristiche possono sembrare irrilevanti per le organizzazioni che rimangono in ambienti di lavoro più tradizionali. Tuttavia, gli spazi di co-working hanno avuto successo nel creare ambienti collaborativi e esperienze utente uniche che la grande azienda non ha. La progettazione flessibile, la combinazione di spazi e una cultura rilassata incoraggiano le interazioni sociali, le connessioni e la condivisione di idee. Con agilità e collaborazione come chiavi del successo delle aziende di oggi, le organizzazioni più grandi stanno iniziando ad adottare gli elementi di progettazione degli spazi di co-working. Alcune aziende con spazio in eccesso stanno già compiendo un ulteriore passo avanti, invitando organizzazioni non profit o aziende più piccole a utilizzare il loro spazio, creando quindi un mini spazio di co-working per stimolare nuovi modi di pensare e contaminazione di idee.
È evidente che sulla base di questi ed altri trend è possibile iniziare a porsi domande su come cambierà il modo di lavorare in azienda e come cambierà l’azienda stessa. La risposta a cui è arrivata Asterys, anche sulla base dei risultati della sua ricerca, è che con ogni probabilità ci si sposterà sempre di più dal paradigma organizzativo gerarchico, oggi dominante, verso modelli organizzativi basati su network di team di pari con forte autonomia e auto-coordinati. Il modello organizzativo creato da Asterys si chiama AEquacy e può essere rappresentato come una struttura a network radiale ed egualitaria basata su team che si auto-coordinano, in cui le persone vengono considerate ‘associati’ invece che dipendenti e agiscono con una forte autonomia rispetto allo scopo dell’organizzazione.
Al di là di quella che potrà essere la risposta organizzativa alle esigenze in evoluzione delle aziende di oggi e di domani, di certo il come verranno pensati, concepiti e realizzati gli spazi sarà sempre un elemento fondamentale che potrà frenare o accelerare il successo delle aziende e a la capacità di mettere il proprio capitale umano nelle migliori condizioni di performare e di vivere positivamente l’esperienza lavorativa.

Asterys

Asterys è una società globale di sviluppo organizzativo che opera con un network di oltre 100 Facilitatori di Trasformazione ed Executive Coach in 25 Paesi, supportando, in qualità di partner strategico, i propri clienti nel generare potenti trasformazioni individuali e culturali. Asterys, guidata da Giovanna D’Alessio e Stefano Petti, offre programmi personalizzati di sviluppo della leadership e di coach training, allineamento dei top team e programmi per team ad alta performance, iniziative volte a promuovere una cultura sostenibile e di autotrasformazione. Asterys Lab, azienda del gruppo, invece è dedicata alle persone nella loro dimensione privata e professionale e alle piccole e medie imprese. Offre corsi di coaching – accreditati ACTP da International Coach Federation – e facilitazione per chi vuole intraprendere queste professioni oltre a servizi di business coaching a piccole e medie imprese. Aziende nazionali e internazionali di settori diversi – tra cui BNP Paribas, Ferrero, Heineken, IBM, Nespresso, Unicredit – si sono affidate con successo all’approccio olistico di Asterys e hanno conseguito trasformazioni durevoli, risultati validi e sostenibilI.
Nel gennaio 2018 Asterys ha lanciato AEquacy, un nuovo design organizzativo centrato sull’uomo e costruito su una struttura radiale e paritaria di team auto-organizzati e coordinati tra loro, che supera i limiti della gerarchia ed espande il potenziale individuale e di team.


A cura della redazione

Officelayout è la rivista di Soiel International, in versione cartacea e on-line, dedicata ai temi della progettazione, allestimento e gestione degli spazi ufficio e degli edifici del terziario

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