L’ufficio liquido di McKinsey & Company
La progettazione, curata dallo studio d’interior design ROAR, trasforma l’ufficio da mero spazio di lavoro a luogo capace di ispirare
“Come progettisti, i clienti non ci assumono per ideare l’ufficio di oggi, ma ci assumono per immaginare e disegnare uno spazio di lavoro a prova di futuro. E questo è ciò che abbiamo fatto a Doha per i nuovi uffici di McKinsey”. Pallavi Dean, fondatrice dello studio d’interior design ROAR con sede a Dubai, è architetto ma anche specialista in ambito di sostenibilità e user experience. Nata in India, cresciuta a Dubai, con anni di lavoro a Londra alle spalle, conferisce influenze eclettiche e sempre nuove ai suoi progetti. “Per me è molto importante che qualsiasi progetto, che si tratti di un ristorante, un hotel o un ufficio, sia del posto e per il posto per il quale è realizzato. Inizio sempre da qui. È importante costruire una storia tra l’interno e l’esterno, tra il progetto e il luogo dove si trova. Il lavoro sta tutto nel bilanciare il corretto equilibrio d’integrazione con il carattere dell’azienda e il luogo d’appartenenza, senza cadere nell’artificialità”.
A guardare i 720 mq del nuovo ufficio McKinsey & Company appena inaugurato a Doha, potrebbe sembrare che Pallavi Dean e il suo team abbiano scelto un approccio molto astratto, carente di riferimenti geografici e culturali come ci si aspetterebbe da progetti d’interior negli Emirati Arabi. Al contrario però, per l’architetto, i tradizionali riferimenti iconografici qui mancano completamente e volutamente perché si sarebbero rivelati fittizi e avrebbero sfalsato l’esperienza dello spazio. Molto più discretamente e strizzando l’occhio a quello che potrebbe essere chiamato un design concettuale, lo studio ROAR ha deciso di ispirarsi alla bandiera del Qatar per stringere un legame forte tra il luogo e i nuovi interni. Il risultato sono geometrie decise e spigoli, in un gioco costruito su pieni e vuoti. Questo è stato il punto di connessione, sottile e certamente astratto, ma rintracciabile in diversi elementi dello spazio, come ad esempio le pareti di vetro che dividono gli ambienti, la disposizione delle aree e la pavimentazione diagonale a gradoni.
Inoltre, sempre nell’ottica di legare a doppio filo il progetto alla geografia nella quale si trova, lo studio di Dubai ha prestato un’attenzione particolare alle sfumature culturali del Qatar: gli spazi sono stati infatti disegnati seguendo parametri di riservatezza e moderazione e accentuando quando necessario le differenze di ruolo come richiesto dalla società.
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La natura come fonte di ispirazione
Non solo cultura e legame con il Paese, ma anche benessere e digitalizzazione al centro del progetto. È ciò che ha precisato Samvit Kanoria, partner di McKinsey a Doha: “Parliamo molto di interpretare le città, la vivibilità e il benessere nel modo in cui progettiamo gli spazi fisici. Questo è stato il nostro esperimento per rendere tutti questi sogni una realtà”.
Ed è proprio il rapporto con la realtà e di conseguenza con la natura del luogo a essere stati, anche in questo caso, spinta intuitiva per Pallavi Dean. “Quando progetto, la natura per me è un fattore molto importante. Ad esempio, per scegliere la palette cromatica di questi uffici – racconta l’architetto – mi sono lasciata ispirare dai colori di un tramonto che avevo fotografato durante una delle mie prime visite a Doha. Solo in un secondo momento abbiamo ponderato le alternative su base strategica”. Ed ecco allora che il verde acqua marina è stato scelto per le aree adibite al processo decisionale, un tenue blu cielo per quelle di concentrazione e un delicato rosa chiaro per quelle di relax. Queste scelte, ispirate prima dal mondo esterno circostante gli uffici, sono poi state traslate all’interno dopo una lunga analisi attuata sull’impatto psicologico dei colori.
Per dare ulteriormente vita alla promozione del benessere nel luogo di lavoro, al centro delle indicazioni fornite da McKinsey, ROAR ha progettato lo spazio con una serie di caratteristiche incentrate sull’activity-based working (spazi differenziati per tipologia di attività lavorativa) oltre che applicando una grande attenzione alla salute dei dipendenti. Negli spazi di Doha si trovano spazi per incontri informali, altri per lavoro solitario, altri ancora pensati per le riunioni video che saranno sempre più all’ordine del giorno. A questi si aggiungono spazi di ricreazione e svago, come quello dedicato alle madri che allattano, la zona per la preghiera e per la meditazione, quella per lo stretching e per esercizi TRX. Completano scrivanie mobili per camminare su tapis roulant e mantenersi in movimento oppure regolabili in altezza per poter lavorare in piedi.
A coronare tutto, il flusso di luce naturale massimizzato in armonia con quella artificiale sapientemente dosata a seconda della funzione dell’area, e l’applicazione calibrata di principi di biofilia, ossia il legame tra uomo e natura che porta ad essere più creativi e produttivi.
“È sempre più forte la convinzione che la salute mentale sia fondamentale per produttività e inventiva, dunque queste piccole scelte di progettazione sono sempre più importanti, soprattutto negli uffici. Trovo che sia decisivo elevare l’ufficio da un mero spazio di lavoro a un luogo che può ispirare. Per questo, insieme al nostro team di psicologi, abbiamo iniziato analizzando le necessità dello staff McKinsey: alla fine, l’ufficio deve essere disegnato per loro, no?” conclude Pallavi Dean.
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Il ruolo della digitalizzazione
In quest’ampio disegno di integrazione locale e benessere psicologico e fisico, il team di ROAR si è servito di tecnologia all’avanguardia, integrandola a tutti i livelli. L’architetto Dean ne è convinta: la digitalizzazione può rafforzare il benessere delle persone e rendere il lavoro più facile e meno stressante: “Abbiamo deciso di far camminare design e tecnologia mano nella mano per tutto il progetto, dai sistemi per prenotare le sale, alla sala di videoconferenza dedicata, fino alla grande parete digitale che visualizza notizie e dati, trasmette i migliori progetti internazionali di McKinsey e regala agli ospiti un caldo benvenuto personale”.
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