Il verde protagonista in ufficio

A Tokyo, nel quartiere del business, Nendo progetta Kojimachi Terrace, un edificio con il quale sfida la tradizione e porta l’esterno all’interno in un’unica simbiosi tra natura e arteficio

Come ha scritto qualche anno fa lo scrittore britannico Tom Hodgkinson: “quando siamo bloccati in ufficio senza aria, ogni fibra del nostro essere sembra gridare alla libertà, e mentre gli uccelli cinguettano fuori dalla porta noi sentiamo ancora di più il peso dello spazio artificiale”. Sull’onda di questa percezione, sempre più attuale, viene spontaneo chiedersi perché se l’atmosfera rilassante e quasi idilliaca di uno spazio verde all’aperto è valutata così positivamente, non si decide di applicarla anche nell’ambiente ufficio? Gli esseri umani hanno un desiderio innato di connessione con la natura, un senso che gli scienziati chiamano biofilia. Ciononostante gli spazi nei quali si trascorre la maggior parte delle giornate, gli uffici, tendono spesso a essere spogliati di gran parte della loro connessione con l’ambiente naturale. E sebbene gli studi scientifici nel corso degli ultimi decenni abbiano dimostrato l’estrema importanza del verde all’interno dello spazio di lavoro, la progettazione architettonica e d’interior design conta pochi esempi basati su questi studi, che vanno dalla riduzione dello stress (University of Technology di Sydney, 2010), all’aumento della produttività (Università di Exeter, 2014), fino a un generale miglioramento del benessere della persona (Rapporto Human Spaces, 2015). Fortunatamente, se si guarda su scala mondiale, qualche esempio illuminato inizia a segnare la strada.

L’esterno pervade l’interno

Il senso di apertura, fluidità e connessione con l’esterno caratterizza il recente progetto d’uffici firmato dallo studio di Nendo, il Kojimachi Terrace a Tokyo. Balconi foderati di piante e una griglia leggera avvolgono l’edificio interamente in vetro. Una vera e propria sfida ai tradizionali edifici per uffici chiusi alla città nel loro controllo climatico artificiale, visti dall’architetto-designer come torri fredde e impersonali che si ergono tra i palazzi residenziali senza creare un vero dialogo o connessione con l’intorno che li circonda.
Situato nel quartiere Kojimachi, meta principale per affari e headquarter di grande società, il blocco di undici piani è dichiarazione di una nuova concezione: portare l’esterno all’interno.
Nel progetto infatti, gli elementi che caratterizzano il mondo esterno sono stati presi come punto di partenza per l’intera progettazione con il fine di consentire negli ambienti interni un’esperienza, fisica e reale della vita all’aria aperta, come il cambiamento della tonalità di luce o l’alternanza delle stagioni. Per raggiungere l’obiettivo le terrazze sono state posizionate in modalità sparsa solo su sei degli undici piani dell’edificio e sono state pensate sia come spazi esterni che all’occorrenza possono trasformarsi in zone di incontro private, grazie alla possibilità di chiusura mediante serramenti celati lungo il perimetro di ogni terrazza. Il giardino situato ai tre piani più alti dell’edificio e realizzato allineando alcune terrazze, incorpora una vegetazione lussureggiante in vaso e rappresenta uno spazio comune di luce e aria. Soprannominati “Sky Forest”, i tre piani offrono ai dipendenti un rifugio dal forte tratto distintivo che, in facciata, genera un senso di unità architettonica e visiva tra i diversi livelli. Al centro dei tre piani sono stati creati vuoti a tutt’altezza che favoriscono una connessione visiva, consentendo agli alberi di crescere.

Tecnica al servizio della natura

Per far in modo che i numerosi pilastri che sostengono le terrazze, così come la struttura delle ampie vetrate, non interrompessero la fluidità degli interni, Nendo ha nuovamente portato l’esterno all’interno progettando tali elementi della stessa dimensione e finitura della griglia in legno che corre in facciata. È stato così eliminato qualsiasi disturbo visivo e reso l’intero edificio un unicum con una continua compenetrazione tra esterno e interno.
La griglia, oltre a ritmare la facciata, fornisce un supporto strutturale per le vetrate e costituisce una barriera di sicurezza per i balconi.
I riferimenti alla natura proseguono negli interni attraverso un’accurata selezione dei materiali che includono pietra grezza e acciaio inossidabile color bronzo. La finitura ruvida dei pavimenti e delle pareti è stata eseguita manualmente per ottenere un aspetto non uniforme.
Gli elementi d’illuminazione interna (diretta e indiretta) sono realizzati con apparecchi lineari in fila continua, nelle stesse finiture e proporzioni dei profili esterni, riproponendo a soffitto il concetto di griglia. Segno grafico che ricorre in tutta la struttura a partire dalle panche all’ingresso così come nel motivo della moquette sino al logo dell’edificio, contribuendo a un generale senso di armonia e equilibrio.



Costanza Rinaldi

Costanza Rinaldi - Giornalista freelance milanese ma ormai di base a Londra. Ha studiato arte e design tra Milano e Bologna, ha una specializzazione in Lighting Design conseguita al Politecnico di Milano e per questo le piace trovare progetti che uniscano funzionalità ed estetica. Scrive di architettura, design e cultura per diverse testate tra cui Living, Style, Traveller, TL Mag e Pambianco Design.

Officelayout è la rivista di Soiel International, in versione cartacea e on-line, dedicata ai temi della progettazione, allestimento e gestione degli spazi ufficio e degli edifici del terziario

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