La luce per gli spazi di ingresso e accoglienza
Hall e ingressi sono il biglietto da visita delle aziende, in questi spazi la luce gioca un ruolo chiave sottolineando la rappresentatività del luogo, guidando e facendo sentire a proprio agio le persone
Punto di incontro tra persone e funzioni differenti, gli spazi di ingresso e accoglienza hanno subito un’evoluzione importante negli ultimi anni, cambiando non soltanto layout e format, ma l’essenza stessa del luogo che, da filtro tra esterno e interno, si è trasformato in strumento di comunicazione del marchio e dei valori aziendali e in spazio multifunzionale dove l’attività lavorativa ha inizio.
Sempre più spesso, infatti, questi spazi sono parte integrante dello space planning degli uffici, rappresentando il fulcro di un’area più ampia dedicata alle attività di comunicazione e riunione. Spazi interpretati nella duplice funzione di immagine e di operatività.
L’illuminazione si inserisce nei nuovi contesti polifunzionali, diventando parte integrante di un sistema complesso che offre una nuova visione di questi ambienti: se infatti da un lato il compito dell’illuminazione è quello di valorizzare l’ambiente e creare atmosfere, dall’altro è richiesta una luce funzionale alle attività lavorative svolte in questi ambienti.
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I nuovi approcci progettuali ampliano le funzioni degli spazi
Tra gli obiettivi prioritari del progetto degli spazi di ingresso e accoglienza, primo punto di contatto, vi è la volontà di creare ambienti in grado di comunicare i valori dell’azienda. La tendenza, in questo senso, è di rendere gli spazi ingresso come il ‘cuore pulsante’ della società, valorizzando l’immagine aziendale, come chiarisce l’architetto Stefano Boninsegna, principal di GLA: “Indubbiamente, gli spazi di accoglienza hanno subito degli importanti cambiamenti in questi ultimi anni, dovuti soprattutto all’evoluzione del loro ruolo, che non è solo più legato all’accogliere e indirizzare, ma sempre più di rappresentare e comunicare la brand identity e l’immagine dell’azienda. Considerati il biglietto da visita della società, cambiano la loro natura, diventando un luogo dove stare e da utilizzare per il lavoro.
Tra i fattori che hanno contribuito al cambiamento vi è la volontà delle aziende di comunicare i propri valori. Ne consegue un diverso utilizzo di questi spazi, divenuti luoghi da vivere e non solo luoghi dove attendere o sostare in attesa dell’incontro. È divenuto prioritario, soprattutto dopo il covid, progettare spazi accoglienti dove trovarsi a proprio agio. Come vediamo anche con i coworking, situati in contesti diversi, gli spazi stanno diventando ibridi e senza quelle distinzioni che vi sono sempre state fra spazi di lavoro, abitazioni e hotel. Questo ha portato, a livello progettuale, a una nuova dimensione con finiture e arredi, confortevoli e invitanti che richiamano il living negli spazi di lavoro.
Dunque, in fase di briefing vengono richiesti spazi accoglienti, di impatto, che rimandano all’immagine del brand. Chi arriva deve subito poter individuare i valori che identificano la realtà aziendale. Un’altra tendenza, sempre legata alla volontà di comunicare l’immagine del brand, porta a collocare in questi spazi opere d’arte legate al recente fenomeno del collezionismo da parte delle aziende, come testimoniano le varie fondazioni di entità aziendale come la Fondazione Prada, la Fondazione Louis Vuitton, il Pirelli Hangar Bicocca etc”.
Con riferimento alle diverse fasi di progettazione Stefano Boninsegna aggiunge: “Dopo un’attenta analisi del brief e degli spazi parte la fase di concept all’interno della quale oltre a un primo layout realizziamo anche un mood board con materiali e palette colori per poi procedere alla fase di progettazione dove vengono definiti gli arredi, le finiture e l’illuminazione. Il tutto sempre in sintonia con l’immagine che si vuole dare rispetto anche al concetto di accoglienza.
Punto cruciale è interiorizzare l’identità del brand, capirne la storia e i valori, aspetti che ci permettono di sviluppare un concept. Le richieste vengono tradotte in un layout che in seguito si trasforma in spazio seguendo i principi evidenziati durante la fase di concept, una guida importante per una scelta coerente di finiture, materiali, arredi e illuminazione”.
Affiancano l’obiettivo di comunicazione dell’immagine nuovi obbiettivi progettuali che interpretano l’evoluzione di questi spazi. Come anticipato, le lobby di ingresso, che hanno svolto in passato un ruolo passivo, come una “bussola” di smistamento dove sostare prima di essere introdotti in azienda, accolgono oggi nuove funzioni: pur mantenendo quella primaria di accoglienza, svolgono un ruolo attivo nelle interazioni di business, con l’introduzione di informal e formal meeting, client area, caffetteria ecc.
In questa logica le tecnologie diventano uno strumento comunicativo che rende lo spazio interattivo, permettendo al “visitatore” in attesa di iniziare un viaggio alla scoperta dell’azienda.
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Il progetto illuminotecnico
In questi luoghi, inizialmente solo di passaggio ma oggi trasformati in un punto focale di importanza strategica per la comunicazione aziendale, la progettazione della luce assume un ruolo determinante perché svolge funzioni di accoglienza, di orientamento, offrendo sicurezza e benessere e mettendo a proprio agio chi vi lavora o vi sosta. L’obiettivo dell’illuminazione deve essere quello di trasmettere un’immagine innovativa, moderna e chiara dell’azienda.
La luce è inoltre fondamentale per valorizzare gli ambienti, creare atmosfere e offrire all’utente un’esperienza sensoriale. Obiettivi raggiungibili attraverso una stretta collaborazione tra i professionisti coinvolti nel progetto, come afferma Stefano Boninsegna: “Come architetti lavoriamo ‘a braccetto’ con i lighting designer, ai quali, a seconda dei progetti e del tema che si vuole comunicare, chiediamo di progettare un’illuminazione che valorizzi l’ambiente e un’illuminazione funzionale alle esigenze del cliente e dell’utilizzatore finale. Il lavoro in team è fondamentale, ed è importante collaborare fin dalle fasi iniziali di sviluppo del concept così da delineare, con tutti gli attori coinvolti, gli obiettivi da perseguire”.
In ambienti come questi, in cui vi possono essere molteplici necessità, è possibile definire dei livelli di intervento che, come dei layer sovrapposti, sono distinti ma si completano tra loro. Tra le più importanti funzioni dell’illuminazione per i luoghi di accoglienza vi sono: luce di rappresentanza, luce funzionale, luce decorativa e luce ricreativa.
La luce di rappresentanza – punto di partenza della progettazione illuminotecnica di questi contesti per valorizzare lo spazio architettonico, gli arredi e gli oggetti esposti – viene ottenuta con una luce che, integrata nell’architettura, crea profondità sottolineando pieni e vuoti. Un ulteriore step è rappresentato dalla luce dinamica, che cambia di intensità e temperatura di colore (da 2400K fino a 6500K) in relazione al momento della giornata o in base all’evento organizzato nell’ambiente. Alla luce architettonica è interessante combinare una luce decorativa, come elemento visivo e caratterizzante per forma o perché in grado di emettere una luce colorata ricollegabile ai colori corporate. In molte situazioni si può progettare una soluzione custom che diventa il fulcro dello spazio, un totem comunicativo che racchiude in sé una strategia di marketing (si pensi ad esempio a lampade a sospensione che riprendono il particolare colore del logo aziendale).
Un secondo livello di progettazione è rappresentato dalla luce funzionale, elemento tecnico in linea con le normative, necessario a garantire il corretto quantitativo di luce per i vari compiti visivi. Tenuto conto che all’interno di questi spazi possono convivere diverse attività, l’illuminazione deve essere flessibile. Di base deve essere garantita la luce per il lavoro, adeguando il quantitativo di luce sulle scrivanie, sui banconi e su tutte le postazioni lavorative, ridurre l’abbagliamento garantendo il benessere delle persone. Soluzioni interessanti sono i sistemi componibili che permettono di integrare nello stesso profilo varie tipologie di illuminazione, con faretti per luce puntuale, sospensioni decorative, luce lineare diffusa diretta o indiretta etc. offrendo la possibilità di creare scenari differenti in relazione alle varie funzioni.
La luce decorativa deve coinvolgere ed emozionare. Obiettivo raggiungibile con apparecchi scenografici o lavorando sul rapporto luce e materiali, andando a proporre pareti retroilluminate, effetti di luce radente su finiture particolari, oppure creando accenti di luce su dettagli architettonici. È inoltre possibile creare degli scenari che variano la luce in termini di intensità e temperatura di colore.
La luce in questi spazi può assumere un ruolo ludico e ricreativo quando gli spazi di accoglienza si trasformano in aree di relax o durante eventi speciali. In queste occasioni la luce può diventare l’elemento sorpresa, ad esempio con scenografie di penombra in cui assumono rilievo le tecnologie multimediali.
Da un punto di vista progettuale, riuscire a combinare questi livelli di illuminazione è il modo corretto per ottenere un sistema flessibile in grado di rispondere alle più disparate esigenze.
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Il ruolo degli apparecchi di illuminazione
Definito il concept di illuminazione è necessario procedere nella scelta dei prodotti, combinando requisiti tecnici e decorativi.
“Negli spazi di accoglienza, rappresentativi dei valori dell’azienda e sempre più luoghi trasversali, la luce è fondamentale per la creazione di ambienti che assicurano, non solo emozione e benessere, ma anche una corretta percezione – sottolinea Carlotta De Bevilacqua, ceo di Artemide –. Gli apparecchi decorativi sono quindi chiamati a offrire performance di alta qualità per resa cromatica e confort. In questi ambienti spesso la luce diventa un elemento che comunica verso l’esterno dell’edificio, attraverso le trasparenze dell’architettura, rendendo riconoscibile il brand nel tessuto urbano”.
Aggiunge Roberto Maitini, amministratore delegato di Cifralluminio: “la versatilità della configurazione dell’ambiente diventa fondamentale. Apparecchi customizzabili di grandi dimensioni, come la collezione Zero di Folio, rappresentano valide soluzioni sia dal punto di vista di coerenza estetica con l’ambiente circostante, sia per la possibilità di variare colori e intensità della luce, fino alla creazione di scenari dinamici. Un ulteriore valore aggiunto è sicuramente la possibilità di abbinare al prodotto caratteristiche di fonoassorbenza per migliorare il comfort acustico, aspetto fondamentale in spazi molto ampi”.
Cresce infatti l’attenzione al confort acustico degli spazi, con soluzioni che vedono la luce integrata in pannelli fonoassorbenti, spesso colorati e appariscenti.
Affiancano gli apparecchi di grandi dimensioni soluzioni minimali, che permettono di creare soffitti o pareti luminose che smaterializzano lo spazio come sottolinea Filippo Bettinzoli, head of marketing & product management di Prolicht: “Un trend importante molto diffuso è l’utilizzo di soluzioni lineari nei modi più distinti: da semplici profili rettilinei, usati in modo funzionale all’illuminazione generale della zona, fino a composizioni curve e organiche, in cui le linee di luce acquistano valenza estetica e decorativa.
Pone invece l’accento sul concetto di Human Centric Lighting (HCL) Carlo Di Fiore, head of business development STIM Tech Group: “È ormai noto che l’illuminazione non solo è necessaria per avere una chiara visione degli spazi e degli oggetti in esso contenuti, ma deve anche essere in grado di garantire benessere psicofisico delle persone. Oggi la ricerca nel settore dell’illuminazione tiene conto da un lato delle caratteristiche tecniche finalizzate al “vedere bene”, dall’altro delle esigenze di benessere, cercando di rispettare i ritmi biologici dell’uomo. Questo nuovo concetto può essere applicato in ogni ambito e situazione e, se inserito in luoghi di accoglienza come le hall, gli ingressi e le reception, può migliorare l’esperienza del visitatore o del cliente fin dal primo istante, mettendolo a proprio agio grazie alla riduzione delle conseguenze fisiologiche e psicologiche dovute alla discrepanza tra luce naturale e luce artificiale”.
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Come l’evoluzione tecnologica cambia i prodotti di illuminazione
Tra i fattori che maggiormente hanno influenzato la trasformazione degli apparecchi di illuminazione vi è sicuramente l’adozione delle nuove sorgenti luminose.
“La nuova generazione dei Led è andata ben oltre il risparmio energetico – racconta Fabio Ugazio, marketing manager di Disano –. La luce ecologica ed economicamente sostenibile ha fatto progressi straordinari. I nuovi apparecchi a Led con un consumo di energia più che dimezzato rispetto alle tecnologie precedenti offrono più illuminazione e più qualità della luce. La perfetta resa dei colori comporta vantaggi non solo estetici. Una migliore visione significa maggiore benessere e sicurezza. Non solo, l’introduzione di sistemi di controllo smart per migliorare l’efficienza degli impianti e semplificarne la gestione consente di avere le migliori performance senza sprechi e con la massima flessibilità”.
Prosegue Carlotta De Bevilacqua: “L’evoluzione tecnologica ha consentito una maggiore libertà nel design degli apparecchi, che non significa necessariamente miniaturizzazione, ma anche libertà espressiva e dinamicità della luce”.
Conferma Davide D’Ambrogio Global Contract Director di Flos. “Sorgenti luminose Led e alimentatori digitali sono funzionali alla realizzazione di forme innovative, ne è un esempio il disegno intrecciato di Skynest. A questo si aggiunge la ricerca di nuovi materiali, che è parte della storia di Flos. Oggi la ricerca si orienta con particolare attenzione alla sostenibilità dei materiali, al comfort visivo, all’efficienza, alla gestione digitale che rende possibili scenari legati agli eventi o al bioritmo circadiano”.
Si ampliano dunque le possibilità applicative e le funzioni delle nuove soluzioni, come sottolinea Roberto Maitini: “La possibilità di applicare le nuove tecnologie assieme alla miniaturizzazione delle sorgenti luminose e del relativo aumento dell’efficienza permettono applicazioni molteplici anche in prodotti decorativi, il tutto senza dover scendere a compromessi con l’aspetto estetico dell’apparecchio. La variazione della temperatura colore o del colore stesso della luce conferisce ad apparecchi decorativi una funzione operativa e non solo di puro contributo estetico al design dell’ambiente. Infine, grazie ad una gestione della luce sempre più sofisticata ma al tempo stesso sempre più user friendly per l’utente, architetti e lighting designers hanno la possibilità di personalizzare i progetti con prodotti su misura che rispettano sia criteri decorativi, di prestazione dal punto di vista illuminotecnico e soprattutto di sostenibilità ed efficienza energetica”.
“L’evoluzione tecnologica ha ampliato il ventaglio di possibilità creative nel design degli apparecchi di illuminazione, e gli spazi di ingresso sono una delle aree degli edifici in cui queste nuove possibilità sono più sfruttate e più visibili, perché proprio in questi spazi molto spesso oltre alla funzionalità si ricerca una soluzione con un preciso impatto estetico – puntualizza Filippo Bettinzoli –. La tecnologia oggi ha ridotto al minimo le dimensioni tecniche necessarie perché una fonte di luce possa funzionare in modo efficace. Di conseguenza, il disegno dei corpi illuminanti è virtualmente svincolato da esigenze tecniche, rendendo possibili tanto soluzioni invisibili, ad esempio con fonti di luce impercettibili e totalmente integrate nell’architettura, per arrivare all’estremo opposto con forme iper-complesse, in cui il corpo illuminante diventa pezzo iconico ed estremamente decorativo.
La possibilità di avere singoli corpi illuminanti relativamente piccoli e altamente efficienti rende possibile la creazione di grandi composizioni di oggetti ripetuti, con effetti scenici di forte impatto nella zona dell’edificio dedicata per definizione al lasciare la prima impressione ai visitatori.
Dal punto di vista tecnico – conclude Bettinzoli – l’illuminazione di queste aree richiede un corretto equilibrio tra comfort, con bassi livelli di abbagliamento, e visibilità sufficiente, nel rispetto dei consumi massimi per metro quadro consentiti dalle diverse normative internazionali. Le odierne tecnologie di controllo negli apparecchi di illuminazione possono garantire un passaggio fluido e, ancora, confortevole tra lo spazio esterno e l’interno, con opportuni livelli di dimmerazione e controllo della temperatura di colore.
In questi spazi non di rado l’estetica dei corpi illuminanti riprende forme o colori tipici della corporate identity dell’edificio, ricreando con la luce loghi aziendali, motti o citazioni importanti per chi fruisce lo spazio, o svolgendo la funzione di supporto per la gestione dei flussi dei visitatori e la segnalazione”.
Sulla possibilità di avere più componenti di luce in un unico apparecchio Roberto Maitini precisa: “Prodotti di grandi dimensioni con forme e finiture personalizzate sono senza dubbio le caratteristiche che ci vengono più spesso richieste per l’illuminazione di ingressi, hall, reception. Per andare incontro a questo tipo di richieste, FOLIO ha introdotto la possibilità di integrare spot e downlight su panelli luminosi di grandi dimensioni, permettendo quindi a un unico apparecchio di fornire sia l’illuminazione generale che di accento. Con la gestione separata delle fonti luminose si può quindi creare e programmare diversi scenari a seconda della funzione dell’ambiente”.