Ugolini Headquarter
Il complesso architettonico, ordinato e lineare nel suo principio insediativo e nella sua distribuzione interna, crea un continuo tra le diverse anime dell’insediamento: gli uffici, la produzione e il magazzino
La storica azienda Ugolini, specializzata nella produzione di macchine refrigeranti per bibite e gelati, ha festeggiato i 75 anni di attività riunendo in un nuovo headquarter, direzionale e produttivo, le attività finora presenti nella vicina località di Vigonzone, in provincia di Pavia, e le funzioni amministrative e commerciali precedentemente collocate nel comune di Opera, alle porte di Milano. Mitigare la percezione del clima industriale attraverso la presenza vegetale, questo principio guida del progetto affidato allo studio Barreca & La Varra che si è occupato dal masterplan al progetto architettonico, dal landscape design fino all’interior design.
L’insediamento è costituito da tre corpi di fabbrica distinti disposti in un lotto trapezoidale di 64.000 mq, localizzato lungo la ex Strada Statale 412, in posizione intermedia tra il nucleo urbano di Torrevecchia Pia e quello della frazione di Vigonzone.
L’input dato dalla committenza sin dall’avvio delle attività progettuali, di concentrare in un solo ingresso l’accesso di tutti i dipendenti della società – indipendentemente dalla funzione svolta e dall’area in cui operano (impiegati commerciali, amministrativi e operatori di produzione) – ha determinato la necessità di uno sviluppo planimetrico che prevedesse forte fluidità, sia dal punto di vista della gestione dei layout interni, sia da quello volumetrico e architettonico. La soluzione morfologica individuata è la corte aperta che diventa il fulcro del progetto ed elemento di raccordo tra i diversi edifici.
“Crediamo che questo progetto possa essere sintetizzato nel concetto di continuità: la corte interna unisce la parte di servizi,di produzione industriale e il magazzino, in un unico continuo – spiegano gli architetti Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra –.L’architettura non nasconde la natura dello stabile, ma cerca di trovare un filo conduttore tra queste anime che hanno evidentemente esigenze dimensionali e organizzative molto diverse. Abbiamo voluto concretizzare i desideri della committenza in un edificio che fosse ordinato e lineare nel suo principio insediativo e nella sua distribuzione interna; dentro questa condizione ci è stata data la libertà di immaginare in alcuni punti degli elementi apparentemente estranei, come per esempio le lobby di ingresso a tripla altezza, ambienti generosi per la dimensione dell’edificio con scale spazialmente molto ricche e dalla matericità quasi domestica. Le grandi finestre esterne e le pareti vetrate interne contribuiscono a rafforzare questa idea di continuità e di comunità, anche verso il paesaggio della campagna circostante. La luce naturale in ingresso viene moltiplicata dalla scelta di colori e materiali chiari e uniformi in tutti gli ambienti”.
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La composizione architettonica
e le scelte materiche
Mettendo a sistema le necessità spaziali tipiche del settore produttivo con quelle del terziario, è stato indispensabile prevedere uno studio strutturale che permettesse a sistemi costruttivi differenti – quella in opera per gli uffici e quella prefabbricata per magazzino e produzione – di coesistere, senza interferire con l’immagine architettonica complessiva. Grazie alla ripresa della forma “archetipa” della casa con tetto a falde, i volumi edificati riportano l’esteso complesso a una scala “umana” e domestica. La composizione architettonica per certi aspetti genera scenari metafisici ai quali la nebbia, spesso presente nella zona, contribuisce a fornire uno sfondo adeguato. Gli edifici si compenetrano, pur rimanendo strutturalmente indipendenti, e tale interazione caratterizza i fronti architettonici che riflettono all’esterno il mondo strutturale a cui appartengono. Sono tre i materiali scelti per connotare i volumi degli edifici: il GRC (Glass Reinforced Concrete) di colore grigio utilizzato per la facciata ventilata, il cemento delle pannellature prefabbricate trattate con differenti finiture e la lamiera grecata verniciata utilizzata a coronamento di tutte le coperture.
L’intenzione di realizzare uno spazio di lavoro rigoroso e ordinato ha portato a condurre uno studio di rimandi materici e allineamenti tra elementi spaziali e architettonici a diversa scala – layout interno, disegno di facciata, organizzazione degli spazi esterni, arredo urbano –, lasciando spazio a dettagli ricercati.
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Gli uffici, una cascina del sapere
L’edificio per uffici di 3000 mq, distribuito su due piani, reinterpreta la morfologia della cascina lombarda a corte aperta, e abbraccia quattro grandi alberi – un platano, un gelso, una quercia e un frassino – che contribuiscono ad animare lo spazio collettivo. Nella corte quattro grandi corpi illuminanti a led circolari, alti 3 metri e con diametri che vanno dai 7 ai 9 metri, realizzati su disegno, che irrompono quali elementi “estranei” nel rigoroso e geometrico disegno generale. Anche nelle sistemazioni esterne sono tre gli elementi che definiscono il progetto: l’asfalto grigio, il cemento architettonico beige, e il prato estensivo. Di particolare rilevanza è il trattamento della pavimentazione della corte, che grazie a inserti realizzati con sottili listelli in legno Mururè replica uno schema a casellario simile a quello utilizzato per le lastre di GRC utilizzate in facciata. Lo stesso legno degli inserti viene anche utilizzato – questa volta in grandi assi – per finire le sedute sui bordi delle aiuole, veri e propri spazi di incontro e di sosta all’aperto.
All’interno dell’edificio, quattro lobby di ingresso, delle quali due a doppia altezza inondate di luce naturale provenienti dai lucernari zenitali, distribuiscono gli ambienti interni di sale riunioni e uffici, per la maggior parte organizzati in open space. Gli interni sono caratterizzati dall’accostamento di materiali sobri e raffinati, trattati con estrema ricercatezza e cura del dettaglio dagli artigiani, quali ad esempio le boiserie in legno massello che rivestono le lobby principali, in continuità con la pavimentazione delle scale, anch’essa lignea. Le spazialità interne sono costantemente interconnesse grazie alla presenza di ampie pareti vetrate che permettono di traguardare ambienti differenti e mantenere il contatto visivo tra gli utenti dell’edificio. Proprio per questo motivo sono stati scelti rivestimenti lignei anche per gli ambienti degli uffici, dove le pareti mobili e gli arredi perimetrali sono finiti in rovere. Il richiamo all’ambiente produttivo è presente anche nelle pavimentazioni: nelle lobby le resine effetto cemento hanno le stesse cromie dei pavimenti industriali dello stabilimento e del magazzino, e negli ambienti lavorativi – gestiti con pavimentazione galleggiante per garantire massima flessibilità nei passaggi e nelle implementazioni impiantistiche – sono finite con lastre in gres effetto cemento rullato.
Le ampie finestrature proiettano all’interno una quantità di luce generosa, filtrata da due sistemi di schermature disegnate ad hoc per l’intervento: i brise-soleil esterni, costituiti da lame metalliche anodizzate che coprono l’intera larghezza della finestra e scorrono in guide laterali annegate nelle cornici dei serramenti, e il sistema di tende interne che filtrano ulteriormente la luce solare. Le cromie degli elementi oscuranti sono state scelte in armonia sia con i rivestimenti metallici dell’intervento, sia con le scelte cromatiche dell’arredo.
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La produzione e il magazzino
Il continuum volumetrico, ricercato a livello progettuale per parificare i ruoli di impiegati produttivi e amministrativi, oltre che uniformare l’intervento nel suo complesso, mette in connessione gli uffici e lo spazio produttivo di 5500 mq, reso visibile tramite le ampie aperture finestrate poste al secondo piano della palazzina uffici.
È invece isolato l’edificio destinato a magazzino, di 5700 mq, reso accessibile agli automezzi lungo tutto il perimetro. Prospiciente al fronte principale del magazzino il parcheggio di 3000 mq, con 180 posti auto dedicati ai visitatori e dipendenti.
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I progettisti
Lo studio di architettura Barreca & La Varra nasce nel 2008 a Milano, fondato da Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra, già soci fondatori nel 1999 di Boeri Studio con Stefano Boeri.
Nel corso degli anni l’attività professionale dei due architetti ha acquisito rilievo nazionale e internazionale nel campo della progettazione urbana e architettonica, attraverso la partecipazione a concorsi e lo svolgimento di incarichi pubblici e privati per importanti gruppi italiani e stranieri. Lo studio si caratterizza per l’attenzione alle nuove tecnologie di costruzione e al loro impiego nella sperimentazione di un linguaggio architettonico e urbano complesso, attento alle articolazioni della società contemporanea e alla complessità dei processi economici, sociali e istituzionali che oggi producono la città, il territorio e l’ambiente.
Tra i progetti realizzati: il polo culturale “La Villa. Centre Régionale de la Méditerranée” per la regione PACA a Marsiglia, e poi a Milano il Bosco Verticale, i Siemens Headquarters, il Cantù/Orefici building in Cordusio per Hines, il polo RCS Mediagroup, l’edificio 307 in Bicocca per Pirelli RE, e gli Ugolini HQ. Tra i progetti in corso, la Cittadella dello Sport di Tortona per Gruppo Gavio. Sono in cantiere le residenze di via Fontana, il Nuovo Policlinico, l’ICS Campus Symbiosis e il social housing di via Antegnati a Milano, e a Genova il social housign Ex-Boero.
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