Smart Meeting & Workplace
Con la fine dello stato di emergenza inizia la fase di rientro negli spazi di lavoro, gestita con modalità diverse da azienda ad azienda, ma con un punto fisso determinato dall’affermarsi del lavoro ibrido che cambia le regole e il rapporto tra la persona, l’organizzazione e di conseguenza l’utilizzo degli spazi
Le organizzazioni stanno attraversando un periodo di grande trasformazione del paradigma lavorativo, una trasformazione culturale, organizzativa e di processo. Oggi le persone possono lavorare da casa, recarsi in ufficio o in un coworking, in qualsiasi luogo della città che sia in grado di assecondare al meglio l’esperienza lavorativa nel suo complesso, ma anche l’attività che va svolta in quel preciso istante.
È quindi palese che l’ufficio tradizionale deve cambiare e, assecondando una tendenza ormai molto di moda, diventare smart. Lo Smart Office rappresenta l’essenza dei new ways of working, che ormai si basano sull’equilibrio e la sinergia tra work experience fisica e virtuale. Ambienti sempre più intelligenti, dove dispositivi IoT e architetture software consentono nuove forme di interazione e di gestione dello spazio. L’ufficio diventa un luogo ibrido tra reale e virtuale. In tutto questo c’è sicuramente un approccio technology driven ma non solo. La cultura, il design e l’organizzazione sono aspetti altrettanto importanti da considerare. Le tecnologie, intelligenti e pervasive, hanno impatti non solo sulla qualità dello spazio fisico, ma anche sulle dinamiche con cui gli utenti lo utilizzano.
Da questo stato di cose, le aziende possono trarre grandi opportunità: possono riprogettare i propri ambienti, ma soprattutto creare luoghi engaging coerenti con un’esperienza lavorativa moderna e connessa. Largo quindi alla rimodulazione degli spazi secondo i principi dell’Activity Based Working. Dall’utilizzo di sensoristica avanzata e di Intelligenza Artificiale per l’ottimizzazione dei servizi, ai sistemi di asset booking per la prenotazione di postazioni, sale riunioni, aree social, posti auto e coworking, e agli experience assistant che adottano un approccio olistico e aiutano le persone a vivere la migliore esperienza lavorativa possibile nell’era dell’ufficio diffuso.
Ha senso questa rivoluzione? Sì se porta a dei risultati come il miglioramento della produttività dei dipendenti e a una migliore collaborazione tra le parti. Lo smart office deve infatti essere implementato in modo tale da semplificare l’accesso a molteplici programmi interconnessi di gestione delle attività, stimolando la produttività dei collaboratori, che possono accedere alla propria area di lavoro, nonché a tutte le risorse aziendali, in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, siano essi in ufficio, a casa o in movimento. Si riducono significativamente le perdite di tempo mentre migliora l’efficienza dei team di lavoro. Dal canto suo la comunicazione è una sfida importante per le organizzazioni che desiderano risorse umane sempre più coese e coinvolte. Si tratta anche di una caratteristica fondamentale dell’ufficio digitalizzato, in quanto quest’ultimo agevola e ottimizza lo scambio di informazioni tra i collaboratori attraverso soluzioni integrate di collaboration e working activity. Migliorare la comunicazione e ottimizzare la condivisione delle informazioni contribuisce a una più efficiente interazione tra membri del team, permettendo così di risparmiare tempo e di aumentare la produttività.
Vengono identificati in quattro i pilastri dello smart office:
• Differenziazione: esigenze lavorative diverse richiedono spazi con caratteristiche differenti, per permettere un’alta efficacia lavorativa.
• Riconfigurabilità: spazi adattabili in tempi brevi a costi contenuti per far fronte ad esigenze contingenti o ad evoluzioni di lungo periodo;
• Abitabilità: spazi intesi non come semplici luoghi di lavoro ma come aree accoglienti (e mirate a ridurre lo stress) che tengano conto del benessere, del comfort e delle esigenze professionali delle persone;
• Intelligence: integrazione delle tecnologie negli ambienti fisici per utilizzare in modo più efficace gli spazi.
Il nuovo corso del lavoro dovrebbe comportare, tra le altre cose, una rivisitazione delle huddle room, quei piccoli spazi in un ufficio progettati per chat improvvisate e connessione con colleghi di lavoro a distanza. In genere un tavolino e alcune sedie. È molto più economico allestire una sala riunioni piuttosto che allestire una sala riunioni tradizionale o un grande spazio per conferenze. Non solo, le tradizionali sale conferenze sono anche costose (e spesso sottoutilizzate). Spesso le sale riunioni di grandi dimensioni vengono utilizzate da piccoli gruppi di persone che sarebbero meglio servite da sale riunioni piccole e tecnologie convenienti che oggi ci sono. Come ha rilevato una ricerca di Frost & Sullivan le huddle room sono probabilmente le aree più produttive degli uffici in quanto forniscono privacy in ambienti collaborativi e richiedono poco spazio fisico.
In questa fase di transizione sarà dunque importante dare una corretta lettura del cambiamento in atto, coglierne i segnali, capire le esigenze e le nuove istanze del lavoro perché anche da questi aspetti dipenderà il benessere delle persone e il successo delle organizzazioni.
Diverse sono le variabili che entrano in gioco: space planning, le tecnologie, la qualità ambientale legata al comfort acustico, illuminotecnico e la qualità dell’aria. Se ne discusso nel webinar “Smart meeting & Working space” organizzato da Officelayout a cui hanno partecipato realtà del mondo del progetto, del settore ICT e utenti finali con interessanti case history. Di seguito gli spunti raccolti.
Il progetto e i parametri di qualità ambientale
Workplace: un ecosistema liquido, tra benessere e tecnologia
Enrico Frigerio, Founder Architect – Frigerio Design Group
La scrivania non è più l’elemento centrale dell’ufficio. Si tratta di promuovere un rinnovato rapporto tra tecnologia, uomo e ambiente, per luoghi di lavoro che siano confortevoli, stimolanti e flessibili. Questo, in sintesi, è il messaggio più importante lanciato dall’architetto Enrico Frigerio, alla guida di Frigerio Design Group, di stanza a Genova. Oggi, a suo parere, ci troviamo in presenza di un ecosistema liquido, ossia in costante evoluzione, e gli spazi devono rispondere a questa esigenza; devono essere pensati nel tempo. Questo processo spinto dalla rivoluzione digitale è in atto da qualche anno, ma è stato accelerato dalla pandemia. L’innovazione tecnologica ha dato ancora più slancio al modo di vivere e di lavorare, coinvolgendo da una parte i processi e dall’altra gli spazi lavorativi, aziendali, ma anche domestici. La progettazione che li riguarda deve essere integrata, tenendo conto del punto di vista e delle esigenze dell’utente, secondo un sistema uomo-ambiente ed edificio-impianto. L’obiettivo, oggi più che mai attuale, è quello di tendere verso ambienti in cui le persone possano lavorare bene, in modo creativo, collaborativo e distensivo. Qualcosa in più del semplice smart working. §L’architetto Frigerio ha quindi illustrato due progetti, a partire dal nuovo headquarter di Zamasport, azienda di Novara attiva nel settore alta moda. L’architetto ha sviluppato l’ambiente di lavoro all’insegna dei criteri sopra descritti e valorizzando lo spazio verde circostante. Lo scopo è stato quello di portare benessere a chi lavora, puntando a ottenere il massimo a livello di performance professionali. La nuova sede aziendale è distribuita su due livelli, progettati in modo differente: uno è stato pensato per la lavorazione dei tessuti, l’altro per la direzione e l’amministrazione. Grande attenzione anche a climatizzazione e illuminazione, con enfasi sulla luce naturale; la climatizzazione è stata ottimizzata mediante l’uso di sistemi radianti a soffitto e a pavimento. La qualità delle relazioni interpersonali è stata al centro del progetto, sviluppando spazi ad hoc, dedicati alle persone e ai team di lavoro.
Per il Ferrero Technical Center ad Alba, l’architetto ha disegnato l’edificio e degli ambienti per la produzione e per la progettazione, in empatia con l’ambiente in cui si inseriscono. Gli spazi Ufficio sono invece un vero e proprio “campo”, portato in quota: pochi elementi fissi, geometrie coordinate e massima flessibilità per allestire i vari spazi. Un ‘landscape’ attraversato da un percorso lungo al quale si incontrano “giardini volanti” e “pozzi di luce”, e dove le persone trovano nell’arco della giornata ambienti per lavorare, per concentrarsi, per rilassarsi o per partecipare; privacy quando serve, interazione e condivisione quando il momento lo richiede. Un susseguirsi di luci, colori, profumi, trasparenze e volumi da vivere soggettivamente, che rendono ogni luogo un’esperienza unica.
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Nuove esperienze acustiche
Ezio Rendina, ingegnere ambientale CEO –
Viva Consulting&Management
La pandemia ha cambiato il modo di lavorare. Parliamo del “remote working” e di “home working”, situazioni che dal punto di vista acustico hanno avuto tre ripercussioni fondamentali nei luoghi del lavoro ibrido:
1) Si svolgono sempre più remote meeting al posto degli incontri fisici tra le persone. Pertanto le sale riunioni sono collegate in conference call con altre sale riunioni. Le sale, che prima presentavano una solo discreta qualità acustica, se impiegate in remote meeting diventano inadeguate. I migliori microfoni e altoparlanti hanno infatti una capacità di discernere e riprodurre la voce umana inferiore all’orecchio umano. Di conseguenza la qualità acustica richiesta nelle sale di remote meeting è superiore a quella delle normali sale riunioni.
2) Con il remote working gli ambienti ora ereditano funzioni lavorative che prima non gli appartenevano. Ne consegue che ora abbiamo una diversa percezione dell’ambiente in cui ci troviamo a lavorare, non foss’altro perché li viviamo in orari ufficio quando prima in questi orari eravamo, appunto, in ufficio. Succede che si avvertano disturbi sonori che prima ci erano ignoti, disturbi che possono generare “annoyance”, cioè difficoltà alla concentrazione che ne limita la produttività. Di conseguenza è necessario un maggiore isolamento acustico dei nuovi ambienti ibridi di vita/lavoro.
3) Le nuove esigenze igieniche richieste nei luoghi di lavoro comportano un maggior ricambio di aria negli ambienti, il che implica un aumento delle portate d’aria in ingresso e in uscita dagli stessi. Questo, nella maggior parte dei casi, equivale ad aumentare le velocità dell’aria all’interno dei canali di distribuzione. Tale aumento delle velocità comporta un aumento del rumore immesso negli ambienti e di conseguenza un maggior disturbo a chi ci lavora. Senza contare che spesso viene anche meno il rispetto dei limiti massimi di immissione sonora di cui al D.P.C.M. 5/12/97 e alla norma UNI 11367-2010.
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Respirare aria pulita e sana negli ambienti indoor
Luca Tomelleri, Air Treatment BU Director – Innoliving SPA
Marco Maraschi, Amministratore Unico Inair
Lavorare e vivere in un ambiente con l’aria pulita abbattendo virus, batteri, patogeni e particolati, riduce sensibilmente la possibilità di contrarre allergie e malattie anche gravi con benefici in termini di benessere e produttività. In ambito lavorativo questa attenzione per i dipendenti, ospiti e clienti non passa inosservata anche in termini di “company reputation”. Nell’ambiente domestico durante l’attività di smart working è una garanzia anche per i familiari. Le soluzioni Innoliving AirPro per soddisfare queste esigenze sono numerose, come ha documentato Tomelleri. Che non ha mancato nel suo intervento di ricordare che l’insalubrità e l’inquinamento atmosferico, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità sono la ragione di 7 milioni di decessi ogni anno nel mondo. Un dato superiore ai 4,2 milioni di morti da Covid 19. Dati che fanno riflettere e che suggeriscono di fare ogni sforzo per ambienti indoor e outdoor il più possibile salubri.
Innoliving ha sviluppato una decina di prodotti per migliorare la qualità dell’aria che si respira ogni giorno, di cui sei per il mercato professionale. In particolare, ha iniziato il 2021 con il lancio della nuova linea Innoliving AirPro: una nuova gamma di purificatori d’aria equipaggiati con intelligenza IoT in grado di dialogare con l’utente attraverso Internet e gestiti da una piattaforma in grado di monitorare anche la qualità dell’aria. Design, massimo potere di filtraggio e innovazione digitale per una risposta altamente efficace all’inquinamento degli ambienti interni. Il monitoraggio remoto di comfort e la programmazione sono due caratteristiche di base, così come la ricchezza di filtri.
La nuova linea comprende una gamma di purificatori d’aria studiati per uso domestico e ambienti di medie dimensioni (modelli Ercole) e una ideale per contesti aziendali più ampi e articolati (modelli Professional).
§Come funziona il purificatore d’aria? In modalità automatica fa tutto da solo e si respira sempre aria pulita. Analizza l’aria in ogni momento e di conseguenza aziona la potenza delle ventole. L’aria viene aspirata all’interno, passa attraverso 5 stadi filtranti (tra cui il filtro Hepa e la lampada UV-C) e poi viene rilasciata purificata. Ideale contro virus, batteri e ogni tipo di allergene.
Ebbene, come ricorda Maraschi, questi prodotti possono essere non solo acquistati ma anche presi in locazione. In questo modo l’utenza professionale non deve preoccuparsi della manutenzione e mantenere un prezzo fisso per tutta la durata del contratto. La locazione, infatti, comprende installazione, configurazione e diagnostica da remoto oltre al controllo dell’aria tramite una piattaforma 24su24 e ovviamente la manutenzione ordinaria e straordinaria entro 6 ore. La modalità pay per use aggiunge filtri, sanificazione, report sulla qualità dell’aria e la sostituzione in caso di irreparabilità.
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Le tecnologie per lo smart office
La video collaborazione è il nostro mestiere
Elisabetta Cardolini, Senior Account Manager – Logitech
Logitech è conosciuta soprattutto per mouse e tastiere Ma la società (8000 dipendenti, 5,4 miliardi di dollari di fatturato e una presenza in 100 paesi) si occupa anche di altro. In particolare di video collaborazione, area in cui ha sviluppato un ricco portfolio di soluzioni personali e per gruppi di lavoro. Una svariata gamma di prodotti varianti a seconda del dimensionamento delle sale. Meet Up, Rally e Rally Plus sono alcune delle soluzioni proposte.
Le soluzioni Logitech Tap, per esempio, includono tutto ciò di cui si ha bisogno per collaborare a distanza nelle sale riunioni. Disponibili in kit per piccole, medie e grandi dimensioni, queste soluzioni sono preconfigurate con software ottimizzato per ambienti Google, Microsoft e Zoom e includono tutti i componenti necessari per avviare le riunioni con un solo tocco e condividere istantaneamente i contenuti del PC. I sistemi Logitech Tap includono un mini PC, microfoni e speaker e il controller touch Logitech Tap, con integrazione del calendario. Offrono la massima flessibilità e una eccellente performance. La piattaforma Sync permette di verificare se tutto è funzionante. Le modalità di utilizzo, sottolinea Cardolini, sono le più disparate. In aggiunta a quelle per aziende ci sono poi le soluzioni personali. Una estesa gamma di webcam e cuffie. Poi ci sono i servizi a corredo dei dispostivi, come la Extended warranty per garanzie oltre i due anni.
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Tecnologia e collaborazione negli spazi lavorativi
Enrico Carzaniga, Sales Solution Specialist, FAR Networks
Perché tanta attenzione verso la collaborazione tra persone e team? Lo ha spiegata Enrico Carzaniga, Sales Solution Specialist di FAR Networks. Le persone sono abituate a spendere l’80% del loro tempo in riunioni e nel 56% dei casi è presente almeno un partecipante remoto. C’è quindi una esigenza di maggiore efficienza, agilità e controllo degli strumenti e delle tecnologie utilizzate. FAR Networks, system integrator specializzato in soluzioni di Infrastrutture, Communications e Collaboration, suggerisce l’adozione di infrastrutture facilmente riprogrammabili e integrate, anche in considerazione del fatto che in futuro il Workplace sarà sempre più ibrido. La tecnologia deve aiutare le persone e i manager ad accogliere queste innovazioni assumendo uno spirito di inclusione, condizione indispensabile per un miglioramento delle proprie performance lavorative. Si tratta pertanto di trovare il giusto equilibrio tra efficienza, semplicità e design. Le soluzioni non mancano, occorre progettare e dimensionare quella che più si adatta al business, tenendo in considerazione il budget a disposizione, le integrazioni richieste e per ultimo, ma sicuramente molto importante, la user experience. Infatti, la tecnologia deve essere un abilitatore dei nuovi processi garantendo un’esperienza semplice, intuitiva e integrata. Lo conferma il risultato di un sondaggio, proposto ai partecipanti, sugli aspetti fondamentali nella realizzazione degli spazi di lavoro dove è emerso che il 75% è per la semplicità nella fruizione degli spazi, il 56% (risposte multiple) a favore di adeguate infrastrutture tecnologiche e il 43% per l’arredamento.
FAR Networks si occupa della gestione spazi a 360 gradi, offrendo soluzioni di booking, space management e accoglienza visitatori (desk, room, car booking) e della realizzazione di spazi funzionali grazie all’impiego delle tecnologie Logitech.
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La semplicità come arma vincente
Sara Puppis, Smart Collaboration Business Development Manager – Lenovo
Il lavoro viene sempre più slegato dal concetto di ufficio: si può lavorare da ogni dove grazie alla tecnologia e il lavoro ibrido guida il ripensamento degli ambienti e degli spazi.
Molte aziende stanno compiendo questa transizione e adottando soluzioni di Smart Collaboration caratterizzate da estrema facilità d’uso, interoperabilità con le principali piattaforme UC, semplicità di gestione, rigidi protocolli di sicurezza e assoluta affidabilità con garanzie triennali e il livello massimo di supporto. La collaborazione ibrida – fatta da persone fisicamente presenti nella stessa stanza e persone collegate da remoto -, spiega Sara Puppis, è alimentata da soluzioni tecnologiche adattabili e flessibili; ma non solo, deve essere ubiqua vale a dire funzionare in ogni contesto, deve garantire equità negli accessi e deve funzionare sempre, in maniera seamless appunto. In altri termini le parole magiche che contraddistinguono una Smart Collaboration sono: efficiency, effectiveness e experience. La visione è quella di uno spazio all’insegna della co-creation (per usare un altro termine inglese). La società offre un portfolio di dispostivi chiamati ThinkSmart adatti al raggiungimento di tali obiettivi: sono flessibili, facili da usare e gestire nonché dotati di funzionalità specifiche e certificati sulle principali piattaforme di UC come Microsoft Teams.
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Virtualizzare il processo
di accoglienza
Alberto Romano, Digital Solution Manager – Durante
Come permettere a una singola receptionist di gestire più sedi e più varchi di accesso all’azienda?
Come garantire la risposta in pochi istanti attraverso un servizio che scala automaticamente su più risorse nei momenti di maggiore affluenza? Come assistere in video l’ospite durante il processo di registrazione, accreditamento e instradamento verso il proprio appuntamento, anche grazie all’integrazione con la building automation ? A questi interrogativi risponde Durante con Agrid Welcome, la sua soluzione di remote reception che fa seguito a Agrid Bank. Un servizio quest’ultimo di remote expert bancario.
Agrid Welcome offre strutturalmente quattro funzionalità: gestisce da remoto il processo di visitor management, eroga un documento di viaggio (di norma il badge), integra e gestisce il controllo dei varchi e videosorveglia tutti gli accessi gestiti. La receptionist deve semplicemente loggarsi e poi la piattaforma, che si basa sul sistema Teams di Microsoft, provvede a tutte le funzioni, inclusa se necessaria anche l’integrazione con la building automation.
I vantaggi, sintetizza Romano, sono quattro: più efficienza, maggiore efficacia, completa integrazione con Teams e il digital signage, grazie a cui diventa uno strumento di comunicazione. Di fatto la soluzione può sostituire completamente il presidio fisico.
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Le tecnologie per il mercato Phisidigi
Chiara Borlini, Marketing, comunicazione e business development, Massimiliano Serù, Direttore commerciale – Kramer
Quali sono le tecnologie che davvero sanno trasformare gli spazi di lavoro rendendoli smart, flessibili, intelligenti e più facili da vivere in presenza e da remoto? Quali sono le soluzioni che possiedono le caratteristiche attese da chi le utilizza? Nel seguito le risposte dei due relatori di Kramer Electronics. Ormai, annota Borlini, ciascuno di noi fa parte della generazione H (quella ibrida) che si caratterizza per la costante connessione, l’operatività in movimento e la regolarità del contatto. Kramer ha raccolto le esigenze di questa generazione e ha messo a punto soluzioni ad hoc per il mercato che vede mondo fisico e mondo digitale ma soltanto poco più del 3% dispone di risorse per le videoconferenze, anche se il numero sta crescendo considerevolmente. In particolare, Kramer si impegna a sviluppare soluzioni che riescano ad assicurare lo stesso grado di coinvolgimento e semplicità d’uso per tutti i partecipanti a sessioni di videoconferenza, nessuna distanza, nessun limite, in presenza o da remoto.
Da oltre 30 anni Kramer Electronics sviluppa soluzioni creative per il controllo dei segnali video, audio e computer basando le sue attività di ricerca e sviluppo direttamente sui feedback dei clienti.
Nel corso degli anni ha introdotto diverse soluzioni all’avanguardia nel processo dei segnali conquistandosi la posizione di leader per qualità, affidabilità e la soddisfazione dei suoi clienti.
La società ha da poco acquisito UC Workspace (UCW), pioniere e leader delle esperienze collaborative unificate. Portare UCW nella famiglia Kramer accelererà la sua spinta a costruire un’organizzazione di prodotti e ricerca e sviluppo leader di mercato. L’operazione si inquadra perfettamente alle sue tecnologie esistenti e ai suoi piani di innovazione per il nuovo mondo phisidigi. Nel suo intervento Serù ha passato in rassegna una serie di famiglie di prodotti e di soluzioni anche software-based. Tutti strumenti che facilitano e realizzano una perfetta integrazione audio-video, e che possono essere “visionati” prima di doverli implementare.
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Soluzioni smart per un nuovo workspace
Davide Urso, Business Development Manager Divisione Marketing & Communication – Ricoh
Il nuovo workplace deve offrire alle persone flessibilità e servizi dinamici mediante sistemi user-friendly ed efficienti che mantengono la produttività elevata, ovunque le persone di trovino. Nel contesto attuale di lavoro ibrido, le richieste dei dipendenti e le esigenze delle aziende sono cambiate ed è necessario dotarsi di spazi di lavoro collaborativi, configurabili e personalizzabili, e di soluzioni intelligenti per supportare incontri virtuali.
Ricoh ha sviluppato un portfolio di soluzioni e servizi che aiutano le organizzazioni a realizzare ambienti di lavoro innovativi. Tra le numerose possibilità offerte vi è Ricoh Spaces, una piattaforma in-cloud modulare che consente alle imprese di gestire al meglio spazi e risorse, grazie ad esempio a funzionalità per la prenotazione di scrivanie e sale riunioni.
Con Ricoh Spaces il workplace management diventa più efficiente e gli ambienti di lavoro più smart e interconnessi, con la possibilità per gli utenti di usufruire di risorse e servizi in funzione delle necessità, incontrando così le esigenze di oggi e anticipando quelle di domani.
Oltre a questa piattaforma, Ricoh propone ad esempio la soluzione Ricoh Collaboration Spaces per l’allestimento di spazi e sale in un’ottica di collaborazione, grazie a sistemi di videoconferenza ma anche a funzionalità per la condivisione delle informazioni e delle idee, con la possibilità di lavorare da remoto sullo stesso documento, in tempo reale. A questo riguardo il sondaggio tra i partecipanti all’evento ha messo però in evidenza che il 63% di loro non utilizza ancora soluzioni di questo tipo, un buon 16% ne fa uso mentre un 11% ne programma l’utilizzo.
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Case history
La nuova sede Mooney
Marco Ronchi, Responsabile facilities di Mooney
Bianca Giovene di Girasole, Architetto di Studio BIA-@rch engineering
Prima realtà italiana di proximity banking & payments, Mooney amplia i propri uffici con l’apertura di una nuova sede operativa a Milano, in Via Rizzoli, che si affianca all’headquarter di Via Bonnet per accogliere tutte le funzioni impegnate nel supporto operativo alla clientela. Alla base della scelta di riunire tutte le unità operative in uno spazio moderno e funzionale vi è la volontà di favorire lo scambio e la collaborazione tra i diversi team.
Nel briefing di progetto è stato richiesto un layout studiato sulle esigenze reali delle unità operative e arredi flessibili e riconfigurabili, con particolare attenzione alla scelta dei materiali fonoassorbenti.
Tra gli obiettivi richiesti la valorizzazione del brand, comunicata nel concept design anche attraverso richiami cromatici, e la creazione di un’area svago studiata per offrire momenti di convivialità ai colleghi che utilizzano la sede in turnazioni diverse dal canonico orario lavorativo.
La progettazione dei nuovi uffici viene affidata a Studio BIA-@rch engineering che si è occupato del progetto a 360°: dallo studio degli spazi alla progettazione degli impianti, dall’allestimento degli interni, alla scelta o alla progettazione del singolo arredo e delle sue finiture.
L’organizzazione spaziale ha portato alla definizione di ambienti funzionali alle esigenze aziendali, lo spazio è stato infatti suddiviso in dipartimenti di lavoro calibrati sul numero di persone che lo dovranno occupare, sul tipo di attività svolta e sulle necessità di collaborazione tra i team.