Creare il comfort in ufficio
I nuovi uffici della sede Deerns di Milano sono progettati come spazi ufficio pensati per le persone che li abitano. Per il raggiungimento degli obiettivi di progetto è stato fondamentale valutare tutti gli aspetti che definiscono le caratteristiche degli spazi attraverso analisi preliminari e la misurazione dei valori a seguito della realizzazione
Per chi vive i nuovi uffici Deerns il primo impatto è quello di uno spazio ampio, con molte aree con differenti funzioni, da utilizzare per le molteplici attività che vengono svolte – collaborazione, concentrazione, call,… L’elemento che colpisce è sicuramente la presenza di uno spazio con un livello di rumore di fondo limitato, dove predominano tinte naturali e con piante in vaso che creano una continuità con il verde esterno. In sintesi una sensazione di benessere.
Ovviamente, da professionista del settore, la sensazione di benessere provata, va analizzata e circostanziata nei suoi vari aspetti: comfort visivo; comfort termico; comfort acustico; qualità dell’aria e benessere psicofisico.
Essendo stati progettisti dei nostri spazi, oltre che consulenti di sostenibilità e del well-being, abbiamo valutato tutti gli aspetti che definiscono le caratteristiche degli spazi (sia attraverso analisi preliminari sia attraverso misure). Uno degli aspetti su cui ci si deve concentrare quello del comfort visivo, che si lega in maniera stretta al benessere psicofisico.
Il comfort visivo è determinato da diversi aspetti, legati alla luce naturale, alla luce artificiale e alla vista verso l’esterno.
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Una corretta valutazione dell’apporto di luce naturale
Secondo diversi studi (v. le referenze della Feature L01-Light Exposure del protocollo della certificazione WELL v.2: https://v2.wellcertified.com/en/wellv2/light/feature/1) la luce naturale è l’elemento che aiuta lo svolgimento del compito visivo. Per valutare se la luce naturale sia adeguata, occorre considerare due aspetti, ovvero che la stessa non sia troppo poca, ma anche all’opposto, ovvero che non sia eccessiva. In entrambi i casi, infatti, la percezione sarà di discomfort per la carenza di luce o l’eccesso – quest’ultimo porterà alla necessità di schermature. Per questo risulta importante usare, in fase di progetto, strumenti di valutazione e, dopo la realizzazione, strumenti di misura del livello di luce naturale.
Per la fase di progettazione, risulta importante effettuare fin da subito analisi e le valutazioni con strumenti di simulazione (ad esempio usando software tipo IES o tool come Radiance). Tramite questi software risulta possibile analizzare la quantità di luce disponibile, nei vari periodi dell’anno e nelle varie ore della giornata. Per la valutazione non si utilizza il solo fattore di luce diurna (che la normativa italiana ha sempre considerato come riferimento), in quanto il valore calcolato considera condizioni standard, quali ad esempio il cosiddetto “cielo coperto internazionale”, che mediano i risultati.
Risulta dunque più opportuno utilizzare le condizioni reali nelle varie stagioni dell’anno e considerando l’incidenza della radiazione solare diretta, per cui risulta meglio utilizzare la Spatial Daylight Autonomy (SDA) che misura la percentuale di superficie di pavimento dove viene raggiunta una quantità minima di illuminamento naturale (es. 200 lux) per una certa percentuale delle ore in cui viene utilizzato lo spazio. Con questo parametro si possono valutare le porzioni dell’ufficio in cui c’è effettivamente un contributo della luce naturale e il tempo in cui questa è disponibile.
Se la simulazione viene effettuata nella fase preliminare di progettazione del layout di un ufficio, risulta possibile informare e guidare la progettazione e quindi decidere di concentrare in quest’area dotata di luce naturale le postazioni di lavoro.
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Progettazione della luce artificiale
Partendo dalla disponibilità di luce naturale, risulta poi possibile integrare la luce artificiale, che risulta necessaria, non solo nelle ore serali, ma anche durante le ore diurne in cui non c’è disponibilità di luce naturale. Anche in questo caso una simulazione (es. tramite software specializzati come Dialux) permette di valutare il livello di illuminamento raggiungibile.
Tuttavia, l’aspetto forse più interessante di una progettazione attenta al comfort visivo è la combinazione tra luce naturale e luce artificiale. La tecnologia permette oggi di lavorare su questo aspetto con una dotazione di sensoristica (sensori di luminosità in combinazione con lampade dimmerabili) per controllare in maniera la quantità di luce artificiale necessaria a compensare quella naturale già disponibile ed evitare di eccedere con l’illuminamento sul tavolo di lavoro. L’effetto risulta positivo, non solo sul comfort, ma anche sul risparmio energetico.
Da ultimo l’integrazione con lampade da tavolo che permette una regolazione puntuale della luce dove serve, ovvero le scrivanie, e permette a ciascuna persona di regolare il proprio livello di luce.
Risulta evidente da quanto sopra esposto che, in generale, sul comfort visivo incida principalmente il fattore di scelta fatta da chi compra/affitta lo spazio, ovvero se lo spazio ufficio selezionato presenta queste caratteristiche. È ovvio che, una volta effettuata la scelta di uno spazio privo di caratteristiche fondamentali sopra illustrate (luce naturale, caratteristiche e posizione delle finestre), risulti difficilmente migliorabile la situazione.
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Altri fattori di benessere visivo
Tuttavia, se anche lo spazio ha queste caratteristiche, occorre lavorare con analisi e strumenti di analisi per ottimizzare la posizione delle postazioni di lavoro.
Ci sono poi aspetti che influenzano il comfort visivo (o per meglio dire il benessere visivo), come la qualità della vista verso l’esterno. Questo è senz’altro l’elemento meno misurabile, e dipende dalle caratteristiche e dal posizionamento dello spazio uffici.
Per cercare di darne una valutazione di oggettività, protocolli di certificazione come il LEED (si faccia riferimento EQ Quality Views), individuano come elementi di qualità della vista verso l’esterno:
la possibilità di vedere elementi naturali, come il verde, il cielo, o elementi antropici, come il movimento di persone.
Parametri geometrici, come la profondità della visione o i fattori di vista o ancora il rapporto tra l’altezza della finestra e la distanza di visione.
Oltre alla vista sugli esterni, ci sono anche degli elementi all’interno degli spazi che migliorano la sensazione positiva dell’occupante. In questo ambito rientrano aspetti come la scelta dei colori. Tuttavia, gli studi sul well-being2 indicano però che il benessere è legato anche ad altri elementi che rimandino all’utente una sensazione di piacere. In questo senso, la natura (non solo piante, ma anche finiture che rimandino a materiali naturali), l’arte o il racconto della storia di chi vive lo spazio o della città in cui è collocato l’edificio.
Devo dire che l’esperienza di comfort sul progetto dei nostri nuovi uffici è probabilmente legata proprio alla capacità di mescolare questi aspetti di comfort, luce naturale vista verso il verde esterno, ma anche l’inserimento di elementi che raccontino la storia della società (come le immagini dei nostri progetti) o un’opera di un artista milanese (ormai arrivata al terzo trasloco) e da ultimo l’integrazione di elementi naturali, con piante distribuite nell’openspace e con uno spazio (che noi chiamiamo creative garden) dominato dal verde che si declina nella pavimentazione, nelle sedute, nella carta da parati con un motivo a foglie ed una parete di separazione fatta con piante.