CUBE suite coworking
Uno spazio dove tutto si muove e si incastra, come in un cubo di Rubik dove tanti pixel – persone, idee, professioni e arti – si incontrano e danno vita a un insieme sintonico
Il progetto di CUBE suite coworking, nasce con un’idea progettuale ben precisa, ridare vita a un complesso edilizio in disuso da più di 10 anni, progettando una porzione di circa 160 mq da adibire a coworking, per dare nuovo impulso al complesso donandogli una seconda vita.
“Abbiamo ascoltato l’edificio captando i flebili segnali che emanava, facendoli diventare elementi caratterizzati del progetto – racconta l’architetto Gianfrancesco Aliano, founder di AGA Studio –. Luce naturale, spazio esterno indipendente, possibilità upgrade futura e flessibilità degli spazi sono stati gli elementi cardini che hanno generato l’idea progettuale tailor made, amalgamati da un concept architettonico molto vicino al concetto di residenza lusso sempre più presente nella nuova concezione di office delle nostre città”.
Spazi dall’atmosfera domestica
L’atmosfera è di un appartamento di lusso, con le sue rooms, kitchenette e lounge area, un ambiente vivo e capace di riconfigurarsi e accogliere momenti diversi della giornata lavorativa, dal relax alle riunioni brevi. Luogo dove coesistono ambienti ricercati, privati e spazi fluidi, dove c’è un equilibrio tra luce naturale e quella del light design.
Gli spazi privati costituiti da quattro uffici, sono uniti da un percorso circolare che configura spazi pubblici del coworking, come area riunioni, spazio espositivo, area relax, kichenette etc.
Tra le prime cose che saltano all’occhio quando si entra in CUBE è l’assenza del bancone reception sostituito da una piccola lounge area. Scelta progettuale che dà un chiaro segnale di un modo diverso di concepire l’ufficio.
L’area kichenette è concepita come un piccolo angolo cottura di una mini suite. La zona è composta da piano e basi monocromatiche nere posti a vista nei pressi dell’ingresso del coworking. Questo per non declassare lo spazio nascondendolo ma, enfatizzarlo per creare relazioni nei momenti di pausa.
L’antibagno nascosto da una quinta scenica che denota il carattere ‘home’, caldo e accogliente.
È stata posta molta attenzione all’utilizzo dei colori dei vari ambienti attraverso uno studio cromatico. I colori più che identificare spazi come nella maggior parte dei coworking, disegnano e configurano spazi con un’eccellente armonia.
Colori caldi ed eleganti aiutano i fruitori nella concentrazione delle attività da svolgere. L’utilizzo di materiale a basso impatto ambientale, come vernici atossiche aiutano ad avere anche un ambiente sano, privi di VOC.
La luce come materiale da costruzione
L’utilizzo della luce naturale aumenta la produzione di serotonina. La serotonina è associata all’aumento dell’umore e aiuta una persona a sentirsi calma e concentrata.
Ogni stanza ha un accesso diretto al roof garden di 80 mq. Il terrazzo non è un semplice spazio esterno ma un’estensione del coworking.
I coworker possono decidere di organizzare le proprie ore di lavoro sia all’interno che all’esterno, cambiando anche ergonomia di lavoro, da seduti ad in piedi nella zona esterna.
Il terrazzo avrà una zona divanetti dove svolgere le proprie riunioni informali di lavoro, mentre nelle ore post-lavorative saprà diventare un luogo di incontro ed eventi dove fare networking, con la formula aperitivo.
Le stanze hanno una superfice che varia dai 12 ai 26 mq.
Parola d’ordine: personalizzazione
Nell’arredo delle stanze si è cercato di eliminare l’effetto omologazione. Ai primi fruitori si è data la possibilità di scegliere la disposizione del proprio arredo ed i colori degli stessi, attingendo da una palette messa a disposizione dai progettisti.
Lo studio di progettazione AGA Studio li ha accompagnati nella scelta della disposizione degli arredi del proprio ufficio, attraverso tavole grafiche e render.
Lo spirito che ha mosso questa iniziativa è far sentire a casa i coworkers, trovando ogni giorno stimoli nuovi per il loro business
Gli spazi comuni sono arricchiti, da oggetti iconici del design industriale, sollecitando i ricordi di chi li osserva, oltre a stimolare la propria creatività.
“È stato sfidante accogliere la nuova concezione di lavoro ibrido che, dopo il periodo pandemico, ha cambiato il concetto di lavoro generando nuovi spazi” conclude l’architetto Aliano.
Foto: Studio Clou