Fringe Benefit, per la postazione di home working
La legge di conversione del Decreto Sostegni, approvata lo scorso 19 maggio, conferma il raddoppio della soglia entro la quale beni e servizi riconosciuti ai lavoratori non concorrono a formare reddito. Se previsto dalla propria azienda, il lavoratore potrà dunque acquistare arredi per la postazione di home working con una somma esente da tasse e contributi fino a 516,46 euro
È una sorta di pagamento “in natura” esente da tasse che l’azienda può riconoscere a un lavoratore o all’intera popolazione aziendale per aumentarne il livello di soddisfazione e incentivarne la produttività. Parliamo dei fringe benefit, voci addizionali alla retribuzione, riportate in busta paga, ma esenti da tassazione entro una certa soglia stabilita per legge. Tra i più ricorrenti l’auto aziendale e il riconoscimento dei buoni pasto, ma le possibilità sono molteplici e includono beni e servizi; rientrano infatti tra i fringe benefit la concessione dell’alloggio al dipendente, il riconoscimento della retta dell’asilo o della palestra, buoni acquisto, ecc. Questi ultimi, impiegati soprattutto per acquistare strumenti per i collegamenti da remoto, potranno essere utilizzati in futuro anche per allestire la propria postazione di home working per un maggiore comfort ed ergonomia anche al di fuori dell’ufficio.
L’ascesa del lavoro a distanza ha posto infatti al centro dell’attenzione la salute del lavoratore che non sempre trova tra le mura domestiche postazioni di lavoro ergonomiche atte a prevenire problematiche di natura posturale. Diventa quindi di fondamentale importanza trasferire anche nella casa la cultura di prevenzione e tutela della salute maturate negli ultimi anni nel settore ufficio, e un valido strumento è rappresentato proprio dal fringe benefit. Da semplici strumenti di welfare aziendale, i fringe benefits si rivelano dunque un aiuto concreto per la salute dei lavoratori, oltre che una valida opportunità di rilancio il settore arredo ufficio.
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Fringe benefit raddoppiati per il 2021
Tra gli emendamenti al decreto Sostegni, recentemente approvati dal Parlamento, c’è la proroga per tutto il 2021 dell’aumento a 516,46 euro destinati ai fringe benefit. Il provvedimento di fatto raddoppia l’importo
di 258,23 precedentemente previsto, con il chiaro obiettivo di fornire una leva per spingere i consumi in un momento di crisi. Tra i settori avvantaggiati il mondo dell’arredo da ufficio, che ha pagato più di altri comparti della filiera Legno-Arredo il prezzo dell’emergenza, con perdite del 20% di fatturato alla produzione nel corso del 2020 senza grosse differenze tra esportazioni (-17,3%) e vendite per il mercato interno (-22,2%) (fonte Assufficio). Sono infatti inclusi tra i beni acquistabili tramite le apposite piattaforme di fringe benefit le sedute ergonomiche, postazioni di lavoro e prodotti per l’illuminazione della scrivania, ecc.
Non si tratta, però, né di un contributo a fondo perduto, né di un bonus a favore dei lavoratori, ma di un trattamento di miglior favore, non obbligatorio, che rientra tra le forme di “retribuzione complementare” che può eventualmente essere previsto dal datore a favore del singolo lavoratore o in un piano di welfare aziendale. Dunque, i costi sono a totale carico della società che decide di attivarli.
Diverse le modalità di erogazione possono essere infatti acquistati direttamente dall’azienda e consegnati ai dipendenti, deducendo le spese sostenute, oppure resi disponibili attraverso l’utilizzo di piattaforme di welfare, che distribuiscono dei voucher ai dipendenti da spendere presso i negozi convenzionati.
La convenienza per il lavoratore nel ricevere il buono acquisto è data dal fatto che l’importo, fino al tetto massimo consentito, non è soggetto né a tassazione, né a contribuzione. Quindi il valore del buono è immediatamente spendibile senza ulteriori trattenute. Ciò significa che nel caso in cui l’azienda voglia regalare ai lavoratori un buono per comprare il mobilio per lo smart working, questa somma è esente da tasse e contributi fino a 516,46 euro.
Diversi produttori di arredo ufficio si stanno organizzando, per cogliere al meglio questa opportunità, individuando prodotti specifici che, per caratteristiche e funzionalità, possano rientrare nel ventaglio di beni fruibili mediante i fringe benefit, con l’obiettivo di ampliare i potenziali clienti, includendovi anche i lavoratori in smart working.
“Si tratta di una misura che esisteva già, ma erano in pochi a conoscerla, soprattutto tra le realtà più piccole – sottolinea il presidente di Assufficio, Gianfranco Marinelli –. Ma il precedente plafond era insufficiente per allestire in casa una postazione di lavoro conforme ai criteri di ergonomia e salubrità”. La proposta di FederlegnoArredo era di alzare la cifra a mille euro l’importo che riamane limitato. Marinelli sottolinea che Assufficio sta sensibilizzando gli associati a proporre alle imprese prodotti adeguati, oltre a chiedere legislatore di estendere la misura anche al 2022.