Uffici dal ‘sapore’ industriale
Le tracce del passato delineano il look and feel dei nuovi uffici svizzeri di un importante colosso dell’informatica. A fare da volano all’integrazione di tutte le discipline progettuali il ricorso agli strumenti BIM
Per la sede svizzera di una grande società di informatica e servizi web, con oltre 100.000 dipendenti nel mondo, è stato selezionato un ex birrificio costruito nel 1838 a Zurigo e convertito nel 2009 in uno spazio uffici a seguito di un processo di ristrutturazione dell’intero isolato.
A guidare la progettazione dei nuovi uffici, che occupano una porzione dell’immobile, gli architetti dello studio e45 a cui è stata lasciata piena libertà creatività.
Il punto di partenza della progettazione è stata una profonda analisi dell’edificio, che ha portato il team di designer a ispirarsi alla destinazione originale del fabbricato.
“L’idea progettuale è stata quella di recuperare le origini dell’edificio, riproponendo il tema del birrificio coniugato con le esigenze funzionali dei nuovi spazi – racconta l’architetto Bruno De Rivo, partner di e45 –. Percorrendo il workplace ci si immerge così in un ideale processo di produzione della birra, che conduce dallo stoccaggio delle materie prime (acqua, malto, mosto, lievito) ai macchinari per i processi di fermentazione e filtrazione per la produzione (caldaie, bollitori, filtri) sino al prodotto finale (birra in fusti o bottiglie). Richiama le radici dell’edificio anche l’ampio uso di tubi in rame, voluti sia per scopi tecnici dettati sia dalla necessità di creare soffitti refrigerati, sia per scopi estetici legati al contenimento dei cablaggi”.
Per preservare il sapore industriale della location, gli architetti hanno lasciato praticamente intatta la struttura dell’edificio, vincolato dalle Belle Arti, inserendo unicamente delle soluzioni acustiche in linea con il design “grezzo” degli ambienti. È dunque l’architettura a dare una forte impronta all’interior design, che può vantare scorci di particolare pregio, come il piano secondo caratterizzato da un sottotetto in legno con ampie capriate.
Il verde è parte dell’obbiettivo generale di design come presenza costante in tutti gli ambienti.
Il risultato è un ambiente di lavoro simile a una fabbrica, nella quale impianti di climatizzazione e soluzioni acustiche di ultima generazione assicurano comfort e benessere.
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Il layout, tra efficienza e qualità
“Il brief di progetto ha evidenziato l’esigenza di massimizzare lo sfruttamento degli spazi con l’inserimento del numero massimo di scrivanie consentito dall’edificio – prosegue l’architetto De Rivo –. Nello stesso tempo era necessario rispettare i parametri corporate, prevendendo una serie di spazi di supporto all’attività lavorativa che includessero varie tipologie di sale riunioni, huddle room, phone booth, aree informali, kitchenette, aree ricreative e di relax”.
Un’efficiente organizzazione degli spazi ha permesso di inserire150 postazioni di lavoro, distribuite su 3 piani in ampi open space. A corollario delle aree operative sono stati ricavati 20 spazi di supporto che alternano sale riunioni, huddle room, phone booth, ecc.
Il layout ha privilegiato la collocazione di tutte le postazioni lungo la facciata, in modo da sfruttare al meglio l’apporto della luce naturale proveniente dalle ampie finestrature, destinando il core dell’edificio alle aree ancillari e di supporto.
Per la compartimentazione delle sale riunioni, i progettisti si sono avvalsi di un sistema modulare costituito da pannelli compositi in legno con elementi vetrati, che garantisce estrema flessibilità permettendo una riconfigurazione degli spazi in tempi rapidi. L’aspetto è quello dei container in legno di tipo industriale, che ben si adatta con il “look and feel” dell’opificio.
L’impossibilità di installare un pavimento soprelevato è stata convertita in opportunità creativa, convogliando l’impiantistica a soffitto per poi distribuirla dall’alto con soluzioni che richiamano all’originaria funzione degli spazi.
Grande attenzione è stata riposta per l’acustica, data la tipologia dei locali e all’alta densità di postazioni. La soluzione adottata ha previsto l’installazione di pannelli fonoassorbenti in feltro sulle superfici verticali dei container/sale riunioni, mentre le pareti di fondo degli spazi sono state decorate con pannelli acustici in materiale riciclato intervallate da scritte evocative delle attività di birrificazione.
A pavimento sono state lasciate le pavimentazioni industriali originali, fatta eccezione dell’area su cui insistono le scrivanie dove i progettisti hanno preferito collocare un riquadro di moquette che, in sintonia con il look degli spazi, assicura un maggiore comfort acustico.
La fine percorso attraverso gli uffici si apre sull’area break che richiama nell’aspetto e nel nome “Biergarten”, il luogo in cui la birra è ampiamente consumata nei paesi di lingua tedesca.
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Il bim per una progettazione condivisa
L’integrazione di tutte le discipline progettuali, necessaria per la gestione di un involucro così complicato, è stata possibile con il ricorso al software e gli strumenti BIM che hanno consentito di effettuare una scansione 3D dell’edificio, per la creazione di un unico modello condiviso dalle diverse figure professionali intervenute nel progetto: dagli architetti agli ingegneri, dai lighting designer agli esperti di acustica, dai consulenti dei vigili del fuoco sino al General Contractor in fase di costruzione.
“L’età dell’edificio e la poca accuratezza del rilievo eseguito con mezzi tradizionali, ci ha spinto a ricorrere alla scansione 3D dell’edifico con conseguente restituzione della nuvola di punti per lo sviluppo di un unico file BIM – precisa De Rivo –. Tutti i professionisti hanno così lavorato su di un unico modello, con sessioni di clash-detection, che hanno permesso di effettuare un’analisi preventiva delle interferenze tra i diversi componenti dell’edificio e di intervenire in anticipo con le necessarie modifiche al progetto. Un processo che ci ha permesso di gestire tra l’altro la parte impiantistica che, essendo a vista, avrebbe avuto un impatto notevole sull’estetica degli spazi. Attraverso il BIM si è potuto coordinare progettazione illuminotecnica e progettazione degli impianti di condizionamento, definendo gli asservimenti elettrici in un’unica sessione, “spostando” virtualmente gli elementi per allinearli, facendoli combaciare per una perfetta installazione.
Il BIM è stato fondamentale anche per la comunicazione del progetto, prima della gara di appalto è stata infatti organizzata una sessione di realtà aumentata durante la quale, con l’ausilio di hololens, abbiamo percorso gli spazi con il cliente, offrendo una percezione realistica dell’interior design. Il livello di dettaglio è stato così accurato che il cliente, percorrendo il modello virtuale, ha notato dettagli costruttivi, come ad esempio le prese di servizio, non posizionate sottotraccia ma lasciate a vista.
La disponibilità di un modello così accurato ha velocizzato anche gara appalto, consentendo al General Contractor di estrapolare le quantità dei diversi materiali.
Anche gli Stakeholders del cliente che non lavoravano in BIM sono stati avvantaggiati dalla tipologia di progettazione adottata, interagendo in maniera tradizionale con il team di progetto che aggiornava il modello in base alle loro indicazioni”.