L’ufficio touchless
Cresce l’importanza dell’igiene nel luogo di lavoro, soprattutto nelle situazioni in cui le persone entrano in contatto con superfici ad alto rischio di trasmissione di germi e batteri. Si diffondono così scelte progettuali e soluzioni “senza tocco” che riducono drasticamente i punti di contatto
È assodato, l’esperienza vissuta nel corso della pandemia avrà riflessi a lungo termine sul modo di progettare e di fruire l’ambiente ufficio.
“Le persone hanno acquisito una maggiore consapevolezza delle proprie scelte e, probabilmente, una maggiore incisività della propria presenza in ufficio – racconta Jacopo della Fontana, partner di D2U –. Andremo in ufficio solo perché lo vogliamo veramente. Questo implica che le organizzazioni dovranno rendere più efficace e attrattiva la presenza nel luogo di lavoro, offrendo gli spazi sicuri, completi e confortevoli”.
A questa consapevolezza, si aggiunge il fatto che le mura domestiche hanno rappresentato per un lungo periodo uno scudo protettivo. Diventa quindi una priorità della progettazione degli uffici garantire la stessa sensazione di sicurezza e protezione vissuta nella propria abitazione. In questi termini, temi come l’igiene e la gestione in sicurezza delle interazioni assumono una rilevanza fondamentale.
“È interessante notare come sinora tutti i device siano stati caratterizzati da una forte spinta al “touch” per avere tutti i controlli con un tocco – prosegue Jacopo della Fontana – oggi la consapevolezza che un singolo contatto possa provocare la trasmissione di germi ha di fatto ribaltato l’approccio verso una sorta di riconoscimento “touchless”. Diventa fondamentale poter gestire tutto ciò che ci sta intorno attraverso il proprio device personale, attraverso il quale monitorare anche come e quando interagire con gli altri in sicurezza, sapendo ad esempio quando uno spazio di riunione, uno spazio di delivery e pick-up o una toilette sono libere e igienizzate. Sarà inoltre importante la comunicazione digitale delle aziende ai propri dipendenti, con le informazioni che verranno veicolate verso i dispositivi personali, per informare su come gli ambienti siano costantemente controllati”.
Le principali criticità sono riconducibili alle situazioni in cui le persone entrano in contatto con superfici ad alto rischio di trasmissione di germi e batteri: dalle maniglie delle porte ai pulsanti degli ascensori, dagli strumenti condivisi come le stampanti ai rubinetti dei servizi, sino agli interruttori della luce. Si diffondono così scelte progettuali e soluzioni “senza tocco” che riducono drasticamente i punti di contatto. Ne raccontiamo alcune.
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Controllo accessi e porte automatiche
L’ingresso in azienda, l’autentificazione e autorizzazione d’accesso rappresentano il primo nodo critico da gestire a livello progettuale e organizzativo per evitare la concentrazione di persone in determinate fasce orarie della giornata. Diverse le soluzioni tecnologiche che supportano il progettista nel raggiungimento dell’obiettivo di una maggiore sicurezza. In primo luogo le porte automatiche che consentono un accesso scorrevole e senza contatto.
“Le soluzioni per l’apertura automatica delle porte sono diverse per caratteristiche e funzioni – afferma Lisa Cruciani, responsabile communication marketing di dormakaba –. Il nostro portafoglio include pulsanti a sfioro con campo di rilevamento regolabile da 100 a 500 mm, pulsanti LED a pavimento, telecomandi a distanza, sino ai radar microonde/infrarossi. Per l’ambito ospedaliero sono previste soluzioni specifiche, come ad esempio i pulsanti per l’apertura a distanza combinati a un automatismo per porta a battente.
In questo campo la tecnologia si è evoluta e sono oggi disponibili radar a doppia tecnologia che consentono l’apertura della porta e la sorveglianza del vano passaggio della porta scorrevole contro l’urto delle ante in movimento.
Sul fronte dei pulsanti si assiste a un design e un’estetica più curati, ma la vera novità è rappresentata dai pulsanti a sfioro, importanti in questo periodo in cui assistiamo a una forte attenzione verso le tematiche di igiene.
Le differenze tra le diverse soluzioni di apertura automatica sono legate al tipo di applicazione prevista e alle esigenze che devono soddisfare: le porte automatiche per gli ingressi principali mirano a garantire un efficiente isolamento termico e un livello di sicurezza elevato per gli utenti; mentre le soluzioni per gli accessi nelle aree interne sono legate soprattutto a esigenze estetiche, oltre che di comfort e privacy”.
Un altro tema legato agli accessi in azienda e la rilevazione presenze che deve anch’essa avvenire senza contatto e consentire una visione dei flussi in ingresso.
“L’uso di molteplici tecnologie come le tessere RFID, l’integrazione di antenne long range, di rilevamento targhe, di tablet per la rilevazione della temperatura e i più recenti sviluppi in ambito mobile access consentono da sempre di interagire a una certa distanza dal dispositivo d’accesso, senza necessariamente far entrare l’utenza in contatto con la porta o il varco – puntualizza Lisa Cruciani. L’integrazione di queste soluzioni è semplice a tutti i livelli: è possibile farle interagire con piattaforme di flow management, energy management e con le soluzioni di domotica”.
Un’alternativa touchless per la gestione delle aperture di porte e varchi in un building è rappresentata dai sistemi di controllo accessi mobile come sottolinea Gareth Robinson, access control product manager di 2N: “L’incremento dell’utilizzo delle mobile credential non sorprende, considerata l’onnipresenza degli smartphone. Per l’utente, le credenziali mobile si traducono nel poter accedere all’edificio utilizzando il telefono senza dover portare con sé carte, passepartout o chiavi aggiuntive. A questo, si aggiunge il fattore sicurezza. Le soluzioni di accesso mobile possono garantire una robusta crittografia, non solo delle credenziali ma anche del canale di comunicazione, evitando che venga compromesso. Le stesse funzionalità di sicurezza del telefono, come il blocco dello schermo, possono essere ulteriormente sfruttate per evitare che uno smartphone smarrito possa essere utilizzato per ottenere un accesso non autorizzato.
Sono comode anche per gli amministratori, poiché sono facilmente sostituibili in caso di smarrimento o furto del telefono. Infine, consentono di gestire il controllo degli accessi in tutto l’edificio, non solo in corrispondenza degli ingressi principali dotati di videocitofono, poiché i lettori Bluetooth sono relativamente economici e possono essere facilmente utilizzati per monitorare l’accesso a singole stanze o aree dello stabile”.
L’emergenza sanitaria ha portato a introdurre nuove funzionalità di sicurezza e controllo con dispositivi multifunzione di rilevazione della temperatura corporea, sempre più precisi e performanti, e di lettori che autorizzano l’accesso solo in presenza di mascherina di protezione, il tutto senza contatto fisico e senza l’impiego di personale. Sistemi che a fronte di un allarme per un risultato fuori norma consentono di intervenire prima che la persona, interna o esterna, raggiunga gli uffici o i siti produttivi.
L’offerta di queste soluzioni si è ampliata negli ultimi mesi con tecnologie sofisticate che si integrano con i sistemi di controllo degli accessi.
Ne sono un esempio e le automazioni di CAME personalizzabili grazie a queste nuove integrazioni che possono essere implementate con altre opzioni come la funzione “conta persone” che consente di controllare i flussi in entrata e in uscita degli ambienti collettivi e avere la garanzia che i requisiti di legge siano sempre rispettati. Quando la persona si presenta davanti all’ingresso automatico, grazie alle istruzioni date dalla guida vocale, viene eseguito una scansione del volto che rileva, senza bisogno alcun contatto fisico e senza l’ausilio di personale preposto, se la temperatura corporea è al di sotto dei 37,5° e se la persona indossa correttamente la mascherina. Solo nel caso in cui entrambi i requisiti di legge siano rispettati l’ingresso viene consentito tramite un segnale luminoso e vocale.
Le soluzioni di rilevazione a distanza della temperatura sono basate su tecnologia IR come il TermoPAD distribuito da Irbema, in grado di rilevare in meno di 0,5 secondi la temperatura della persona inquadrata sul display con un’accuratezza di ±0.3°C. “Si tratta di una tecnologia touchless che permette all’azienda di non distogliere il personale dalle abituali mansioni evitando inutili rischi di contagio – puntualizza Marco Colzani, marketing specialist Irbema –. La possibilità di aggirare il sistema di rilevazione è pressoché nulla grazie al software di riconoscimento con ‘rilevamento di vivacità’ in grado di accertare la presenza di una persona e non di una foto. Altro punto di forza del dispositivo è la versatilità, infatti in caso di temperatura anomala o mancanza di mascherina è possibile impedire l’accesso all’area successiva mediante il blocco della serratura o di un varco, in alternativa può essere attivato un allarme sonoro o visivo tramite una sirena o un lampeggiante.
Si tratta di una soluzione utilizzabile anche nel periodo post Covid, aggiungendo valore all’investimento. Infatti, grazie alle telecamere con risoluzione FULL HD e l’illuminazione ad infrarosso, TermoPAD può essere integrato con sistemi di TVCC già esistenti per sorvegliare la zona di ingresso dell’edificio”.
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Nessun contagio in ascensore
Negli edifici con sviluppo in altezza come le torri per uffici i collegamenti verticali rappresentano un nodo critico nel controllo della trasmissione del virus. Il ricorso massivo all’uso di ascensori e in particolare l’utilizzo di pulsanti per la chiamata e per l’attivazione dell’ascensore rappresentano infatti possibili veicoli di trasmissione. Nascono così una serie di soluzioni tochless che eliminano i punti di contatto avvalendosi di tecnologie all’avanguardia.
Si va dalle soluzioni basate su sistemi a comando vocale per la chiamata e la destinazione con opzione multilingue come quelle proposte da Nova Elevators, alle soluzioni digitali che consentono di controllare gli ascensori con codici QR. Questi ultimi, sviluppati da Thyssenkrupp Elevator, permettono ai passeggeri di attivare l’ascensore attraverso il proprio smartphone o tablet senza dover toccare alcun pulsante. È sufficiente scansionare il codice QR ubicato vicino la porta dell’ascensore oppure all’interno della cabina e sul dispositivo personale, tramite browser web, sarà visualizzato un piano virtuale oppure un pannello di azionamento della cabina per chiamare l’ascensore oppure selezionare il piano di destinazione.
Ultima novità la tecnologia sviluppata da una start-up dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), Ribes Tech e basata sull’utilizzo pellicole fotovoltaiche sottili che possono essere installate nei pulsanti meccanici, come quelli di un ascensore, rendendoli ‘intelligenti’. Basta infatti un gesto della mano, senza contatto fisico, per attivare l’ascensore. L’ombra della mano sul pulsante viene letta infatti dalla pellicola fotovoltaica come una variazione di luce e poi viene comunicata a un sistema di riconoscimento che determina se l’attivazione sia valida o meno. Il pulsante intelligente fornisce così il segnale elettrico sia quando viene premuto meccanicamente sia quando viene attivato con il gesto della mano impostato. Il vantaggio è che la tecnologia, denominata Daphne Pv, può essere applicata a un’intera pulsantiera di un ascensore con una spesa minima e senza bisogno di interventi tecnici significativi.
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Gestire la comunicazione in presenza e da remoto
Il contributo dato dalla tecnologia in questo periodo di emergenza è stato fondamentale per il proseguimento delle attività aziendali nel rispetto e a tutela della salute dei lavoratori. Solo pochi anni fa l’impatto della pandemia sarebbe stato molto più significativo. Ma se nei primi mesi il focus è stato il lavoro a distanza, oggi l’attenzione si sposta verso quelle tecnologie che anche nel luogo di lavoro, e nella classica sala riunione, permettono di attivare la collaborazione e lo scambio di idee in piena sicurezza.
Fondamentali in tal senso le soluzioni che permettono di gestire la sala tramite l’utilizzo di una sola interfaccia come racconta Marco Colzani: “Per evitare inutili rischi di contagio, la casa californiana QSC ha sviluppato il software Q-Sys progettato per gestire più sistemi hardware nello stesso momento, offrendo la possibilità a più utenti di controllare un’intera sala senza dover toccare nessun altro dispositivo per accedere all’interfaccia di controllo. All’utente basterà inquadrare il codice QR con la fotocamera del proprio smartphone per controllare in maniera immediata tutti i dispositivi collegati al sistema Q-SYS garantisce altre funzionalità a garanzia del distanziamento in ufficio, è infatti possibile attivare messaggi personalizzati all’inizio di ogni riunione per il distanziamento sociale; impostare timer di sicurezza prima di ogni riunione per evitare esposizioni prolungate; inviare un promemoria audio per ricordare ai partecipanti della riunione di pulire la postazione alla fine di ogni riunione; utilizzare gli appositi sensori di stanza per riattivare il touch screen dal quale inquadrare il QR code senza toccarlo.
Non solo Q-Sys è integrabile con prodotti in grado di facilitare ulteriormente il distanziamento sul luogo di lavoro. Un esempio è dato dal microfono da soffitto TCC2 di Sennheiser, basato su tecnologia di beamforming che consente ai partecipanti di una riunione di posizionarsi a un’adeguata distanza senza preoccuparsi di una perdita della qualità audio. Con Q-Sys è inoltre possibile attivare o disattivare il trekking delle telecamere ad esso connesse e questo favorisce ulteriormente il distanziamento, perché le telecamere dotate di trekking integrate con il microfono TCC2 riconoscono la persona che sta parlando e la inquadrano seguendola in caso di movimento. Questa soluzione è quindi ottimale per svolgere videoconferenze di alta qualità senza doversi preoccupare del video e dell’audio dato che avviene tutto in automatico. Inoltre, grazie al trekking è possibile evitare l’utilizzo del telecomando per puntare la telecamera, garantendo quindi un’altra importante soluzione ‘senza tocco’”.