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Il nuovo senso dello spazio ufficio al centro dell’edizione milanese di OLMeet 2025

L’edizione milanese di OLMeet 2025 ha esplorato le ultime tendenze nel workplace design e le grandi trasformazioni del mondo del lavoro, degli spazi e delle persone nell’era del lavoro ibrido e dell’intelligenza artificiale.

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L’edizione milanese di OLMeet 2025 ha esplorato le ultime tendenze nel workplace design e le grandi trasformazioni del mondo del lavoro, degli spazi e delle persone nell’era del lavoro ibrido e dell’intelligenza artificiale.

Queste e molte altre tematiche sono state al centro del convegno arricchito dai talk delle realtà di progettazione Workitect, Giuseppe Tortato Architetti, GaS Studio, Barreca & La Varra, OGB Studio, CSIL e FederlegnoArredo a cui hanno fatto eco i case study di Nexi

A completare il quadro le tavole rotonde che hanno dato voce alle aziende Bene Italia, Berlin Acoustic, DVO, Ecophone – Saint Gobain, Fellowes, HW Style, IVM, Jabra, Kramer, Manerba, Nahu, Ricoh Italia, Rockfon e XOFFICE.


TALK


Da spazio di lavoro a luogo di senso
Luca Brusamolino, CEO & Co-Founder | Workitect

Il paradosso delle Big Tech – promotrici della flessibilità, ma tra le prime a richiamare tutti in sede – mette in discussione la narrativa dominante del “Back to the Office” e sposta l’attenzione dalla domanda dove lavoriamo? a perché lavoriamo?
L’obbligo di rientro, il mito della flessibilità come soluzione valida per tutti e l’adozione acritica di modelli di workplace “alla moda” non rispondono alle reali esigenze delle organizzazioni.
Il vero collante non risiede in una scrivania o in una policy, ma in un purpose autentico: una finalità condivisa che dà significato al lavoro e orienta comportamenti e decisioni.
Per creare ambienti efficaci, è necessario allineare spazio fisico e modello organizzativo. Non basta inseguire tendenze architettoniche o adottare soluzioni come il desk sharing se queste non sono vissute in modo coerente.
Molte aziende aspirano a trasparenza e apertura, ma continuano a operare secondo modelli culturali rigidi: il risultato sono spazi scollegati dalla realtà dell’organizzazione, incapaci di supportarla davvero.
Solo partendo da una visione chiara del purpose è possibile progettare luoghi coerenti, su misura e realmente abilitanti. Lo spazio non può essere neutro: deve riflettere e sostenere un ecosistema fatto di persone, processi, struttura e cultura.
Non esiste un modello valido per tutti. È il senso del lavoro a definire quello dell’ufficio.


Fuori moda: “galline felici”
Giuseppe Tortato, Architetto, Fondatore | Giuseppe Tortato Architetti

Il Covid è stato un punto di svolta nella percezione degli spazi in cui viviamo e lavoriamo. La consapevolezza degli utenti finali è cambiata, e le aziende e i progettisti rispondono con nuovi “must-have”. Il nostro studio, invece, è fuori dalle mode: non sentiamo il bisogno di usare termini come biofilia o neuroscienze per far stare bene le persone. Lo facciamo e basta.
Il nostro pensiero, che si tratti del design di un oggetto o della progettazione di un edificio, si basa sempre sugli stessi principi fondamentali: siamo esseri umani, e ciò che ci fa star bene sono pochi elementi che ci permettono di godere e di sentirci a nostro agio. Questi elementi sono la natura, la luce e il verde. Oggi si parla di biofilia, ma in realtà sono principi che valevano 100 o anche 1000 anni fa. Non lasciamoci ingannare da lucine e pubblicità: l’uomo è sempre lo stesso. La società cambia, i prodotti cambiano, ma per farci stare bene c’è sempre un solo modo: lavorare sugli elementi, che sono alla base della natura stessa dell’essere umano.


Come cambia l’ufficio
Andre Straja, Founder & Creative Director | GaS Studio

L’evoluzione degli spazi lavorativi ha riscritto in modo profondo il concetto stesso di ufficio. Si è passati da ambienti tradizionali e gerarchici a spazi flessibili, tecnologici e sempre più orientati al benessere delle persone. Il modello classico, con postazioni fisse e nette divisioni tra dirigenti e personale, garantiva una certa organizzazione tra lavoro individuale e collaborativo, ma si è rivelato troppo rigido per rispondere alle esigenze del mondo del lavoro contemporaneo.
L’introduzione dello Smart Office ha segnato un cambio di paradigma, basato sull’integrazione tra spazio fisico e dimensione digitale. L’adozione di tecnologie avanzate – dall’IoT all’intelligenza artificiale, fino al cloud computing – ha reso il lavoro più flessibile, migliorando al contempo comunicazione interna ed efficienza operativa. Accanto a questo modello, il coworking ha rivoluzionato ulteriormente il modo di intendere l’ufficio: spazi condivisi, dinamici, dove professionisti e aziende trovano un ambiente stimolante per lavorare e connettersi. La diffusione del coworking satellitare ha ampliato questa opportunità, con hub aziendali decentralizzati che avvicinano il luogo di lavoro alla vita quotidiana, riducendo gli spostamenti e favorendo un miglior equilibrio tra lavoro e sfera personale.
A fare un ulteriore passo avanti è il concetto di Dynamic Office, che propone soluzioni modulari e arredi flessibili capaci di adattarsi a contesti e necessità in continua evoluzione. Scrivanie regolabili, postazioni riconfigurabili, sedute ergonomiche e strumenti per il benessere fisico – come tapis roulant o cyclette da scrivania – contribuiscono a costruire ambienti più inclusivi e orientati al comfort.
Oggi, dopo anni di dibattito sul lavoro ibrido, si torna a riscoprire l’ufficio come luogo di relazione, collaborazione e socialità professionale. Meno postazioni assegnate, più aree comuni e spazi informali dove favorire incontri spontanei e momenti di condivisione autentica.


Dai “luoghi notevoli” alla pelle
Gianandrea Barreca, Architetto, Co-founder | Barreca & La Varra

Cosa riteniamo importante oggi nella progettazione di un ufficio di qualità? L’individuazione di alcuni “luoghi notevoli”, che rendano dinamica la percezione spaziale degli interni, e lo studio approfondito dell’involucro, inteso come sistema di mediazione e interscambio tra interno ed esterno, per quanto riguarda la luce naturale e la percezione visiva. Anche se, in fondo, pensiamo che il concetto stesso di spazio per ufficio vada contaminato.
Nella progettazione di uno spazio ufficio di qualità, tre sono gli aspetti fondamentali da considerare: la pelle dell’edificio, intesa come il suo involucro e interfaccia con il contesto urbano; la sezione, ovvero la gerarchia e la complessità delle spazialità interne; e infine la distribuzione in pianta, che determina la fruibilità e l’articolazione degli ambienti.
L’armonia della facciata della chiesa di Santa Maria Novella, firmata da Leon Battista Alberti, è un’icona del primo tema: l’involucro come elemento di mediazione tra interno ed esterno, tra architettura e città.
Il tema dell’involucro è esemplificato nel recente intervento a Scandicci per un edificio per uffici nato dalla riqualificazione di una struttura esistente, dove è stata reinterpreta l’eredità del Rinascimento toscano con un linguaggio contemporaneo, offrendo vedute suggestive agli utenti e rafforzando il dialogo tra interno ed esterno. Lo stesso tema nel 2011 ha portato a concepire la pelle dell’edificio
B5, del comparto RCS a Crescenzago, come un unico modulo vetrato, declinato con finiture diverse per ottenere un effetto cangiante e dinamico.
Il secondo tema riguardante la sezione e la costruzione di spazialità interne articolate e gerarchizzate, trova un esempio concreto nell’intervento per l’Headquarters Ugolini a Torrevecchia Pia (PV), completato nel 2020, dove tre hall d’ingresso a doppia altezza, inserite nella sagoma archetipa della casa che definisce l’intero volume, creano “luoghi notevoli” capaci di valorizzare la percezione interna, con materiali caldi e finiture pregiate che richiamano un’estetica domestica.
Un altro esempio significativo è il Cantù/Orefici Building in Cordusio, a Milano (2019), dove la chiusura di una corte con una copertura vetrata ha generato il nuovo cuore pulsante dell’edificio. Questo spazio, insieme ad altri innesti contemporanei come sale riunioni in copertura e passaggi sospesi, dà vita a una sequenza di ambienti straordinari.
Infine, il terzo tema: la distribuzione in pianta. Un ambito in cui si è esplorata la complessità progettuale anche a partire da riferimenti storici, come una planimetria di Gio Ponti, trova un’applicazione concreta nell’Headquarters Siemens di Milano, completato nel 2018, dove il piano terra è concepito come un sistema modulare di spazi collettivi affacciati su due grandi corti alberate, a sottolineare l’importanza della relazione tra architettura e paesaggio.


Commitments to Decarbonization: un asset strategico per le aziende, tra benessere, inclusività e trasparenza.
Riccardo Hopps Co-CEO e Founding Partner di OGB STUDIO e OGB CONSULTING srl Società Benefit

Dall’ufficio tradizionale agli spazi adattivi, il workplace si sta affermando come un vero e proprio driver strategico per la produttività, l’attrazione dei talenti e la competitività in chiave ESG. In un momento storico in cui il mondo sta cambiando direzione, restiamo convinti che il benessere delle persone negli ambienti di lavoro debba rimanere al centro. Lo perseguiamo su due fronti: da un lato, attraverso l’adozione di protocolli di sostenibilità ambientale come LEED, WELL e BREEAM; dall’altro, supportando le aziende nelle operation legate al bilancio di sostenibilità ESG, con analisi e test in grado di misurare in modo oggettivo e percepito la qualità degli spazi.


Spazi ibridi, fusione tra abitazione e ufficiCommittenza e utenza nel progetto. I luoghi del lavoro
Marcella Gabbiani, Architetto – Membro del Consiglio Nazionale di ALA Assoarchitetti & Ingegneri
Da una committenza illuminata non possono che nascere grandi progetti. Come associazione composta da architetti e ingegneri, portiamo avanti da anni il valore dell’interdisciplinarietà, fondamentale nella progettazione degli spazi ufficio. Oggi più che mai, dopo la pandemia, le esigenze delle persone e l’organizzazione del lavoro sono profondamente cambiate: aspetti ambientali, sociali e relazionali sono diventati centrali e hanno un impatto che va ben oltre l’ambiente lavorativo, toccando anche la dimensione urbana. Per questo riteniamo importante diffondere questi temi a un pubblico ampio e, in quest’ottica, promuoviamo il Premio Dedalo Minosse alla Committenza di Architettura, che valorizza chi investe nella qualità dei progetti. Siamo infatti convinti che da una committenza illuminata non possono che nascere grandi progetti.


Cambiamenti e priorità nell’arredo degli spazi ufficio: l’opinione dei distributori
Mauro Spinelli, Senior Partner | CSIL (Centre for Industrial Studies)
Secondo gli ultimi dati CSIL, raccolti su un campione di rivenditori europei, circa il 50% del budget di spesa destinato all’allestimento di uffici medio-grandi viene oggi investito in arredi per spazi collaborativi, aree di concentrazione e zone relax, come cafè e break area. Un cambiamento radicale rispetto al passato, quando l’ufficio era dominato da postazioni assegnate, sale riunioni tradizionali e spazi spesso sottoutilizzati o lasciati grezzi.
Oggi, l’ambiente di lavoro si articola in una varietà di ambienti con funzioni precise, pensati per rispondere alle molteplici esigenze di chi lavora. Le postazioni operative si evolvono in soluzioni ergonomiche e integrate con tecnologie avanzate, mentre gli uffici direzionali si fanno sempre più essenziali, privilegiando funzionalità e sobrietà.
A cambiare è anche il linguaggio estetico: divani e poltrone lounge di ogni forma e dimensione, sedute e tavoli in stile living, lampade decorative, arredi da esterno, set cucina e inserti di design biofilico arricchiscono gli ambienti, trasformando quelli che un tempo erano luoghi impersonali in spazi accoglienti e stimolanti, dove lavorare non significa più solo “attendere l’orario di uscita”.
In un contesto di flessione generale della domanda, i produttori di arredi per ufficio hanno scelto di puntare sulla qualità dell’offerta e sul servizio al cliente. L’approccio si traduce in una minore quantità di prodotti immessi sul mercato, ma con un maggiore livello di sofisticazione e spesso anche a un prezzo più elevato.
In parallelo, sta emergendo un segmento ancora embrionale ma potenzialmente strategico: quello dei mobili ricondizionati. Si tratta di arredi di seconda mano, riparati o rigenerati direttamente dai produttori e venduti con le stesse garanzie dei prodotti nuovi. Un modello circolare che potrebbe rappresentare, nei prossimi anni, una nuova leva competitiva per il settore.


Il Sistema Ufficio nel 2024 e le attese per il 2025
Francesco Persichetti, Responsabile produzione Centro Studi | Federlegno Arredo Eventi SpA / FederlegnoArredo

Secondo i dati disponibili a marzo 2025, il Sistema Ufficio – che include mobili, pareti divisorie, sedute, soluzioni per il comfort acustico e altri arredi per l’ambiente di lavoro – ha chiuso il 2024 con una flessione del fatturato del 3,5% rispetto all’anno precedente. A pesare sul risultato è stato soprattutto il calo delle esportazioni (-7,5%), mentre il mercato interno ha mostrato una sostanziale tenuta, con una variazione minima (-0,3%).
In controtendenza, le importazioni hanno registrato un significativo aumento (+15%), portando il consumo apparente – ovvero la somma di produzione nazionale e importazioni al netto delle esportazioni – a segnare comunque una lieve crescita del 2,5%.
A livello geografico, il rallentamento dell’export è legato principalmente alla contrazione delle vendite sui principali mercati dell’Unione Europea, in particolare Germania (-26,8%) e Francia (-7%). Non mancano però segnali positivi da alcune aree extraeuropee: Stati Uniti (+9,6%), Arabia Saudita (+7,9%) ed Emirati Arabi Uniti (+7,4%) mostrano una dinamica favorevole, pur non riuscendo a compensare del tutto le perdite sul fronte europeo.
Le prospettive per il 2025, rilevate dall’indagine condotta tra gennaio e settembre 2024 nell’ambito del Monitor, appaiono più ottimistiche: le aziende del settore prevedono un ritorno alla crescita, con export e mercato nazionale in espansione rispettivamente del 6,2% e del 5,1%. Un segnale di fiducia che lascia intravedere un possibile rilancio del comparto, spinto da nuove dinamiche progettuali e una domanda più stabile.


European Level: la certificazione europea per l’arredo ufficio sostenibile
Marco Fossi, Technical Adviser at FederlegnoArredo | Technical standardization specialist

Promossa dalla FEMB – Federazione europea dei produttori di arredo per ufficio – European Level è la certificazione paneuropea dedicata alla sostenibilità ambientale e sociale dei prodotti per l’ambiente di lavoro. Si tratta di uno schema volontario, gestito da enti di certificazione indipendenti e accreditati, operanti su licenza della FEMB, che consente ai produttori di dimostrare la conformità dei propri arredi a requisiti stringenti in materia di sostenibilità.
La valutazione del prodotto avviene secondo un approccio multilivello, basato su quattro macro-aree di impatto: materiali impiegati nella produzione; emissioni e consumi energetici; salute umana ed ecosistema; responsabilità sociale.
Ciascuna area prevede criteri specifici e requisiti misurabili. Il soddisfacimento di questi requisiti attribuisce un punteggio, che contribuisce alla definizione del livello complessivo di sostenibilità del prodotto, indicato con un marchio che può variare da Level 1 a Level 3, in funzione delle performance raggiunte.
Nel 2023 si è concluso il processo di aggiornamento dello standard di riferimento, con una revisione che ha riorganizzato i requisiti per allinearli ancora più chiaramente con le direttive europee in via di definizione su ecodesign ed economia circolare.
Ad oggi, i prodotti certificati si avvicinano alla soglia dei 1000, distribuiti tra numerosi produttori nei diversi Paesi europei. Un segnale della crescente attenzione del settore ai temi della sostenibilità. Nel corso dell’ultimo anno è stato inoltre accreditato il primo ente di certificazione italiano, e le prime due aziende italiane hanno ottenuto la certificazione per diverse collezioni di prodotto.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale: levelcertified.eu.


Tavola Rotonda: “Benessere e Collaborazione. Nuove frontiere per uffici che ispirano e connettono”

Welcome Office! Costruire il workplace indiviso del futuro
Matteo Artusi, Country Manager Italia | BENE GmbH

L’ufficio contemporaneo ha ormai abbandonato l’immagine di una fila anonima di postazioni operative. Oggi, progettare ambienti di lavoro realmente efficaci significa creare spazi stimolanti che favoriscano connessione, flessibilità e benessere, integrando in modo naturale le dimensioni dell’office, home office e remote office.
In quest’ottica, il design dell’arredo gioca un ruolo strategico. Le soluzioni proposte da Bene Office, trasformano i luoghi di lavoro in veri e propri hub di collaborazione inclusiva, grazie a sistemi modulari e configurabili che si adattano alle esigenze del momento.
Non si tratta semplicemente di inserire arredi colorati, ma di progettare spazi funzionali in grado di evolvere insieme ai ritmi e ai bisogni dei team: isole per brainstorming creativo, aree tranquille per la concentrazione, tavoli flessibili per riunioni improvvisate. Ogni elemento è pensato per assecondare i flussi di lavoro, non per imbrigliarli.
Il principio è chiaro: l’ambiente deve adattarsi alle persone, non il contrario. Le scrivanie regolabili, ad esempio, non sono solo una comodità ergonomica, ma esprimono un’idea di inclusione e rispetto della diversità dei modi di lavorare. Allo stesso modo, le zone lounge e gli spazi informali diventano luoghi fertili per lo scambio di idee, dove la prossima innovazione può nascere da una conversazione tra colleghi.
Le proposte di Bene Office suggeriscono una visione dell’ufficio come ecosistema dinamico, in cui le persone possano sentirsi accolte, valorizzate e parte attiva di un progetto condiviso. Eliminare le barriere – fisiche e culturali – di spazi rigidi e impersonali significa favorire un senso di appartenenza e, al tempo stesso, migliorare la produttività. In questo contesto, l’arredo non è solo una questione estetica, ma si configura come strumento chiave per costruire team affiatati, inclusivi e creativi, dove la collaborazione è la norma e non l’eccezione.


La tecnologia è la nuova alleata dell’ inclusione 
Andrea Visconti, Strategic Alliances Manager EMEA South | Jabra

In un contesto professionale sempre più fluido, ibrido e aperto, inclusione non significa solo pari opportunità, ma anche accessibilità concreta alla comunicazione. È su questo principio che si fonda l’approccio di Jabra, da sempre impegnata nello sviluppo di soluzioni audio e video professionali in grado di rispondere alle esigenze più diverse.
La rumorosità è uno dei principali ostacoli nei nuovi ambienti di lavoro. Secondo uno studio commissionato da Jabra, rumori continui – dai colleghi chiassosi al traffico urbano – possono ridurre la concentrazione fino al 70%, aumentare lo stress del 53% e causare un affaticamento fisico superiore del 27%.
Per contrastare questi effetti negativi, Jabra ha sviluppato dispositivi capaci di isolare dai disturbi acustici e creare una bolla sonora favorevole alla concentrazione e alla collaborazione. L’obiettivo è chiaro: rendere ogni interazione efficace, accessibile e paritaria, a prescindere dalle condizioni fisiche o ambientali.
In definitiva, per Jabra inclusione significa garantire a ciascuno la possibilità di lavorare, comunicare e contribuire in modo equo, grazie a un utilizzo intelligente e umano della tecnologia.
Parte del gruppo internazionale GN, attivo anche nel settore delle tecnologie medicali, Jabra integra nei suoi prodotti innovazioni nate nel campo delle protesi uditive. Un esempio emblematico è Auracast, sistema basato su Bluetooth 5.3 a basso consumo, che consente agli utenti con apparecchi acustici di collegarsi a un canale audio dedicato in ambienti di videoconferenza, garantendo una partecipazione chiara e inclusiva. Grazie all’integrazione con le barre video PanaCast, questa tecnologia consente anche nei contesti più affollati e rumorosi una fruizione del suono senza barriere.


Il Rumore: Un Ostacolo Invisibile alla Produttività e al Benessere negli Uffici
Cristina Carrus, Concept Developer | Saint-Gobain Italia

Nell’era del lavoro ibrido, solo il 40% degli ambienti soddisfa gli standard di eccellenza, con molti dipendenti insoddisfatti. Gli spazi di lavoro devono competere con il comfort domestico, promuovendo collaborazione, privacy e benessere. Una progettazione adeguata migliora produttività e soddisfazione rispetto al lavoro remoto.
Uno degli ostacoli principali è il rumore ambientale, che compromette la capacità decisionale e l’apprendimento nel tempo, specialmente se le informazioni sono poco chiare. Il discorso irrilevante negli uffici open space riduce l’accuratezza dei compiti, aumentando stress e carico di lavoro. Numerosi studi dimostrano che un’adeguata gestione del suono migliora il benessere e le prestazioni.
Il legame tra burnout, percezione acustica e tratti della personalità è stato analizzato in uno studio condotto con la Brunel University. I risultati sottolineano l’importanza di considerare questi fattori nella prevenzione del burnout, con implicazioni economiche per individui e aziende. La percezione sonora varia in base a età, multilinguismo e neurodiversità, rendendo necessaria una progettazione acustica inclusiva. Tuttavia, la scarsa consapevolezza e i costi percepiti ostacolano l’adozione di soluzioni acustiche, nonostante il ritorno economico stimato del 6,7%.
Standard come la ISO 3382-3:2022 e ISO 22955:2021 forniscono parametri per una progettazione acustica efficace. Per supportare i progettisti abbiamo creato uno strumento innovativo come l’Open Plan Office Tool, che calcola la spaziatura ottimale delle postazioni per garantire comfort acustico.
Infine, Ecophon Immersive Acoustic Experience dimostra come la consapevolezza dell’acustica possa essere potenziata attraverso la realtà virtuale, offrendo un’esperienza immersiva per comprendere l’importanza del suono negli ambienti di lavoro.


 #keepitsimple – Collaboration & Dimensione umana
Emiliano Faccioli, Country Manager Kramer | Asthon Bentley Italy

Nel mondo del lavoro ibrido, il 69% dei meeting avviene ancora in presenza. Perché? Perché le riunioni più efficaci sono quelle in cui ci si confronta di persona, e l’ambiente gioca un ruolo chiave nel favorire produttività e benessere. Spazi caotici, acustica scadente e sedute scomode influiscono negativamente sulla concentrazione e sulla qualità del lavoro.
Progettare sale meeting ergonomiche e tecnologicamente integrate significa migliorare il comfort e l’efficacia delle riunioni. Mobili con pannelli fonoassorbenti, sedute ergonomiche e soluzioni AV intuitive creano ambienti dove è più facile collaborare, sia in presenza che da remoto. Un design minimalista e flessibile riduce lo stress visivo, mentre la tecnologia nascosta semplifica l’uso degli strumenti digitali senza ingombri.
Il futuro degli uffici non è solo connettività, ma anche spazi pensati per il benessere delle persone. Perché il comfort non è un lusso, ma un vantaggio competitivo. #KeepItSimple


Soluzioni per i Nuovi Modi di Lavorare: Benessere, Funzionalità e Identità negli Spazi Ufficio
Enrico Frattari, National Account Manager Contract Interiors | Fellowes

In un contesto lavorativo in continua evoluzione, segnato da crescente flessibilità e ibridazione degli ambienti, ripensare gli spazi ufficio è diventato prioritario per le aziende. Il lavoro non è più confinato a un luogo fisso, ma si svolge in un ecosistema fluido che richiede ambienti capaci di favorire benessere, collaborazione e identificazione. Ricerche autorevoli mostrano come il ritorno in ufficio sia motivato dal desiderio di appartenenza, socializzazione, stimoli e comfort. Tuttavia, oltre la metà dei lavoratori lamenta disagi dovuti a una scarsa ergonomia, con impatti negativi sulla produttività. È quindi essenziale progettare ambienti centrati sulle persone, dove ergonomia, qualità dell’aria e gestione funzionale dello spazio — come un corretto setup in termini di elettrificazione e cable management — contribuiscano a una migliore esperienza lavorativa. Fellowes risponde a queste esigenze con un ecosistema di soluzioni integrate per uffici più salubri, efficienti e in linea con le nuove modalità operative, supportando il benessere una migliore Work Space Experience.


Work Shift: la Metamorfosi del Lavoro e delle Aziende
Cristian Filippi, Corporate Sales Manager | dvo_ | Sitland

Il cambiamento è il motore che guida l’evoluzione delle aziende, e oggi, più che mai, ci troviamo di fronte a sfide che richiedono un approccio nuovo e multidisciplinare. Le spinte culturali, normative e tecnologiche non solo stimolano la nostra ricerca continua, ma spingono anche a ripensare il modo stesso in cui concepiamo il lavoro. Dal “fare” al “come pensiamo di fare”, il mondo “factory” si sta trasformando, affrontando le sfide del presente con soluzioni che abbracciano diversi ambiti e prospettive.
Negli ultimi decenni, l’approccio aziendale è cambiato radicalmente. Dagli anni ’70, in cui prevaleva un modello orientato al “fare”, siamo passati a una visione più ampia, che integra diverse discipline e competenze. Oggi, non è più solo una questione di creare spazi, ma di progettare ambienti che favoriscano la connessione, la collaborazione e il benessere delle persone. La bellezza, l’ergonomia e la sostenibilità degli spazi di lavoro non sono più solo dettagli estetici, ma fattori fondamentali che impattano direttamente sulla qualità della vita e della produttività.
In questo scenario, le aziende devono adottare un approccio multidisciplinare che consenta di mixare persone, spazi, valori e tecnologia. Non si tratta solo di arredare un ufficio, ma di costruire una community inclusiva dove ognuno possa sentirsi parte di un progetto comune. I driver del cambiamento – l’evoluzione culturale, l’innovazione tecnologica, la normativa e la sostenibilità – sono il fondamento su cui basare ogni decisione progettuale.
Per affrontare al meglio questi cambiamenti, le aziende devono dichiarare chiaramente il proprio proposito, avere una visione che unisca tutti gli attori del processo e, soprattutto, progettare spazi che facilitino la connessione tra le persone. La passione per il lavoro e l’impegno nella formazione sono elementi determinanti per il successo di questa trasformazione, poiché una crescita armoniosa passa anche dalla costante evoluzione delle competenze e dei valori aziendali.
L’ufficio di domani non è solo uno spazio fisico, ma un ambiente dinamico e inclusivo che supporta il benessere e l’innovazione.


Tavola Rotonda – “Workplace strategies per nuove generazioni al lavoro, tra comfort e sostenibilità”

Il Ritorno Ibrido: Ripensare l’Ufficio per le Nuove Generazioni
Federica Romano, Senior Partner Manager Sud Europa | Berlin Acoustics

Il ritorno in ufficio non è più un obbligo, ma una scelta da incentivare. Come gli ambienti di lavoro possano evolversi per rispondere alle esigenze delle nuove generazioni?
L’apertura dell’intervento ha messo in luce un’esperienza personale di crescita attraverso città e modelli lavorativi diversi, portando alla consapevolezza che l’ufficio deve essere più di uno spazio fisico: deve offrire connessione e appartenenza.
L’analisi ha evidenziato perché molti giovani evitano l’ufficio: lunghi spostamenti, comfort domestico e scarsa privacy negli open space. Tuttavia, ciò che li attira è la possibilità di relazionarsi, accedere a mentorship e collaborare in un contesto stimolante.
Per rispondere a queste esigenze, gli uffici devono evolversi: maggiore flessibilità con hot desk e zone dedicate, miglioramento dell’acustica con materiali fonoassorbenti, spazi personalizzabili e tecnologie per la collaborazione ibrida. Si è discusso del concetto di terzo luogo, ovvero un ambiente che integri lavoro, benessere e socialità con aree relax e soluzioni innovative.
Ma il design da solo non basta: serve un cambiamento culturale. Le aziende devono incentivare il networking, supportare la crescita professionale e garantire autonomia e flessibilità senza imporre il rientro in ufficio.
In conclusione, il futuro del lavoro ibrido non si impone, si progetta. Le aziende che sapranno creare spazi accoglienti e una cultura aziendale inclusiva saranno quelle in grado di attrarre e mantenere i migliori talenti. L’ufficio del futuro non è solo un luogo di lavoro, ma un ecosistema di esperienze e connessioni.


L’evoluzione del Workplace: progettazione integrata, workplace management e innovazione negli spazi di oggi e di domani
Federica Russo, Team Leader CS Business Development Manager | Ricoh Italia

Con la diffusione dello smart working, le aziende devono concentrarsi su due aspetti fondamentali per incentivare i dipendenti a frequentare l’ufficio: l’esperienza offerta (Experience) e il valore che questi spazi possono offrire (Purpose).
Quando si parla di User Experience, vi sono tre dimensioni fondamentali da considerare: cultura, spazio fisico e tecnologia. In particolare, per quanto riguarda il contesto culturale (cultural environment), un approccio strutturato al change management è essenziale per guidare e supportare i processi di trasformazione, garantendo un’adozione efficace e consapevole delle nuove tecnologie.
Lo spazio fisico deve essere ripensato in un’ottica completa, integrando la progettazione architettonica e quella tecnologica. Questo approccio richiede una stretta collaborazione tra studi di architettura e system integrator, che devono lavorare insieme sin dalle fasi iniziali del progetto per garantire soluzioni coerenti e funzionali. La tecnologia, invece, si conferma un elemento cruciale per la gestione e la governance degli spazi e delle risorse aziendali. L’adozione di piattaforme e strumenti di Workplace Management, supportati da dati e insight dedicati, è fondamentale per ottimizzare e rendere più efficienti gli uffici, migliorando al contempo l’esperienza degli utenti.
Un ulteriore obiettivo è strettamente legato alle normative ambientali e all’utilizzo sostenibile degli spazi aziendali. In questo contesto, la digitalizzazione gioca un ruolo chiave nel supportare le aziende nel raggiungimento dei loro obiettivi di sostenibilità, promuovendo al contempo la riduzione dei consumi energetici e il benessere dei dipendenti.
Un esempio significativo è rappresentato dall’introduzione di sistemi di sensoristica avanzata per il monitoraggio ambientale. Questi dispositivi forniscono dati preziosi su parametri come la qualità dell’aria, la temperatura, l’umidità, la luminosità e il livello di rumorosità, contribuendo a creare spazi di lavoro più salubri, efficienti e confortevoli.


SUSTAIN/ABILITY – la via per prolungare la vita di un prodotto e di un’azienda attraverso l’abilità e l’esperienza.
Massimiliano Zamò, President and Sales & Business Development Director | nahu Linea Fabbrica
Un percorso evolutivo che va oltre il prodotto. Le logiche di sostenibilità non coinvolgono unicamente il design e i metodi produttivi ma anche le tecniche di comunicazione e sistemi organizzativi aziendali.  Una seduta costituita da componenti intercambiabili e riciclabili, un sistema di allestimenti modulari in cartone strutturale, un piano industriale che trasforma una singola azienda in gruppo per affrontare un mercato in completa evoluzione. Sostenibilità non è più sinonimo di responsabilità ecologica ma soprattutto di responsabilità sociale. video che possano motivare e mantenere i talenti di questa nuova generazione, sapendo che questa rappresenterà nel 2025 il 30% della forza lavoro totale.


Paolo Pampanoni, Art director | nahu

Essere sostenibili oggi non significa soltanto ridurre l’impatto ambientale, ma saper gestire responsabilmente risorse, competenze e visione strategica. È questo il cuore del progetto Sustain/ability presentato da Linea Fabbrica, azienda friulana con oltre 47 anni di esperienza nel settore delle sedute per ufficio e contract.
Tutto parte dall’analisi della parola inglese, composta da “Sustain” che per i pianisti è il pedale che prolunga il suono, allunga la vita della nota, e “ability che esprime la capacità di compiere un’azione correttamente e con qualità. Il concetto unisce l’idea di “sostenere, prolungare, allungare la vita” di un oggetto – nel rispetto di ambiente, persone ed economia – all’“abilità” di costruirlo in modo duraturo attraverso innovazione e qualità. Un esempio concreto di questa filosofia è “OPEN”, una seduta progettata con il 42% di materiale riciclato e il 99% di componenti riciclabili, ergonomica, personalizzabile, facilmente smontabile e con componenti intercambiabili e manutenibili per prolungarne il ciclo di vita. Una vera evoluzione del prodotto in chiave sistemica.
La sostenibilità, infine, attraversa l’intera filiera aziendale: dalla comunicazione – con riduzione dei cataloghi stampati e uso di carta FSC – agli allestimenti fieristici che diventano esempi di modularità e riuso grazie a strutture in cartone strutturale. Nulla viene sprecato: ogni elemento è pensato per essere recuperato per altre fiere e eventi o reintegrato nello showroom aziendale.
Oggi Linea Fabbrica è un gruppo articolato con sedi produttive in Italia e in Francia, supportato da certificazioni riconosciute a livello internazionale, che esprime un percorso imprenditoriale che mostra come la sostenibilità, per essere reale, debba essere anche una competenza.


Uffici e comfort acustico: la “percezione” di un luogo di lavoro
Gianluca Tereo, Project Sales Rockfon Lombardia e Nord-Ovest Italia

In fase progettuale, il dialogo tra acustica ed architettura degli spazi è sempre più importante e stimolante grazie alle possibilità infinite di materiali e soluzioni. Non è sempre facile immaginare gli spazi pensando anche a come possano risultare, a lavori ultimati, dal punto vista acustico. Lo scopo ultimo comunque è sempre lo stesso: realizzare ambienti di lavoro a misura d’uomo, confortevoli, unici e produttivi. L’esposizione prolungata al rumore, oltre che incidere su emozioni, stati d’animo, salute fisica e attività cognitive come memoria e concentrazione, può causare aumento del battito cardiaco, problemi cardiovascolari, stress e danni all’udito. Le cause principali di insoddisfazione, soprattutto all’interno di uffici open space sono persone che parlano, mancanza di privacy, colleghi al telefono, telefoni che squillano e rumori delle attrezzature. Le conseguenze più frequenti includono problemi di concentrazione, stanchezza, e mal di testa. Una progettazione acustica efficace può portare a una riduzione del 30% dei livelli di adrenalina, al 50% di miglioramento nella concentrazione, al 27% di diminuzione dello stress e al 66% di incremento della motivazione. Il comfort acustico, quindi, non solo migliora la salute fisica e psicologica, ma aumenta anche la produttività e il benessere generale. In futuro, la lotta contro il rumore sarà una delle sfide principali per garantire ambienti di lavoro sani ed efficienti Come ricorda la poetessa Maya Angelou: “le persone dimenticheranno cosa hai detto, dimenticheranno cosa hai fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire”


Be Human
Elisa Manerba, AD | Manerba con Ilaria Marelli, Art Director | Manerba

Manerba ha adottato una nuova direzione creativa seguita dall’architetto Ilaria Marelli, che ha introdotto il concetto “Be Human”. L’idea di ambientarlo nello spazio fisico di una scuola rappresenta già in sé una narrazione: si è scelto la scuola come embrione di formazione, luogo simbolo della vita quotidiana dove si raccoglie la straordinaria opportunità di comunicare bellezza, storia e valori.
Perché parlare di “umanità” in ufficio? Se fino al 2008, l’ufficio era visto come uno spazio funzionale, basato su efficienza e ottimizzazione, dopo la crisi economica, si è diffusa una visione più ampia: con la digitalizzazione, il lavoro è diventato più fluido e ibrido, portando alla necessità di ambienti versatili. La pandemia ha accelerato questa trasformazione, e con l’ingresso nella forza lavoro dei giovani appartenenti alla generazione Z, il concetto di workplace accogliente diventa fondamentale e impossibile da ignorare: l’ospitalità e il benessere sono caratteristiche essenziali per attirare e mantenere le persone nell’ambiente di lavoro.
Manerba risponde a queste esigenze creando ambienti “umani”, attenti al dettaglio all’equilibrio del bello con la funzionalità, ambienti in cui condivisione, rispetto e inclusione diventano una risorsa.
Temi oggi centrali in ambito ufficio, come la “naturalità” (biofilia – materiali sostenibili – luce – aria), flessibilità e ibridazione (lavorare come in un caffè, in un boutique hotel, spazi pubblici/privati), benessere fisico e mentale (ergonomia, movimento, socializzazione) hanno in fondo sempre al centro il tema dell’ospitalità e umanità degli spazi in cui trascorriamo gran parte della nostra vita.


La materioteca come catalizzatore della creatività
Nava + Arosio Studio | Direzione Artistica IVM

Gli spazi che ci circondano sono, o possono essere, delle scenografie pronte ad accoglierci.Nel nostro approccio al mondo dell’interior design, partiamo sempre da questo postulato, e attraverso il design experience cerchiamo di coniugare i nostri sensi verso un comune scopo, ossia quello del benessere. Ciò significa indagare come tutti i nostri sensi possano essere stimolati in uno spazio, vista, olfatto, udito, gusto ecc…tutti hanno un ruolo fondamentale, e se stimolati nel giusto modo, si trasformano in acceleratori di benessere. Stringendo il campo, parliamo poi di quelli che consideriamo oggetti di scena, ossia gli oggetti che creano queste scenografie, e anch’essi hanno un ruolo fondamentale. Proprio ad essi, sempre nella nostra progettazione, diamo grande valore, e con l’approccio di un design umanistico, cerchiam di creare progetti che mettono al centro l’uomo con i suoi bisogni materiali ed immateriali.
La materioteca, progettata per lo showroom IVM è esempio di scenografia funzionale, è un luogo di confronto e di progetto che permette al fruitore di ispirarsi e all’azienda di mostrare il proprio dna. Poter vedere i materiali, poterli toccare e accostare non ha solo un’importanza progettuale, ma permette al progettista di iniziare a percepire le sensazioni dello spazio che ha in mente. La materioteca, oltre ad essere luogo di progetto, è anche luogo di accoglienza ed ispirazione, in cui potersi fermare a sfogliare un libro, per poter meglio comprendere ciò che si sta cercando.


Tra food ed experience
Annalisa Cannistrà, Marketing & Consumer Insight Specialist | Sodexo

Nel contesto attuale, la progettazione e gestione degli spazi ufficio si confrontano con nuove esigenze di benessere, sostenibilità e attrattività. Ma quali sono i fattori che aumentano la soddisfazione delle persone in azienda? Sono sicuramente la flessibilità nell’organizzazione del lavoro, abbiamo visto come il lavoro ibrido si sia affermato, ma anche i servizi che l’azienda rende disponibili, dal nido alla mobilità, sino ai servizi di ristorazione. Nello specifico la ristorazione aziendale assume un ruolo sempre più strategico che permette alle persone di essere più produttive. Ma perché ciò avvenga la ristorazione deve rispondere a requisiti legati alla salute, alla funzionalità e alla sostenibilità, solo così potrà infatti permettere alla persona di lavorare meglio. Tutto ciò tenendo conto che offrire un servizio flessibile e di qualità non significa solo rispondere a criteri funzionali e salutistici, ma significa anche favorire la socialità: condividere il momento del pasto con i colleghi contribuisce a rafforzare relazioni, sia formali che informali, con un impatto positivo sul clima aziendale e sulla collaborazione.
In un momento in cui molte aziende cercano soluzioni per rendere più interessante e accogliente il ritorno in sede, il servizio di ristorazione può contribuire a raggiungere questo obiettivo. Il nostro concept di ristorazione Modern Recipe si propone come strumento concreto per valorizzare il luogo di lavoro, promuovere il benessere e aumentare la soddisfazione e la produttività dei collaboratori.


Case Study

Dall’Ascolto all’Innovazione: Spazi Smart per esigenze in evoluzione
Chiara Alfieri, Head of Real Estate & Facility Management Italy | NEXI

La trasformazione degli spazi di lavoro in Nexi riflette un più ampio percorso di evoluzione aziendale: da realtà di stampo bancario a gruppo fintech internazionale. Una transizione culturale e organizzativa che ha trovato nel ripensamento dell’ufficio un passaggio cruciale, accelerato dalla pandemia e dalla necessità di reinterpretare la funzione stessa dello spazio lavorativo.
Il punto di partenza è stato il restyling dell’headquarter milanese, guidato da tre principi chiave: flessibilità, semplicità ed engagement. Il 60% della superficie è stato destinato a spazi tradizionali, mentre il restante 40% è stato dedicato a zone collaborative. I primi riscontri sono stati positivi, ma nel tempo sono emerse alcune criticità: carenza di strumenti per la gestione degli spazi, difficoltà nella prenotazione delle sale riunioni, problemi legati al comfort acustico.
Con il trasferimento nella nuova sede, Nexi ha colto l’opportunità di compiere un salto qualitativo, adottando un approccio integrato che combina progettazione architettonica, change management e soluzioni smart building. Il nuovo ambiente di lavoro prevede l’introduzione di project room, spazi flessibili e aree comuni su ogni piano, supportati da una piattaforma digitale per la prenotazione e l’analisi dei dati di utilizzo.
Al centro rimangono l’ascolto dei dipendenti, la flessibilità operativa, il rafforzamento dell’identità aziendale e un uso strategico della tecnologia. In questa visione, l’ufficio non è più soltanto un luogo fisico, ma si configura come un motore di connessione, collaborazione e senso di appartenenza.



Paola Cecco

Laureata in architettura presso il Politecnico di Milano, ha svolto attività progettuale presso studi professionali dove ha affrontato la progettazione di edifici residenziali e del terziario. Nel 2001 entra a far parte della redazione di Officelayout, la rivista per progettare, arredare e gestire lo spazio ufficio. Ambito nel quale si occupa delle tematiche relative all’illuminazione, alle nuove tecnologie e all'allestimento degli spazi di lavoro con focus sulla sostenibilità dei luoghi e sul benessere delle persone in azienda. Dal 2014 coordina le attività editoriali e i convegni sviluppati e promossi dalla testata Officelayout.